Diario Maremmano: la maremma di Enrico Zoi tra grilli e tori in libertà.
Consigli per mangiare e per vedere nel vero spirito di un viaggiatore del gusto
Quando la giornata inizia con un grillo un po’ malconcio appollaiato sulla sedia a bordo della quale già pregusto di consumare la mia colazione di yogurt ai cereali, biscotti integrali con marmellata di arancia e caffè (ovviamente senza zucchero), comprendo subito che una deviazione dal corso normale degli eventi è imminente.
Infatti, nonostante l’appetitosa striscia sabbiosa della Feniglia sia letteralmente a un tiro di schioppo, la strada che intraprendo mi porta ad Ansedonia, labirintico promontorio affacciato sul mare a guardare l’Argentario e la laguna di Orbetello. Direzione: la città romana di Cosa.
Quando arrivo al culmine dell’assolata collina, tra ville, villette, giardini e olivi che rammentano quelli pugliesi (del resto anche la Maremma e l’alto Lazio sono terre di ottimo extravergine), mi sovviene un ricordo. Stessa scena di oggi, ma almeno venti anni fa, se non di più: la macchina parcheggiata davanti al sito archeologico di Cosa, allora assai più trasandato di adesso, e un cartello che avverte di… stare molto attenti ai tori in libertà!
Il dietrofront all’epoca è pressoché immediato. Restano però la curiosità e l’inconsapevole intuizione di dover attendere prima di tornare. Ritorno che avviene in questo assolato venerdì di luglio del 2016. E l’idea è quella giusta. La segnaletica sui tori è stata rimossa e l’area archeologica rinnovata e attrezzata con un piccolo e curato museo, con personale gentile e affezionato al suo lavoro. Oltre ai reperti romani e medievali lì conservati, un percorso guidato consente una visita interessante e, in un certo senso, inattesa, tra l’Acropoli e il suo bel panorama sul mare, la Casa di Diana, il Foro, la Cisterna, la Casa dello Scheletro e un giro al cospetto di un’imponente cinta muraria che solo in parte evitò a Cosa le scorribande di pirati e di guerrieri vari.
Due ore trascorse bene in un sito che merita il prezzo del biglietto, peraltro irrisorio, ma che potrebbe essere ulteriormente migliorato.
Il pranzo avviene dopo un salto a quattro ruote verso l’interno. Insieme a mia moglie Raffaella, giungo, via Marsiliana, a Magliano in Toscana. Magliano, pure lui, è un ricordo plurimo di estati e capodanni passati, e anche di un corso di formazione per i dipendenti del comune che tenni alcuni anni fa. Lavoro e piacere che mi riportano in quel centro storico dolce ed elegante, a misura d’uomo. Il pranzo è un indovinello risolto: da Sandra, dopo un’introduzione di pappa al pomodoro, gustiamo (qui devo usare il plurale non maiestatis) tortelli di patate al tartufo, maltagliati al ragù di faraona e porcini, piccione al Morellino di Scansano e patate arrosto. Acqua, vino rosso e caffè incorniciano l’ottima sosta gastronomica. Dopo di che, due passi e via, finché il lungo rettilineo verso Albinia annuncia la mia e nostra consueta Maremma: Orbetello e Monte Argentario.
Enrico Zoi
Da Sandra Via Giuseppe Garibaldi, 20, 58051 Magliano in Toscana, Italia 0564.592196
[…] noi che di Maremma scriviamo spesso questo ambienten ’ambiente spazioso e molto curato che domina la collina da cui a […]
[…] Populonia e Piombino, Grosseto, Follonica, Castiglione della Pescaia, Porto Santo Stefano e Orbetello, oltre a Massa Marittima che si trova sulle Colline Metallifere che non sarebbero proprio Maremma […]