Non sarebbe male riprendere in mano il libro di Collodi, Pinocchio. L’occasione potrebbe essere quella di andare al cinema a guardare il nuovo film sul burattino, creato magistralmente da Matteo Garrone. Quando Carlo Lorenzini lo scrisse, mise in evidenza l’Archetipo della conoscenza e della crescita di noi stessi. Sono scorsi secoli, sono state fatte rivoluzioni sociali, culturali e tecnologiche, ma l’uomo sembra restare immobile quasi immutato nei suoi rapporti interpersonali. Verità o bugie? Ed è in mezzo a questa dualità che si crea lo spazio di “non sapere”, dove si può annidare la disinformazione che, attraverso la velocità della rete web, si amplifica generando continui buoni o cattivi da giudicare.
La notizia falsa, oggi conosciuta con il neologismo di “Fake News” è sempre esistita.
Bugie per screditare l’avversario, oppure mezze verità sapientemente manipolate per arrecare un danno sono sempre esistite. Le possiamo ritrovare negli scritti dell’Antica Roma, quando Ottaviano lesse pubblicamente il testamento di Antonio, per screditare il rivale, dipingendolo come un debosciato. Uno zimbello di Cleopatra regina d’Egitto, affermando anche che Antonio fosse sotto l’influsso di filtri tanto da non essere padrone di se stesso. Grazie a questa scientifica operazione di screditamento, Augusto distrusse la Repubblica ed instaurò l’Impero. Praticamente venne applicata l’antica saggezza di Sun Tzu celata tra le pagine del suo libro “L’Arte della guerra”. “Il meglio del meglio non è vincere cento battaglie su cento, bensì sottomettere il nemico senza combattere”. Quindi orientare le opinioni delle persone sfruttando le circostanze.
La fake news quali danni possono recare?
Non solo le false notizie recano danni al sistema democratico, ma inducono i cittadini, i quali stanno divenendo abitudinari delle loro scelte politiche tramite le voci del web, ad oscillare tra l’essere informato male e l’essere disinformato. Praticamente grazie a una continua frammentazione percettiva, non si ha una visione completa della situazione. Chi non conosce la propria natura si agita mosso da paura o speranza, due opposti, ma entrambi radicati nell’incertezza.
Il poeta Carducci e le accuse da san Miniato
Questo paradosso successe a Giosuè Carducci, il quale subì un vero e proprio “processo verbale” per una falsa notizia che si sparse sul suo conto. Lo raccontò lui stesso in “Confessioni e Battaglie”, due volumi contenenti i suoi scritti più vivaci, di politica e letteratura. Nel racconto delle “risorse”, descrive la sua esperienza di insegnante di retorica a San Miniato al Tedesco e la spensierata serenità che il paese offriva mangiando prelibatezze. Tra tartufo (LEGGI il nostro articolo sull’oro bianco di San Miniato), amore e gioco.
Il surreale fu un’indagine che coinvolse tutte le più alte cariche toscane, dal prefetto di Firenze al Ministro dell’Istruzione Pubblica. Delle malelingue accusarono il Carducci di non aver avuto una condotta idonea ed esemplare quale insegnante. Raccontarono di averlo visto entrare nel caffè del paese, e dopo aver bevuto birra, iniziare ad insultare i cittadini di san Miniato, tenendo un dibattito politico di pensiero liberale e ateo. Accompagnando il tutto da alcune bestemmie.
Non mancarono le infinite testimonianze di aver sentito con le proprie orecchie ed assistito di persona alle ingiurie del Carducci. Molte sottolineavano che essendo anche il venerdì Santo antecedente la Pasqua, il tutto era inammissibile. Quindi degno di arresto ed epurazione dal suo lavoro di educatore. Il “processo” andò avanti per circa un mese, fino alla presentazione della prova che il Carducci in tale data nemmeno si trovava a San Miniato. Era presso la madre nella città di Firenze. Carducci abbandonò la città, concorse per la cattedra di Arezzo, ma le accuse, le dicerie del suo liberalismo erano giunte al Governo Granducale, tanto che gli rifiutarono la cattedra.
L’evoluzione della notizia falsa, a fake news
Le fake news si sono evolute con la rete internet, fino a velocizzarsi impulsivamente tramite i social, creando due fazioni opposte polarizzate ai due estremi. L’inganno è fare leva sul dubbio, intaccare una convinzione grazie alla mancanza di conoscenza dell’argomento. Ma se nelle crisi possiamo trovare le migliori soluzioni, la saturazione di notizie false dovrebbe essere la spinta per investire maggiormente nella conoscenza. Prima di tutto educando bambini e ragazzi a cercare più informazioni per costruirsi un’idea personale.
Dobbiamo investire maggiori risorse per migliorare e trasformare in alleati i mezzi oggi più potenti: i social network. Migliorarci per non avvalorare la banalità, per non tornare indietro ai tempi della caccia alle streghe, permettendo a manipolatori di screditare le persone semplicemente eliminandole dalla scena con la calunnia di false notizie
Stessa cosa nel campo alimentare
Nel web c’è il buono e il cattivo. E ognuno tira l’acqua al suo mulino. Bisogna informarsi bene e capire come stanno le cose prima di non acquistare più un alimento. E’ quando accaduto tempo fa con l’allarme sulla carne rossa. Siamo tutti d’accordo che è l’abuso che danneggia l’organismo al pari di ogni altro eccesso. Un’altra bella trovata commerciale che la rete ha resto “quasi vera” è il grano Kamut. Molti lo ritengono perfino un antico grano egiziano!