Taurasi dal color rubino. Viaggiare, scoprire e gustare. La voglia di riscoprire antichi borghi della nostra penisola mi ha portato ad assaggiare un vino meraviglioso. Color rosso rubino con riflessi granata. Sapore secco e profumo ampio invecchiato di almeno tre anni, direi  “gaudioso”. È il vino Tauriasi, e questa definizione gli venne data da Giosuè Carducci, dopo che la fama dei vigneti era già stata celebrata dallo storico Tito Livio.

Taurasi dal color rubino, scoprendo Taurasi

Taurasi è un borgo affascinante, arroccato su di un’ altura circondato da mura medioevali rinforzate di torri. Vi abitarono i sanniti, che avevano gli insediamenti tra Benevento e Avellino. L’anima del paese è medioevale, piccole stradine di pietra e abitazioni con grandi portali di legno antico, un castello che ospitò anche Torquato Tasso, vigila da secoli il borgo.
Il castello, conosciuto come Palazzo Marchionale, fu costruito dai longobardi nel VII secolo e ampliato poi dai normanni nel XIII. L’edificio ospita oggi l’importante Enoteca Regionale e una biblioteca specializzata sull’enologia.

Un borgo e il suo (raro) vino

L’Italia è benedetta dalla presenza  di borghi come Taurasi. Borghi che non tutti possono conoscere ma il vino Taurasi DOCG (oggi Taurasi rosso), non può non esserlo prima di tutto per la sua bontà. Poi per le 50 aziende vitivinicole, che organizzano eventi, congressi e degustazioni.
Il fascino discreto e silenzioso del borgo. La chiesa Collegiata di San Marciano Vescovo, originaria del XII. I meravigliosi palazzi come Palazzo de Angelis, in largo Casale, costruito in pietra locale e malta idraulica con soffitti a volta a botte e a crociera al piano terra. 

Taurasi, rinata dopo il terremoto

E ancora Palazzo Vaschi, Palazzo D’Ambrosio, Palazzo Maffe, Palazzo Ferri, Palazzo Santoli, Palazzo Silano e Palazzo degli Uberti che con grande volontà  son tornati a nuovo splendore, dopo il grave terremoto del 1980. Una regione, la Campania bellissima e spesso “aburata” dall’uomo. ma anche dalla natura che prima del 1980, e solo per restare nei secoli a noi vicini,  fu messa in ginocchio dalla distruzione della natura sia nel 1910 e nel 1930. Tanto che Giuseppe Ungaretti  dedicò una poesia nelle sue “prose di viaggio” intitolata Calitri, altro bellissimo borgo medioevale in provincia di Avellino.

assaggiando il taurisi

Per adesso  godiamoci questo meraviglioso vino “Taurasi”. Lo facciamo pensando che il color “sangue di piccione” non sia solamente adattabile a una pietra rubino. Ma alla meravigliosa semplicità di gustare, viaggiare , conoscere e volteggiare nel cielo.