Il comparto del vino per l’Italia è tra i settori più importanti e, in un mondo che cambia velocemente, domandarsi come viene percepito dai consumatori è utile e necessario.

L’agenzia Pr Comunicare il vino ha affidato al suo centro studi interno, diretto dal semiologo Elvio D’Ancona, un’indagine su un campione di 217 persone.  Lo studio, condotto tra ottobre 2023 e gennaio 2024, ha messo in evidenza come la percezione del vino e il suo consumo stiano cambiando.

Dopo aver analizzato le opinioni culturali, le abitudini di consumo e le preferenze comunicative legate al mondo del vino, è emerso un quadro di grande interesse e utilità per il settore.

I VINI ABRUZZO AL WINE PARIS

Differenze generazionali

La differenza tra le varie fasce d’età prese in esame, ha mostrato come per i giovani il vino sia soprattutto un simbolo della tradizione e non un’abitudine quotidiana mentre per i più anziani il vino è un elemento culturale profondo legato alla convivialità.

In pratica i giovani sono interessati al vino ma ne fanno poco uso, sanno che è un elemento legato alla cultura ma è un problema che non si pongono in pratica “Il vino è sì cultura, ma è cultura degli altri”.

Il consumo medio annuo più alto riguarda la fascia d’età tra i 56-65 con 46,63 litri, mentre i giovani tra i 25 e i 30 anni si fermano a 18,42 litri annui.  Il divario non è solo nei consumi ma anche nella comunicazione.

Alla ricerca delle storie

Mentre le generazioni più mature ricercano un linguaggio più descrittivo e tecnico del prodotto che ne dimostri la qualità, i giovani cercano la narrazione. Il vino è emozione e l’arte del narrare si presta a trasmettere emozioni. Dallo studio, che ha usato un sistema più accurato rispetto ad altri tipi di indagine, è emersa anche la richiesta da parte dei più giovani di informazioni digitali sul vino. Interessano le storie dei produttori e delle cantine, la loro esperienza sul campo e le note di degustazione.

Un segnale per il settore

L’indagine mostra come ormai sia necessario per il settore del vino usare nuove strategie di comunicazione che puntino sulla digitalizzazione dell’informazione diretta.  Rinnovare quindi le proprie fonti di informazione (non basta più avere un sito tanto per capirsi), usare un linguaggio con meno tecnicismi,  imparare l’arte del narrare.

Le aziende oggi  hanno quindi un compito: diffondere la cultura del vino che non avviene più  nell’ambito di un’abitudine familiare ma passa proprio attraverso di loro, dove la nuova narrazione del vino si fa anche spinta alla sostenibilità e al rispetto dell’altro.

Da qui si evince come sia diventato un elemento prioritario per le aziende, di un settore che deve affrontare un mercato sempre più competitivo,  investire in comunicazione facendosi guidare da professionisti del settore e  formare il personale preposto a raccontare la storia aziendale.

Rinnovare il linguaggio del vino, farne un racconto che possa fondersi con il linguaggio dei giovani consumatori sicuramente meno pomposo e altisonante. Il mondo del vino è fatto di storie meravigliose che aspettano solo di essere raccontate.

Roberta Capanni

Robertacapanniwine@gmail.com