#mangiaitaliano #viaggiaitaliano #pensaitaliano sono le tre cose che da oggi tutti dovremmo prendere in seria considerazione. In questa fase difficile per il nostro paese ritenuto “l’untore” d’Europa per il coronavirus, io spero che sia diventato chiaro a molti ciò che noi diciamo da anni dalle pagine di questo giornale.
Mangiare e viaggiare italiano è sempre stata una priorità per noi. Consapevoli di vivere nel paese più bello e variegato del mondo, dove natura e cultura si sono date la mano da millenni, abbiamo sempre raccontato storie italiane. Prodotti e produttori, luoghi e persone, storia e storie.
#viaggiaitaliano
La globalizzazione per noi andava intesa in un modo diverso. Noi italiani siamo strani: andiamo a cercare chi ha bisogno di aiuto a chilometri di distanza ma non ci accorgiamo della persona in difficoltà grave accanto al nostro uscio. Siamo strani perché andiamo a giro per il mondo e casomai non abbiamo mai visto la Grotta Azzurra, Il golfo di Irosei, Ragusa Ibla, Agrigento, la Torre di Pisa, la cascata delle Marmore, Pompei, la Reggia di Caserta, l’abbazia di Sant’Antimo o quella di Pomposa e via dicendo…
Il “rumore” del silenzio
Questo cambiamento forzato ci ha lasciato città vuote, ristoranti sull’orlo della chiusura, incontri annullati, strappandoci alla vita frenetica (forse troppo) che fagocitava tutto. Sulle strade del centro ormai con solo qualche raro passante il silenzio diventa “rumore” insolito. Non eravamo più abituati a godere di uno dei tanti magnifici monumenti che abbiamo a disposizione nel silenzio. Non eravamo più abituati a sentire il rumore dei nostri passi su antiche pietre.
Forse questo momento di fermo non avrà solo l’aspetto delle tragedia, forse metterà in movimento sentimenti e orgoglio. Se non possiamo stare vicini possiamo sempre godere dei nostri panorami e delle nostre opere d’arte.
#mangia italiano
Sul cibo siamo diventati frettolosi, pronti solo a scattare foto ai piatti e a postare sui social. Poi andiamo a far spesa e non leggiamo le etichette e buttiamo nel carrello quello che costa meno. Proibiamo ai ragazzi di portarsi una sana merenda da casa ma permettiamo che si “infarciscano” di merendine a basso costo. Compriamo arance tunisine e mandiamo al macero le nostre, quando basterebbe ordinarle in rete direttamente al produttore. Roteiamo il vino nel bicchiere come massimi esperti e poi ce ne freghiamo se le nostre colline sono irrorate di sostanze non proprio salutari.
Italiani brava gente
Siamo il popolo più ricco di storia e abbiamo creato mostri come quelli di Scampia. Abbiamo inventato tanto e ci hanno sottratto tanto perchè siamo stati i primi a non credere nei nostri cervelli.
La moda, altro fiore all’occhiello, lo abbiamo lasciato ai grandi marchi e compriamo cinese senza guardare ai bagni di colore di ciò che mettiamo sulla pelle pur di spendere poco e risparmiare per andare a fare un viaggio in classe economica all’estero.
Siamo strani a tal punto da aver affidato al turismo gran parte della nostra economia. E ora nei tempi del coronavirus ci rendiamo contro che forse abbiamo fatto qualche errore.
E allora facciamo già un decalogo delle buone pratiche che applicheremo da ora in poi e dopo il coronavirus: mettiamocelo come impegno.
- https://youtu.be/1y6VnZ8yvzQGuardare le etichette dei prodotti alimentari,
- andare in quel ristorantino che vi aveva attirato
- programmare un fine settimana in una località della campagna italiana
- programmare una visita ad una cantina di vino naturale o biologico e acquistare una bella bottiglia
- cercare un gruppo di acquisto solidale nella zona di residenza e iscriversi
- Preparare torte e biscotti in casa comprando farine italiane da grani antichi
- Fare delle belle passeggiate nella campagna italiana andando alla ricerca di paesi e borghi che non conosciamo
- cerchiamo e andiamo a trovare qualche allevatore (GUARDAIL VIDEO) e coltivatore custode perscoprire vite e prodotti di qualità in via di’estinzione
- Allungate voi la lista delle cose da fare…
Pensate gente, pensate.
Roberta Capanni