“Le api e il miele? Un mondo incantevole e incredibile”. Parola di Giovanni Viviani, apicoltore. Parliamo di miele, di miele toscano, di lavoro quotidiano tra Firenze, Montespertoli e Montelupo Fiorentino.(LEGGI c0s’è il miele). Parliamo dell’Azienda Giovanni Viviani, recente e bella realtà dell’apicoltura toscana: tante idee e tanta passione per le api e il miele, almeno quanti sono i riccioli del suo giovane titolare!
“Durante il percorso della laurea magistrale in agraria – spiega Viviani -, frequentando un corso di apicoltura, conobbi amici apicoltori che mi stimolarono all’acquisto delle prime due arnie e all’allevamento delle prime due famiglie. Da lì, inconsapevolmente e sperimentando, ho fatto i miei primi 30 chili di miele. Poi ho rifatto nuove famiglie, ma sempre su numeri limitati (2-5 arnie, al massimo). Come passatempo, divertimento e curiosità verso un mondo incantevole, fino a raggiungere le 15 unità, ancora gestite in modo piuttosto hobbistico e senza la giusta dose di esperienza. Le api…un mondo incredibile… mi ha preso subito! La salita è stata breve e intensa e mi ritrovo oggi… apicoltore professionista!
Rapidamente il passatempo è diventato un secondo lavoro con 50 arnie in produzione. Il primo nomadismo sulle fioriture principali, acacia, castagno, tiglio, sulla, e poi lo strutturarsi per la smielatura. Quindi la scelta del biologico come stile di allevamento, fino ad abbandonare il mio primo lavoro di agronomo e dedicarmi totalmente alla gestione delle attuali 260 arnie. È andata così: ieri una passione…oggi apicoltore a tempo pieno”.
Quanto è difficile o quanto è facile produrre miele?
“Al giorno d’oggi il mercato del miele è in espansione e la domanda è in continuo aumento, mentre l’offerta, soprattutto di miele italiano, è molto altalenante e le stagioni positive sono sempre meno. Questo scatena la corsa all’approvvigionamento di miele e simili da tutto il mondo a prezzi a volte insostenibili… Essere apicoltore biologico e consapevole oggi, oltre che essere un indirizzo di lavoro ben preciso, è una presa di posizione netta. Il miele che noi prendiamo è quello eccedente le scorte proprie delle famiglie, garantendo loro una degna e ‘dolce’ sopravvivenza.
Ma le avversità sono tante e in continuo sviluppo. Dai parassiti esteri agli stravolgimenti climatici, passando per l’impronta dell’essere umano, sempre pronto a riversare sostanze dannose, biocidi, e a perseguire pratiche agricole deleterie, nell’ottica della massimizzazione dei profitti e del risparmio economico. Qualcuno paga dazio e questo esserino è la spia di tale immenso disagio. Produrre miele diventa così un problema secondario rispetto alla sopravvivenza delle famiglie di api”.
La tua giornata tipo da apicoltore?
“La giornata di un apicoltore varia in base al periodo dell’anno e dei lavori da fare, ma è sempre molto lunga e da buio a buio è una volata. Nonostante tutto, freddo o caldo, giorno o notte, c’è sempre qualcosa di emozionante che ci aspetta”.
Quali tipi di mieli produci e quali sono le loro caratteristiche ed eventuali abbinamenti enogastronomici?
“Io personalmente produco miele monoflora di acacia, castagno, sulla, tiglio, girasole, melata, erica e millefiori di diverse zone e tipi. Sono i mieli classici dell’areale toscano e dipendono molto dall’andamento stagionale. Le caratteristiche tecniche vere e proprie di ogni singolo miele sono ben spiegate su siti, libri e riviste di apicoltura. Quello che conta è assaggiare e sperimentare quanto più si può. Ogni abbinamento è possibile, senza fermarsi ai grandi classici come pecorino stagionato e miele di castagno o ricotta fresca e miele di acacia.
Io consiglio vivamente di acquistare ogni miele diverso dal solito o che non si conosce: al limite, si può sempre usare per un tè o per un dolce. E – molto importante – non esistono mieli per il mal di gola o curativi per una malattia specifica.(LEGGI le 10 azioni benefiche del miele). Il miele è un alimento sano, ricco di sostanze benefiche da impiegare nelle giuste dosi anche al posto di altri dolcificanti meno naturali o più raffinati”.
Il tuo miele preferito?
