Angelo Savelli, ovvero – da Firenze verso il mondo – Pupi e Fresedde. Teatro di Rifredi, tante produzioni nazionali e internazionali, ricerca, approfondimento, curiosità, zero confini, imagine all the people sharing all the world… Da qui, da queste radici multietniche e policrome, nasce la prolifica attività creativa e realizzativa del regista stabile di Pupi e Fresedde.
Un’attività sempre unita all’intelligenza e alla verve di Giancarlo Mordini, direttore artistico del Teatro di Rifredi, e all’azione organizzativa e produttiva del socio Francesco De Biasi.
Angelo Savelli, una vita per il teatro (con ristoranti!)
“Una vita per il teatro – racconta il regista – significa pure tanti viaggi per vedere gli spettacoli degli altri ma anche, per fortuna, per portare in giro i propri. Teatro, viaggi e ristoranti sono sempre stati per me un trinomio indissolubile. Fatale. Prima, nella preistoria della mia vita, c’erano solo tre aree gastro-esistenziali: il Casentino, Firenze e la Sila calabrese.
Con i loro rispettivi santi patroni gastronomici: il tortello di patate, la ribollita e la pasta al forno ripiena con uova, melanzane, caciocavallo e polpettine. Poi sono iniziati i viaggi di ricerca folklorica nel Meridione d’Italia per preparare quella che sarebbe diventata la poetica e lo stile della nascente Pupi e Fresedde. All’orizzonte sono allora apparsi cicere e trie, frittata di scammaro, strascinate con formaggio di pecora, rigatoni alla norma, culurgiones e fregola con le cozze”.
Oltre i confini teatrali e gastronomici
“Il destino ha voluto, poi, che Pupi e Fresedde diventasse fin dal suo nascere una compagnia di rilievo internazionale – prosegue Savelli -. E se nel prologo di questa avventura, cioè l’apprendistato nella compagnia di Carlo Cecchi, avevo girato in lungo e in largo tutta la nostra penisola – con annesso pellegrinaggio per mense e tavole calde (e con conseguenti intossicazioni e gastriti dovute alla rottura del cordone ombelicale con la cucina materna, prima che il sodalizio con Giancarlo Mordini mi rimettesse in riga sui binari del sano e piacevole mangiare) -, mi sono poi ritrovato a viaggiare per mezzo mondo scoprendo deliziosi sapori cosmopoliti: dalle ostriche dell’Atlantico all’arroz negro di Barcellona, dai menu alla birra di Vilnius allo sciroppo d’acero di Monreal, dal cabrito asado di Aranda de Duero all’hummus medio-orientale”.
La scoperta della Turchia
“Con l‘hummus medio-orientale – conclude il regista -, mi fermo dalle parti della Turchia, secolare maestra di cucina. Uno dei miei più amati successi teatrali è stato senza dubbio “La bastarda di Istanbul”, tratto dall’omonimo libro della prestigiosa scrittrice turca Elif Shafak. Non a caso, i diciotto capitoli di quel meraviglioso romanzo portano i nomi degli ingredienti di uno dei dolci più originali e gustosi della cucina turca. E non è forse un caso che ad interpretare quello spettacolo ci fosse un’originale artista turca, Serra Yilmaz, che, oltre ad essere una brava attrice, è anche un’ottima cuoca. Cannella, ceci, zucchero, nocciole tostate, vaniglia, pistacchi, grano, pinoli, scorze d’arancia, mandorle, albicocche secche, semi di melagrana, fichi secchi, acqua, uva passa, acqua di rose, riso: insomma un paradisiaco e demoniaco Ashure al cianuro di potassio. Buon appetito, Teatro!”
L’avventura stagionale del Teatro di Rifredi sta per cominciare. Stiamo collegati con http://www.toscanateatro.it/, perché la fiamma del teatro non si spegne mai…