Il paesaggio che conosco meglio é la mia Toscana. Le dolci colline rigate dai tralci di vite, che seguono con precisione geometrica la natura. Le macchie scure di cipressi (tanto care ai macchiaioli) sparse in qua e là a fare ombra a se stessi. Strade bianche sterrate che si snodano in mezzo a case coloniche un tempo semplici, oggi ristrutturate con magnifica imponenza. Oggi vorrei parlarvi dei colori della Val D’Orcia e di Montalcino.
Spesso parliamo di questo piccolo e prezioso borgo dominato da una fortezza pentagonale con torri irregolari. Fin dal trecento presenti ai numerosi assedi delle battaglie medioevali. Troviamo il palazzo Comunale, i loggiati di Piazza del Popolo, e la splendida chiesa di Sant’Agostino, dove gli affreschi trecenteschi del coro raccontano le parole di Sant’Agostino.
Entrando in città
Annesso alla chiesa si trova il convento, che è stato restaurato e nel 1997 riportato alla visione del pubblico ospitando il Museo Civico Diocesano di Montalcino. Come spesso accade in piccoli borghi, il Museo può contare su un immenso patrimonio artistico. Al suo interno, una delle più importanti collezioni d’arte della scuola senese medioevale. Dal duecento al cinquecento, arricchita da ceramiche e preziose stoffe dell’epoca.
La magia di Sant’Antimo
I nostri borghi sono spesso impreziositi da antiche abbazie che sorgevano sulla strada verso la cristianità, come luogo di accoglienza, ristoro e preghiera (conosciuta successivamente come via Francigena).
Tra Montalcino e Seggiano si trova l’abbazia di Sant’Antimo. Oltre ad essere uno splendido esempio di stile romanico lombardo francese, cela un’aura di mistero medioevale.
Il sigillo di Carlo Magno
Si trova nelle carte papali che Carlo Magno, di ritorno da Roma nel 781, che percorrendo la Francigena, giunse a Sant’Antimo e pose il suo sigillo per la fondazione.
Sono moltissimi i territori del comune, dalle carte di Enrico III ai documenti papali. Sotto l’abbazia vi erano 96 castelli, 85 monasteri, chiese e pievi. Il possedimento principale era il castello di Montalcino inglobato dentro le mura della fortezza. Il viaggio degli occhi si fa più lento al tramonto, e spingono il visitatore verso le tante meraviglie per il palato che questo territorio offre a profusione.
Montalcino città del vino e del miele
Miele e olio extravergine di oliva condiscono sublimi e semplici prodotti della terra. Ma il classico Brunello, vino rosso da invecchiamento è celebre ovunque così come il festival jazz. Rosso di Montalcino, Moscadello di Montalcino ( bianco da dessert) e la Doc Sant’Antimo sono la compagnia ideale per assaporare le bellezze di un viaggio in un borgo fatato, Qui l’atmosfera del paesaggio dona una serenità senza pari. La compagnia ideale di una fuga romantica dedicata a noi stessi. Ricordando il motto latino di Orazio: “Nunc est bibendum, Nunc pede libero pulsanda tellus” (ora bisogna bere, ora bisogna far risuonare la terra con libero piede)
Dove mangiare e dormire:
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[…] a pedali. In un domenica di metà maggio sulla strada bianca che da Castiglion del Bosco sale a Montalcino sono comparse due figure dal passato. Le bici originali e in sella, Andrea Bartali e Faustino Coppi, […]