Articolo di Enrico Zoi  per Viaggiare – Un giugno oltre oceano – Atlantico – merita un diario.  Riflessioni a briglia sciolta fra cronaca, viaggio, pranzi e cene. Un segmento narrativo tra Chicago (e dintorni) e New York, alla ricerca di un nuovo centro di gravità temporaneamente permanente. Jet lag permettendo.

I primi due giorni

Diario americano: primo giorno. Oak Meadow (Aurora)

La sera precedente, scalo – da Monaco – all’O’Hare International Aiport di Chicago. Siamo nel Midwest, Illinois nordorientale, sulle sponde del lago Michigan. Breve cena messicana con quesadillas al Pub 56 Food & Craft Brews , uno dei pochi pub di Aurora – la città che ci farà da base – che non chiude presto la sera.

1 quesadillas Pub 56 Food & Craft Brews (2)

1 quesadillas Pub 56 Food & Craft Brews (2)

Dopo un sonno ristoratore, il primo giorno è dedicato al recupero dai dissesti del fuso orario, con breve passeggiata per Oak Meadow, dove siamo alloggiati. Borgo elegante, tranquillo, verde, con i coniglietti e gli scoiattoli che spilluzzicano erbetta, cibarie e vita tra i molti giardini, un’oasi assai americana, tra pickup e bandiere a stelle e strisce, rilassante e a suo modo… inquietante!

Sì, perché, dietro le facce delle case ben ordinate, che volti si nascondono, che anime? Un caos strisciante potrebbe risplendere tra le pareti? Una chiazza d’umido sarebbe capace di condurci in un profano aldilà di paurosi sottoservizi? La bellezza della realtà è il black mirror sempre pronto ad agire, ma è anche l’ultima spes dell’umana bontà, da non sopprimere mai.

Il dubbio sa che deve insinuarsi – macabro, altalenante, liberatorio – in ogni vicolo e anfratto dell’apparenza. Affinché questa non ci inganni, ma ci restituisca echi imprevedibili di libri letti, film visti, canzoni ascoltate, arte ammirata. Echi che sono i soli (qui sostantivo e aggettivo plurale) capaci di restituire al nostro spirito il fascino elegantemente santo e diversamente diabolico del mistero.

L’effetto del jet lag si fa sentire! Cambiamo registro e pensiamo alla cena

Cena a Naperville. La pizzeria si chiama Lou Malnati’s in Naperville e fa parte della catena di Lou Malnati  dove, consigliati dalla nostra tour operator preferita (la figlia Irene), assaggiamo la leggendaria Deep Dish di Chicago, ottima e nutriente pizza, che personalmente copro di peperoncino. Breve parentesi: essendo una zona piena zeppa di messicani, è molto facile trovare il peperoncino, anche parecchio piccante (ne riparleremo) ed è quasi ovvio specificare che ne abbiamo fatto una scorta buona per diverse settimane!

Deep Dish Lou Malnati prima volta w

Deep Dish Lou Malnati prima volta 

Secondo giorno. Chicago

Il secondo giorno lasciamo Aurora e Oak Meadow per scoprire che Chicago è cammino e collage di foto ed emozioni, è grandezza a tratti roboante e più alta del respiro umano. Chicago è acqua e riflessi virati blues, famiglia e notturni panorami ai quali ci condurrà l’albero dai cento piani, donandoti una percezione ulteriore, inattesa, luminosa.

Finché non arriviamo al famoso Cloud Gate/The Bean, fagiolo spettacolare assolutamente non commestibile. Ecco, mettersi davanti al Cloud Gate di Anish Kapoor è solo una delle posizioni. Esempio ricreativo di Kamasutra artistico, The Bean (il fagiolo, appunto), lo puoi vivere accanto, e poi intorno da più angolazioni, ma anche al di sotto a mo’ di nucleo dell’atomo e volendo pure da lontano nel percorso che conduce al centro della AT&T Plaza.

Il fagiolo

Siamo nel Millennium Park, tra il Park Grill ed il Jay Pritzker Pavilion. The Bean merita decisamente una visita e uno sguardo insieme critico e spensierato. Arrivarci poi nel bel mezzo del Chicago Blues Festival garantisce un’adeguata colonna sonora e un clima di festa e ritualità. La sua leggerezza estetica e visiva cancella le circa cento tonnellate di peso. Il calore dell’accoglienza ambientale che lo pervade riscalda l’acciaio inossidabile che lo forma. Le scommesse della materia si possono manifestare in vari modi. Diversi e coinvolgenti, come la stessa vita. Specialmente se stiamo parlando di un cancello verso le nuvole.

la Zoi family sotto il fagiolo

la Zoi family sotto il fagiolo

Cena classica statunitense

Cena classica statunitense, sempre su indicazione di Irene, al Cheesecake Factory At John Hancock Center , conclusa con la specialità della casa, naturalmente il cheesecake!

E poi su fino al novantaseiesimo e ultimo piano del Signature Lounge at the 96th Floor (John Hancock Towers), per spararsi una birretta Voodoo Ranger e soprattutto rimanere fulminati dallo show della Chicago notturna vista dall’alto. Mamma mia che impressione!

Il nostro viaggio continua. Sarà un percorso che i nostri lettori potranno seguire e, perchè no, provare!Seguite Gustarviaggiando!

Enrico Zoi