Articolo di Enrico Zoi per Viaggiare – Ancora Chicago perchè Chicago è sempre Chicago. Ci vuol tempo per vedere una delle metropoli più grandi degli Stati Uniti, città dell’Illinois sul Lago Michigan. Chi mi ha seguito sa che il nostro diario americano è partito da qui per poi terminare a New York.
Terzo giorno. Chicago: Messico e nuvole.
Saltata la colazione casalinga in vista dello Special Brunch dell’Egg Harbor Cafè di Geneva (uno dei migliori della zona, e se lo dice Irene…), ritorno pomeridiano a Chicago. Una Chicago diversa. Le nuvole, oggi, sui grattacieli ci conducono nel Messico del National Museum of Mexican Art e nel quartiere Pilsen. Colori, lotte di libertà, teschi, croci, sacro e profano che si intersecano come le strade colorate dai murales.
Quarto giorno. Chicago dal battello
Tra Picasso, Miro e i grattacieli dal battello attraversiamo Chicago in una strana e affascinante atmosfera di sindrome di Skyscraper. Il balletto architettonico dal punto di vista del Chicago River ci conduce spesso con lo sguardo in alto e, lassù, tra riflessi di eleganti fiancate e squarci di vento, si ascoltano i suoni della città, mentre, sorridenti, brillano musimagici occhi di anime birichine, come quella di Francesco Nuti, purtroppo fresca di cambio dimensione. Tutta colpa del paradiso…
La promessa del vero piccante
Alla sera, Irene ci ha promesso del piccante vero e le alette di pollo del Buffalo Wild Wings di Aurora restituiscono all’anziano avventore fiorentino (io) il gusto vero del peperoncino. Le labbra bruciano, le orecchie si dilatano verso nuove dimensioni, le narici si scoprono umide e pulsanti di aria, respirano! L’anziano avventore fiorentino attendeva da anni questo momento di liberazione!
Quinto giorno. Relax con sorpresa finale.
Dopo una giornata di relax, serata mangereccia in un localino tipico messicano di North Aurora, il Juquilita Tacos . Lo gestisce una simpatica signora che ci fa pure la foto ricordo familiare (la soddisfazione grande di essere con i nostri figli Irene e Filippo!) in quanto primi consumatori di alcool (birra) della sua gestione: praticamente le hanno dato la licenza il giorno prima.
Il controllo dei passaporti per la maggiore età è dunque rigoroso: infatti, viene richiesto anche ai due anziani avventori fiorentini!!! Ottimi tacos e burrito per cena. Buona pure la birra. Ambiente dominato dal giallo e dall’arancione, cromaticamente ben intonato all’abbigliamento di Raffaella. O viceversa.
Tovaglia da Gran Premio di Formula 1. Prezzi contenuti. Arredamento studiato in un’ottica etnica di assoluto piacere visivo nel suo essere sobriamente kitsch, se mi passate l’ossimoro… Insomma, niente da eccepire… Ah, alla signora siamo piaciuti al punto che ci ha pubblicato sulla pagina Facebook del locale!
Sesto giorno. Chicago: una mattina al museo.
Field Museum of Natural History . Ovvero dinosauri, apocalissi preistoriche, l’evoluzione della vita sulla terra… Capitolo affascinante di storia universale e cosmica, fonte di una marea di interrogativi… Quanto piccoli sono gli esseri umani, sia nel tempo che nello spazio? Come è possibile comprendere una durata di centinaia di milioni di anni? Perché esiste la materia, qualcosa, qualunque cosa? Dove finisce, se finisce, l’infinito? Non cerco risposte. Sono troppo belle queste domande…e poi domani ci attente la Grande Mela!
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