La Rocca di Vignola o Rocca dei Contrari – Articolo di Barbara Vallotti per la rubrica Viaggiare –
Percorrendo la strada che attraversa Vignola appare improvvisamente e inaspettatamente di fronte al viaggiatore un maestoso castello, una magnifica rocca. La Rocca di Vignola o Rocca dei Contrari è infatti un imponente e antico castello, unico nel suo genere, dove ogni parete e ogni pietra raccontano una storia che in qualche modo è passata di lì, lasciando una traccia.
La Rocca di Vignola nella Storia
Non si conosce con certezza l’anno di fondazione della Rocca dei Contrari, ma si pensa che sia stata edificata intorno all’VIII secolo, negli anni successivi alla fine della dinastia carolingia, per fronteggiare le invasioni degli Ungari.
Un documento risalente al 936 attesta che già in quel tempo a Vignola era stata edificata una fortificazione sottoposta al dominio del vescovo di Modena anche se, il primo racconto che ci parla della Rocca così come la vediamo oggi, è datato 1178.
Successivamente, nel 1247 durante le guerre tra guelfi bolognesi sostenitori del papato e ghibellini modenesi alleati dell’Impero, la Rocca di Vignola venne data alle fiamme da re Enzo, figlio dell’imperatore Federico II di Svevia.
Agli inizi del 1300 il nobile Gherardo Grassoni ricostruì il fortilizio e vi prese dimora fino al 1331, mantenendone le funzioni militari fino al 1336 quando gli verrà tolto perché escluso, con la sua famiglia, dalla gestione del potere locale.
La Casa d’Este di Ferrara, nel 1401 assegnò il feudo di Vignola alla famiglia dei Contrari che cambiarono la funzione della Rocca rendendola una sontuosa dimora ricca di decorazioni e di affreschi per accogliere la famiglia e renderla all’altezza della magnificenza della corte estense.
Nel 1577, estinta la dinastia dei Contrari, la Rocca venne acquistata dai Boncompagni-Ludovisi che affidarono l’amministrazione del feudo a un governatore.
Nel corso degli anni successivi e per tutto il 1800 fino ai primi anni del 900 la Rocca fu sede di istituzioni politiche e sociali come il Municipio, la Biblioteca, la Pretura.
Durante la prima guerra mondiale e il dopoguerra ospitò le truppe e le famiglie senza tetto e durante la seconda guerra mondiale all’interno della Rocca vennero reclusi, prima i partigiani, poi i gerarchi fascisti.
Nel 1965 venne acquistata dalla Cassa di Risparmio di Vignola e in seguito ceduta nel 1998 alla Fondazione di Vignola. Da allora è stata sottoposta a un minuzioso restauro che ha interessato sia le strutture architettoniche che gli affreschi rendendola fruibile ai visitatori in ogni sua parte e sede di progetti culturali e convegni.
La Rocca dei Contrari oggi: visitiamola insieme
Nei sotterranei si trova la splendida Sala dei Contrari, spesso utilizzata per convegni e concerti. Al piano terra incontriamo la sala dei Grassoni (si trova a fianco della Sala dei Contrari nei sotterranei) e la Rocchetta, un piccolo fortino che in passato era dotato di due ponti levatoi uno dei quali portava a due giardini pensili. Sulle pareti sono ancora visibili le feritoie utilizzate per archi, balestre e pezzi di artiglieria che svelano la funzione militare della costruzione. Qui possiamo ammirare un antico cannone ad avancarica e due coppie di campane.
Sempre a piano terra sono situate la Sala dei Leoni e dei Leopardi, quella delle Colombe e infine quella degli Anelli, tre sale di rappresentanza. La Sala dei Leoni e dei Leopardi deve il suo nome a pitture che ritraggono leoni e ghepardi, questi ultimi simboli del lusso e talvolta impiegati nelle battute di caccia medioevali. Questi animali sono inoltre rappresentazioni simboliche di virtù alleanze politiche, in questo caso quella tra Contrari e gli Este.
Nella Sala delle Colombe troviamo una grande colomba bianca ad ali spiegate su fondo azzurro e rosso che trattiene il motto ‘’In Dieu’’ tradotto da alcuni studiosi con l’espressione ‘’verso il cielo’’ che simboleggia l’amore, la gratitudine e la moderazione.
La Sala degli Anelli (anticamente detta dei Diamanti) è affrescata con un motivo ricorrente, quello che rappresenta tre anelli diamantati colorati ed intrecciati. I colori degli anelli sono il bianco, che simboleggia la fede, il verde della speranza e il rosso della carità. Su questo piano troviamo anche le antiche cucine del castello.
