Le cipolle del Caparra non son quelle rosse e dall’odore pungente ma le lanterne in ferro battuto che ornano gli angoli di Palazzo Strozzi a Firenze. Però c’è un filo rosso che le lega.
Niccolò di Noferi del Sodo o Niccolò Grosso detto il Caparra era un artigiano fiorentino. Viveva a Firenze alla fine del 1400 ed era molto bravo a lavorare il ferro battuto. Talmente bravo che il Vasari lo mette tra i maestri dell’arte nelle sue “Vite”. La sua lavorazione del ferro battuto si inseriva bene nel fervore artistico della Firenze rinascimentale.
Il soprannome gli fu dato perché era solito richiedere una caparra prima di iniziare un lavoro. E che Niccolò del Grosso detto il Caparra avesse bisogno di liquidità lo denuncia anche il fatto che vendeva anche cipolle al mercato. Un mercato di verdura che si teneva proprio dove stava per sorgere un palazzo. Le cipolle a quel tempo erano una merce economica. Coltivare cipolle era facile e quindi presenti in abbondanza.
Il Caparra era un tipo strano
Aveva bottega nell’odierna via Calzaiuoli, un tempo Corso San Bartolo dei Pittori e il suo caratterino lo dichiarava anche nell’insegna della sua bottega. In ferro battuto e verniciato con colori brillanti aveva rappresentato un mucchio di registri che bruciavano su un rogo per far sapere che egli odiava le registrazioni.
Piazza delle cipolle
Il mercato si teneva dove stava sorgendo il maestoso palazzo degli Strozzi. La piazza dove si teneva il mercato delle verdure detta appunto piazza delle cipolle.
Una volta finito il palazzo lo Strozzi affidò proprio al Caparra le rifiniture del palazzo. Guardando le lanterne poste agli angoli di Palazzo Strozzi si possono notare ciuffi e pennacchi che possono ricordare una cipolla. Prodotti di grande fattura dove il Caparra inserì animali fantastici e evoluzioni artistiche spesso riprese e copiate.
Anche il Magnifico dovette mettersi in fila!
Doveva essere un tipo interessante, poco diplomatico come si evince da un aneddoto raccontato dal Vasari nelle sue Vite. Pare che quando il Signore di Firenze, Lorenzo de’ Medici, si recò da lui per commissionargli un lavoro importante ma urgente. Però dovette mettere “in fila”. Lo trovò occupato a fare dei lavori in ferro per gente del popolo ma rispose che quei poveri clienti erano clienti “venuti a bottega inanzi lui e che tanto stimava i danari loro quanto quei di Lorenzo“. Ecco chi era il Caparra un’artista che si fece ispirare da una cipolla!
Le cipolle
Roberta Capanni
Ma che bella storia. Grazie
[…] in menta all’artista di turno come quella volta che fu contornato da “gommosi” (barche). ( LEGGETE qui una storia legata al […]