“Da vero sommelier, non sono un amante del miele. Lo assaggio sempre in produzione per capire se il gusto è chiaro, se c’è qualcosa di diverso o che non va, eventuali difetti o sentori. Se fosse per me, il mercato del miele si ridimensionerebbe notevolmente! Il miele che ogni tanto assaggio o uso è quello di corbezzolo, un miele che è tutto un controsenso perché non è dolce, ma ha un sapore amaro molto gradevole, che non stucca, particolarissimo. (LEGGI dei mieli della famiglia vegetale).Purtroppo, è un miele tipico della macchia mediterranea, Maremma, Sardegna, Corsica, in un periodo dell’anno, l’autunno, caratterizzato dalla stanchezza e dalla preparazione all’inverno. Io non lo produco…”
Dove si trova il tuo miele?
“La mia è una piccola azienda individuale con sede legale a Firenze, alle porte di San Frediano.Di fatto operativamente collocata tra Montespertoli, dove vivo, e Montelupo Fiorentino, dove si trovano magazzino e laboratorio. Sono un socio CONAPI e la quasi totalità del miele la conferisco alla cooperativa che valorizza il mio prodotto, garantendomi sicurezze che il mercato attuale non sempre fornisce. Invasetto ed etichetto la parte rimanente destinandola a qualche negozio, agriturismo e mercato, in particolar modo il Mercagas di Montespertoli, in Piazza del Popolo, in cui sono presente da settembre ad aprile il sabato mattina (alternati, non tutti i sabati). Infine rifornisco alcuni ‘alveari’ di Firenze, che altro non sono che gruppi di acquisto locali direttamente da produttori locali. Se avete bisogno di me la mia mail è aregoladape@gmail.com”.
Un sogno nel cassetto, anzi nell’arnia!
“Il sogno di ogni apicoltore e appassionato di api è che il mondo che ci circonda sia realmente ‘a regola d’ape’ . E tutto quello che possiamo fare per salvare questi insetti sia un pensiero fondamentale, condiviso e prioritario per la coscienza della gente. Cerchiamo di essere lungimiranti: queste piccole spie parlano chiaro. I miei sogni sono molti: nel breve periodo, spero, per la mia attività, di raggiungere un livello equilibrato tra numero di arnie, miele prodotto, esperienza, magari trovando un aiutante in gamba o un buon socio. Chissà. E come diciamo tutti gli anni: la prossima stagione sarà la migliore!”
Il pensiero finale dell’autore tra miele e cinema
A sentir parlare con tanta passione di miele e di api, la dolcezza del gusto (qui immaginata, ma sperimentata nell’essere un consumatore fedele della preziosa sostanza zuccherina prodotta dal buon Viviani) ha risvegliato in chi scrive le dolcezze della sua passione principale, il cinema.
E allora, ecco che tornano alla mente film su film, in primis quelli in cui il miele arriva già dal titolo.
A partire dal pruriginoso dramma erotico Il miele del diavolo (1986), del grande Lucio Fulci. Qui una Corinne Clery che prova a ripetere i fasti personali del più celebre Histoire d’O (1975, Just Jaeckin) fino al più recente Miele (2013). Esordio dietro la macchina da presa dell’attrice Valeria Golino, pellicola drammatica liberamente ispirata al romanzo Vi perdono, di Angela Del Fabbro.
Passando per la Trilogia di Yusuf, tre lungometraggi del regista turco Semih Kaplanoglu (classe 1963) con gli emblematici titoli di Yumurta (Uovo), Süt (Latte) e Bal (Miele, 2010. Si aggiunge l’ottimo e pluripremiato Maledimiele, del 2011, tormentato ritratto adolescenziale diretto dal lombardo Marco Pozzi e interpretato da Benedetta Gargari.
Senza dimenticare L’Ape Maia, classicissimo anime per bambini in auge, tra serie tv e film, addirittura dal 1975 o ancora Bee Movie (2007, Simon J. Smith e Steve Hicker), oppure La vita segreta delle api, diretto nel 2008 da Gina Prince-Bythewood…
Con la consapevolezza di lasciare ai lettori la soddisfazione di individuare altri film sul dolce argomento di questa intervista, chiudiamo con una citazione del recente Dolceroma, diretto nel 2019 da Fabio Resinaro, in cui Claudia Gerini e Lorenzo Richelmy fanno il bagno in una vasca piena di miele. Cosa vuoi di più dalla vita?
Da buona greca, amo e uso il miele quotidianamente. Ho provato molti tipi di miele sia italiani, che greci. Devo riconoscere che il miele di Giovanni è quello che più somiglia al nettare degli dei. Non ha rivali, neppure con i celebratissimi e quasi introvabili mieli delle isole Cicladi. Dovessi scegliere fra i suoi vari tipi di miele, sarei in imbarazzo, sono tutti buonissimi, anzi ottimi.