Al primo piano, il cosiddetto ‘’piano nobile’’ sono collocate numerose sale, lo Studio di Uguccione e la magnifica Cappella dei Contrari affrescata con pitture tardo gotiche neo giottesche del ‘’Maestro di Vignola’’, un artista del quale non conosciamo il nome.
La Sala delle Dame è caratterizzata dagli affreschi con gli stemmi delle famiglie delle consorti dei feudatari. Quella del Padiglione rappresenta il matrimonio tra Ambrogio Contrari e Battistina Campofregoso. Sotto un grande padiglione di tessuti a lembi sollevati sono ritratti gli sposi affiancati da due paggi.
Nella Sala dei Cani viene ritratta una scena di caccia alla lepre, mentre in quella degli Stemmi dei Contrari alcune decorazioni vegetali e putti contrapposti e armati di spada, probabile allusione al nome ‘’contrari’. Nella Sala dei tronchi d’albero si trovano come elementi architettonici dei costoloni in cotto, lavorati in modo da sembrare tronchi di albero.
Sempre in quest’ala del castello troviamo lo studiolo di Uguccione, ricavato all’interno della torre di Nonantola adibito alla conservazione delle carte di archivio più importanti del nobile e situato vicino alla sua camera da letto e la Cappella dei Contrari commissionata da Uguccione agli inizi del 1400.
Il secondo piano e la prigione di Ugo Foscolo:
Al secondo piano ci sono i locali più spaziosi dedicati alle truppe di stanza nella Rocca e del personale di servizio dette Sale degli Armigeri. L’ultimo piano è costituito dai camminamenti di ronda che percorrono tutto l’edificio collegando tra loro le tre torri (Nonantola, delle Donne e del Pennello).
La torre nonantolana sembra sia stata la prigione di Ugo Foscolo, arrestato durante la fuga d’amore con Teresa Minelli, sorella del comandante della Guardia Nazionale, nel periodo antecedente la campagna d’Italia.
La Cappella dei Contrari e la censura
La Cappella dei Contrari o di Uguccione è il vero gioiello del castello, capolavoro artistico del XV secolo decorata da affreschi neogiotteschi del ‘’Maestro di Vignola’’ artista del quale non si conosce il nome. La suddetta cappella era riservata alla devozione della famiglia dei Contrari, affrescata con episodi della vita di Cristo. Sulle lunette delle 4 pareti sono rappresentate La Pentecoste, La Resurrezione di Cristo, la Discesa al Limbo con il ladrone buono Disma, l’Ascensione, l’Assunzione in cielo della Vergine e il dono della fascia con cui era cinto il suo corpo all’apostolo Tommaso. Al Centro delle volte emerge lo Stemma dei Contrari.
La cappella è rimasta chiusa per secoli sparendo del tutto anche dai documenti. Viene citata come ‘’chiesuola’’ e come cappelletta solo numerosi decenni dopo la sua costruzione e questo ne ha permesso la conservazione in ottimo stato che ha reso necessari solo due limitati interventi di restauro per restituirla all’antico splendore (nel 1991 e nel 2005).
Il motivo di questo oblio è stato una sorta di censura sulle raffigurazioni degli affreschi di questo luogo sacro dove vi sono raffigurate scene non descritte nei vangeli canonici riconosciuti dopo il Concilio di Trento, ma in quelli apocrifi tanto che alcune iconografie vennero ritenute addirittura ‘’eretiche’’ e quindi destinate ad essere dimenticate.
In realtà, al momento della creazione di tali affreschi non c’era niente di eretico. Per la religiosità del XV secolo, infatti a quel tempo la religione cristiana riconosceva forme, tradizioni e simboli diversi rispetto a quelli stabiliti mezzo secolo più tardi.
Anche gli evangelisti qui raffigurati non sono accompagnati dai simboli che oggi tutti noi conosciamo e associamo a loro, ovvero il leone per San Marco, il bue per San Luca, l’aquila per San Giovanni, l’angelo per San Matteo. Ognuno degli evangelisti è invece ritratto nell’atto di scrivere una frase del proprio Vangelo in grafia gotica (San Giovanni la frase ‘’In principo erat verbum’’, San Luca ‘’Missus est angelus Gabriel’’, Matteo ‘’Cum natus esset Yehsus’’, Marco ‘’Recumbentibus undecim’’), a testimonianza che questa cappella era destinata a persone appartenenti ad un ambiente culturalmente molto raffinato.
La resurrezione di Cristo con i soldati che dormono intorno al sepolcro, la Santissima Trinità dipinta come testa a tre volti sulla sommità di un albero dell’albero della Vita, Cristo che salva le anime del limbo prendendole per mano, Gesù bambino nella mangiatoia con una collana di corallo… queste e molte altre sono le immagini che restano alla fine della visita all’interno della La Rocca di Vignola, un castello ci permette di ripercorrere secoli di Storia e di Arte in un unico affascinante viaggio.