Anteprime dei vini in Toscana. Tanti assaggi e pochi ricordi.

Troppe aziende o pochi sperimentatori? Mantenere la veridicità del vitigno e del territorio. Sperimentare ma non abdicare in favore del re mercato.

Oggi tutti sono esperti di vino. C’è chi non ha mai messo piede in una cantina ma solo alle manifestazione per Wine Lovers (va detto così perché in italiano ormai non capisce più nulla nessuno), chi ha fatto un  corso di degustazione e si ritiene un intenditore, chi ha studiato per sommelier abbandonando al primo livello  ma ormai  superesperto e poi c’è chi non ha qualifiche di carta ma il vino ha iniziato a vederlo fare dal nonno in cantina e, anche se poi ha preso altre strade, legge e studia da anni sull’argomento.

Legge appunto. E degusta, aggiungo. Confronta. Impara perché il vino non si mette mai di conoscerlo, ha una personalità complessa.  Mi domando sempre più spesso come si possa assaggiare un vino e giudicarlo nella bolgia infernale degli eventi dedicati al vino. Sarà che sono una che non brilla per velocità ma per il vino specialmente mi serve tempo e tranquillità per giudicare.

La settimana delle Anteprime della Toscana ha lasciato il segno, cioè qualche buon ricordo nonostante la corsa continua. Assaggi che si rammentano e che spingono alla “riprova” tra qualche mese. Io cerco vini che non siano “fatti in fabbrica”, che mi diano emozioni e si facciano ricordare. E siccome il vino non è solo nel bicchiere ma anche nel suo racconto, le kermesse intensive mi lasciano spesso pochi ricordi.

Le anteprime 2019 in breve

Partiti con i piccoli Consorzi toscani  che non per questo danno meno soddisfazioni, che sperimentano, spesso senza paura perché i numeri sono ancora piccoli e non rischiano di perdere un mercato. Non solo sangiovese, il toscano d’eccellenza, ma qualche puntata internazionale di sostegno per addolcirlo se la spinta del terreno aziendale è eccessiva.

Vernaccia di San Gimignano

Da queste Anteprime ne è uscita una Vernaccia di San Gimignano sempre gradevole, anche se in qualche caso  qualche produttore potrebbe anche aver sforato  con il sauvignon.  La Vernaccia bevuta gaurdando le torri non ha prezzo.

Nobile di Montepulciano

4 stelle (su 5) all’annata 2018 per il Nobile di Montepulciano che si farà con gli anni per un vino che è sempre elegante, gustoso. Non da meno il Rosso di Montepulciano avvolgente e coinvolgente qui cui vi parleremo in dettaglio molto presto.
Resta il fatto che Montepulciano e il suo vino sono sempre accoglienti. Un gioiello di città, una campagna che riempie lo sguardo e una cucina invitante. La classe non è acqua. Sicuramente è vino.

Brunello di Montalcino

Chiusura anteprime 2019 con l’annata 2014 per il Brunello di Montalcino, annata difficile che si fa sentire anche a distanza anche se il frutto è pieno e la sapidità buona ma che forse richiederà più tempo per essere giudicata. Ma anche di questo parleremo nel dettaglio territorio per territorio.
Il Brunello e il  Rosso anche nelle annate peggiori però sanno restare presenti a se stessi e i boschi, le vigne e la Fortezza restano un punto fermo nel cuore di chi ama la Toscana.

Per concludere le aziende son sempre di più ma poche fanno nuove proposte. Il vino cambia con i gusti del momento? Sì, ma deve anche mantenere la veridicità del vitigno e del territorio, si può sperimentare ma non abdicare in favore del re mercato.

R.C.