Ho sognato per tanti anni di andare in Perù. Vedevo altopiani sconfinati, montagne altissime ricche di neve, voli di condor. E poi uomini e donne vestiti con abiti colorati e pieni di vita e soprattutto sapevo il desiderio di capire la spiritualità di questo popolo. Un popolo legato alla terra e alla natura più di tanti altri.
Il mio più grande desiderio era incontrare una curandera o uno sciamano. Volevo a tutti i costi quella spiritualità che cerco da tempo…e pensavo di trovarla proprio lì. Il Perù, nel mio immaginario, era il luogo giusto per ritrovarmi o, finalmente, trovarmi. Un viaggio sognato da tempo, preparato da tempo ma senza la cura dei particolari più importanti, perchè; il Perù, che sognavo, se ne sta in alto, molto in alto…
I luoghi del Perù: da Machu Picchu ad Arequipa
In Perù non mi ha emozionbato un solo luogo, ma diversi. Non Machu Picchu, per me troppo turistica ma una città che mi è entrata nel cuore: Arequipa. La città bianca, quella che più mi ha affascinato con il suo centro storico Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Arequipa, con i suoi palazzi spagnoli, la sua piazza d’armi. Qui il tempo si è fermato, cristallizzato in una dimensione dolce, un’altra dimensione..
E poi il lago Titicaca a 3800 metri di altezza. Un lago che è quasi un mare, dal colore azzurro intenso che si confonde con quello del cielo. Le spiagge bianche, le piccole isole, ognuna con una propria identità. Qui vivevano, e vivono ancora, tribù legate strette alla terra e a quel lago, persone che sembravano rimaste ferme a 100 anni fa ma accoglienti verso i tanti rumorosi stranieri che arrivano.
La valle del Colca e l’altitudine.
Nella valle del Colca, a 4900 metri, sono stata male. Molto male. Non respiravo, avevo l’impressione che l’aria fosse “finita”. L’altitudine ti uccide e io avevo sottovalutato tutto questo. E’ stato necessario l’intervento del medico che, abituato ai tanti turisti non preparati all’altitudine, mi ha rimesso in piedi velocemente. Ma a quel punto qualcosa è cambiato. O almeno è cambiato in me. Rimaneva in me la paura di stare male, di non riuscire ad affrontare tutte le tappe di quel viaggio tanto sognato.
Da quel momento ho affrontato tutto con molta più calma evitando le salite più ripide. Così ho visto parte del Perù dal basso”, mi sono riempita il cuore di sensazioni positive che ricevevo dal poter stare da sola a contemplare il paesaggio, gli scavi Inca, il vento.
Quello star male è parte integrante del mio viaggio in Perù. Non dovendo “per forza” far tutto, mi sono permessa di godere in modo diverso e più profondo ogni momento. Un luogo però non ho potuto evitare di vedere: Machu Pucchu. Son dovuta salire perchè andare in Perù senza vedere una delle sette meraviglie del mondo (così è considerato il sito) sarebbe sato da matti. Anche se ormai luogo turisticamente sfruttato oltre i limiti è certamente da vedere.
La più grande varietà di cibo al mondo
Sapore. Il cibo peruviano è molto saporito ed è anche quello che raccoglie più varietà di prodotti al mondo. Avrei voluto poter godere di più di tutto quel bendiddio ma il mio star male me lo ha impedito. Ci sono carni strane come quelle dei porcellini d’India che, arrostiti, non erano un bel vedere perchè parevano bambini con braccia e gambe allargate… Non son riuscita ad assaggiare…
Il mio piatto preferito erano le trote del Titicaca, buonissime e saporite e tante, tante patate. Ce ne sono oltre 180 specie e ognuna ha la sua particolare cottura: quelle rosse perfette sotto la cenere, quella gialla da lessare…Ci sarebbe voluto molto tempo per assaggiare e provare tutto!
Il mio consiglio
Il mio sogno si è infranto sbattendo contro l’altitudine. Quindi il mio consiglio è preparazione fisica e psicologica prima di partire, cosa che io non ho fatto. Preparazione fisica perchè è necessario essere abituati a camminare e quindi pensare che con quell’altitudine il fumo non è proprio la condizione ideale. Psicologica perchè spesso viaggiando siamo portati a sottovalutare il luogo che ci accoglie provvisioriamente.
I sogni poi possono infrangersi…
Un viaggio organizzato dove tutto è calcolato può farti perdere parte di quei sogni. Il mio viaggio in Perù avrebbe potuto essere più “ricco” , più conforme alle mie aspettative, un viaggio più vissuto. Ma in fondo, è stato questo viaggio a farmi capire come devo viaggiare: con la meraviglia negli occhi e senza aspettative. E tutto questo forse è anche dietro l’angolo di casa…
Veramente ottima la descrizione. Molto obiettivo l’esamedelle difficoltà fisiche e psichiche del viaggio. Intrigante il contesto e molto molto piacevole la lettura. Viene voglia di andare in Perù