Il sangiovese scorre nel bicchiere con quel suo colore un po’ scarico ma con tutto il carico di profumi della Toscana. A guidare la prima degustazione in apertura di questa settimana di Anteprime è “Uno scampolo di Sangiovese, un grande vitigno per grandi territori” degustazione delle annate 2015,2016,2017 con cui abbiamo ben iniziato questa immersione nel vino della Toscana.
Le nuove annate vitivinicole creano sempre un clima di grande attesa. I Consorzi di Tutela della Toscana di Maremma Toscana, Montecucco, Carmignano, Colline Lucchesi, Valdarno di Sopra, Orcia, Consorzio Terre di Pisa, Consorzio Chianti Rufina hanno presentato collettivamente la loro produzione.
Toscana 2030
E con l’inaugurazione della settimana delle Anteprime 2020 si è cercato anche di fare un salto nel futuro guardando alla Toscana del 2030 che ha tre certezze: mercati, enoturismo e innovazione. Una tavola rotonda, condotta da una voce note della Radio nazionale come Tinto, ha dato i numeri di una Toscana vitivinicola in crescita. Un futuro che punta alla qualità e sul riconoscimento forte del territorio, tanto che Marco Remaschi, assessore regionale all’agricoltura, ha ben accolto positivamente la proposta dei Consorzi di inserire la parola “Toscana” nell’etichetta dei vini, per aggiungere valore ad un prodotto già molto apprezzato e conosciuto in tutto il mondo.
“I numeri dicono che la Toscana è una regione che punta sulla qualità”, ha continuato l’assessore Remaschi, citando i dati Ismea (l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare). “Sono 58 i riconoscimenti tra Dop (52) e Igp (6) che interessano la produzione regionale, che si attesta per quanto riguarda la vendemmia 2019 a 2,6 milioni di ettolitri; dei circa 59mila ettari del vigneto toscano, ben 56mila risultano destinati a denominazioni certificate, per una percentuale del 96%, che supera di gran lunga la media nazionale del 62%. Traducendo i volumi in valore, limitatamente ai vini Ig, la produzione imbottigliata vale complessivamente quasi un miliardo di euro: 793 milioni di euro circa per le Dop e 168 milioni per le Igp. Una scelta di qualità confermata dalla richiesta di mantenimento delle superfici esistenti da parte dei Consorzi, che hanno preferito dunque lavorare sul livello qualitativo, già altissimo, investendo ad esempio sull’innovazione”.
Enoturismo verso il futuro
Non poteva mancare l’enoturismo, che guarda alla futuro pensando alla sostenibilità oggi richiesta dal mercato. Un settore che deve “vendersi” insieme al territorio, al prodotto che lo rappresneta, alle sue professionalità, all’arte in cui la regione è immersa.
Insieme all’assessore all’Agricoltura della Regione Toscana Marco Remaschi, Fabio del Bravo di ISMEA, Francesco Mazzei presidente di Avito, Donatella Cinelli Colombini presidente del Consorzio Vino Orcia e Roberto Scalacci della Regione Toscana.
Un vino “fatto” 2500 anni fa…
Presente anche il prof Attilio Scienza, Ordinario di Viticoltura dell’Università di Milano, che ci ha affascinato con il racconto dell’esperimento enologico che ha ripercorso, dopo 2.500 anni, la produzione del mitico vino dell’isola di Chio: Nesos, realizzato all’isola d’Elba dall’azienda Arrighi alla maniera degli antichi greci. Un vino che poi abbiamo assaggiato e che ci ha sorpreso davvero…