Poche settimane fa Fabrizio Borghini ha improvvisamente cambiato percorso lasciandoci tutti un po’ più soli. La solitudine di Firenze dopo la sua scomparsa è stata sottolineate e sentita da molti degli amici, dei giornalisti e delle personalità della città. Un sentimento comune, evidentemente. Una fotografia indovinata di cosa egli rappresentava e tuttora rappresenta per la cultura e la società fiorentine e di quanto dolga la sua assenza, al di là dell’aspetto affettivo.
In varie occasioni Fabrizio aveva interagito anche con il sottoscritto, per mille e più idee e iniziative, accomunati, oltre che dalla passione per il cinema e per la Fiorentina, dall’essere nati entrambi nel quartiere del Pignone. Un paio di anni fa (e forse qualche mese in più), lo avevo intervistato per Gustarviaggiando nel 2021.
Fabrizio Borghini
Fabrizio Borghini, fiorentino del 1947, è una presenza insieme mitica e popolare nel panorama della cultura e del giornalismo toscani. Ha scritto moltissimi libri su Firenze e sull’intera regione, interpretandole e raccontandole attraverso più chiavi di lettura, dal cinema all’arte, dalla Fiorentina alla storia e ai suoi personaggi, aggiungendo a tutto ciò un’assidua attività televisiva, fatta di incontri e di narrazioni artistiche che non hanno trascurato nessun luogo della nostra bella Toscana. Logico che Borghini abbia ricevuto, nella sua carriera, anche diversi meritati premi.
La sua ultima fatica – si dice così in questi casi, ma, secondo noi, si potrebbe anche dire il suo ultimo divertimento, perché, pur facendo un lavoro certosino, deve aver provato emozioni e gratificazioni a non finire nella sua ricerca -, la sua ultima fatica, dicevamo, è veramente una perla: si intitola ‘Firenze al cinema’ e, giustamente introdotto dalla prefazione di uno che Firenze l’ha… girata in tutti i sensi, quale Leonardo Pieraccioni, ci consegna una summa dei film realizzati nel capoluogo toscano come mai si era vista prima.
“Firenze e la Toscana sono sempre stati per me dei punti di riferimento giornalistici – spiega Borghini -. Ho scritto le biografie dei fiorentini Odoardo Spadaro, don Milani, Fosco Giachetti, ho scritto diversi libri sulla Fiorentina dal pionierismo agli anni recenti, ho dedicato un libro a ‘Amici miei’, che possiamo considerare un inno alla fiorentinità. E negli ultimi due libri – ‘Il primo cinema non si scorda mai’ e, appunto, ‘Firenze al cinema’ -, ho raccontato la storia dei cinema fiorentini e dei film girati a Firenze, catalogando ben 320 pellicole, tra quelle girate e quelle ambientate in città. Nessuna delle pubblicazioni antecedenti era arrivata a un numero così elevato”.
Perché, quindi, Firenze è diventata una superstar cinematografica?
“Perché è una delle città più belle del mondo, perché è una delle più conosciute, perché negli anni Venti del ‘900, a Rifredi, vi erano degli stabilimenti cinematografici, perché dagli anni Trenta agli anni Sessanta a poco meno di 100 chilometri vi erano gli Studios di Tirrenia e venire a girare a Firenze era comodo e, infine, perché la storia di Firenze e di molti fiorentini importanti ha fornito lo spunto per la realizzazione di tanti film”.
Per te Firenze è…?
“Tutto. Firenze è una città difficile, i fiorentini sono diffidenti e scettici e per questo è un’impresa titanica essere profeti in patria. È il motivo per cui tanti giovani se ne vanno. Fare il giornalista è di per sé una professione non facile, soprattutto agli inizi, quando, se non hai santi in paradiso, nessuno ti dà una mano. Fare il giornalista in televisione, e per oltre trent’anni in maniera continuativa come sono riuscito a fare io, richiede professionalità, determinazione e anche una buona dose di fortuna…”.
Parlando di enogastronomia, quali sono i tuoi vini e piatti fiorentini preferiti?
“La cucina toscana mi piace in tutte le sue declinazioni e, nonostante il proliferare di ristoranti che propongono cucine esotiche, preferisco andare sempre sul sicuro, anche se comprendo che questo è un mio limite. Se devo scegliere a quale piatto dare la priorità, vado diritto sulla ribollita e sulla bistecca alla fiorentina. Per il vino non ho dubbi: Brunello di Montalcino. Come apertura e chiusura vanno bene gli antipasti tipici e i cantuccini di Prato con Vinsanto… certo rinunciare al cacciucco sarebbe un bel sacrificio!”
Nuovi progetti editoriali?
“Concluderò la trilogia cinematografica dedicata a Firenze e alla Toscana con la pubblicazione del libro ‘La commedia cinematografica toscana da Amici miei al Ciclone’, che è già ultimato e sarà presentato a primavera. Quarantacinque anni di cinema made in Toscana, che ha avuto una così lunga storia grazie ai successi ripetuti di Monicelli (sul quale mi sono laureato), Benigni, Nuti, Benvenuti, Giovanni Veronesi, Ugo Chiti, Virzì, Francesco Bruni, Pieraccioni, Panariello… senza dimenticare il ruolo fondamentale della famiglia Cecchi Gori”.
E allora… aspettiamo primavera, Borghini! Intanto, navighiamo curiosi tra le pagine del tuo ultimo libro e magari vediamo o rivediamo qualcuno dei 320 film con Firenze al centro dello schermo e del cuore. Accompagnando il tutto, saggiamente, con il Brunello o con il Vinsanto…
Io ho letto con gran piacere il libro di Firenze al cinema e non vedo l’ora di leggere anche il prossimo! Grazie!