C’è un piccolo comune del Messinese che è anche un piccolo gioiello, racchiude storia, tradizione, cultura contadina, gastronomia.
Situato alle falde del monte S. Cuono sui Nebrodi occidentali, Pettineo si presenta come un caratteristico centro collinare delimitato dai fiumi Tusa e Santo Stefano. Autorevoli scrittori come il Fazello sostengono che Pettineo tra le sue origini dell’antichissima “Pythia”, una delle più ricche e famosa città della Sicilia. Fu feudo di Manfredi Maletta, nel secolo XII, poi passò sotto Federico II a Francesco Ventimiglia Conte di Geraci.
I pettinesi sono in giro per il mondo, In Italia, In Toscana. Alcuni giovani studiano all’università di Pisa e Firenze. Uno di questi, laureatosi, ha fatto ritorno alla natìa terra e lavora in agricoltura. Francesca Uva studia a Firenze e alcune volte ha rappresentato il suo paese d’origine.
C’è chi ha messo su ristoranti a Roma e Milano, ma l’emigrazione è finita anche in Germania e Francia con successo. Un pettinese ora divenuto manager, sta a Pisa e coordina le attività di una nota azienda di gelati in Toscana.Pettinesi girovagi si trovano in Toscana anche a Fucecchio, Malmantile, Scandicci, altri risiedono sulla splendida collina fiorentina di Fiesole. Ma Pettinèo dov’è? Che pecularietà possiede?
Pettinèo, con l’accento sulla seconda e, per non sbagliare, è un borgo di circa 1300 abitanti tra lembi di macchia mediterranea, lo sguardo rivolto verso le isole Eolie, irto su un piccolo colle di 300 metri a soli 6 chilometri dal mare.
Giallo limone e azzurro mare
E che mare.. mare azzurrissimo, limpido ricco di riflessi
azzurri. Qui anche in pieno
inverno si pesca, tre piccole imbarcazioni ogni mattina verso le 10,30 tornano
dal loro giro di cattura.
Gennaio è il mese
delle seppie, grandi e possenti, e di altri pesci, ma anche i polpi
abbondano, e i pescatori locali con le loro speciali reti li tirano su a bordo.
Vita dura quella dei pescatori, ma anche dei contadini che sono rimasti. Un tempo Pettineo poteva contare su una popolazione di oltre 3000 abitanti. Ma l’agricoltura non sfama più, si cercano allora alternative.
Le vicine città Palermo, Catania, Messina, l’assai più vicina e ricca Cefalù a meno di 30 chilometri, Santo Stefano di Camastra è meno distante ancora. Col tempo si emigra in giro per l’Italia e anche all’estero, e succede anche ora. Il centro storico soffre, le case vuote, contenitori che potrebbero essere inseriti in un piano di recupero deciso e robusto. Eppure le strade che conducono alle splendide chiese sono curate, nuove pavimentazioni, nuovi cestini per la piccola raccolta rifiuti con scritte che fanno pensare.
Questo è Pettineo.
Ma si pensa al lavoro, come è giusto che sia. Afferma con chiarezza l’attuale sindaco Domenico Ruffino a capo di una nuova giunta civica insediatasi nel giugno 2017: “Il punto centrale che è il nocciolo della questione, è il lavoro. Proprio qualche giorno fa un ventenne pettinese mi ha chiesto consiglio perché ha trovato lavoro in Germania. Ha detto che gli mancherà questa terra, i rapporti di paese, gli amici. Noi come Comune possiamo amministrare, non trovare lavoro, però nel nostro piccolo cerchiamo di creare le condizioni perché i posti di lavoro crescano e i giovani restino qua.
Ci sono da rilanciare agricoltura, turismo, ambiente. Ci sono segnali di cambiamento. Abbiamo intercettato finanziamenti per più di 5 milioni, li investiremo nella scuola, attività sportive, centro storico, ambiente, un nuovo turismo e rilancio del nome della cittadina.” Sì, perchè Pettineo fa parte della associazione nazionale dei Comuni Fioriti, dove il comune siciliano ha fatto la sua buona parte nel raduno nazionale a Pomaretto in Piemonte. E’ chiamato il paese degli ulivi secolari (ce n’è uno spettacolare che ha 1000 anni).
Il limone in Seccagno
Ma è anche il paese di un territorio ricco di agrumeti con il prodotto agro alimentare trazionale (P.A.T.), il Limone in Seccagno. Da questo agrume nasce la famosa Granita tipica al limone in seccagno di Pettineo, di cui il Comune terrà una Sagra nel prossimo Agosto di quest’anno chiamata “Festa del Limone in seccagno”, e a cui verranno abbinati anche concorsi e corsi di cucina.
Nella gastronomia pettinese spicca la salsiccia, è composta da carne di suino lavorata con finocchietto selvatico di questa vallata. Adatta per le salse, ma anche arrostita raggiunge il suo massimo del gusto. Una verà bontà per il palato al pari dell’altra salsiccia al peperoncino: una delizia da assaporare in mille modi.
Santa Oliva la patrona di Pettineo
A Maggio si tiene la gran festa per
Santa Oliva, patrona di Pettineo, una tradizione consolidata da
tempo. Per
l’oro di queste parti ovvero l’olio di Pettineo si attende
il prossimo disciplinare ministeriale: “Lavoriamo per ottenere il riconoscimento della tipicità del nostro
olio” dichiara il sindaco”.
Non è finita. Per
incentivare un nuovo turismo saranno istituiti nuovi percorsi ciclo turistici
e di trekking nel territorio pettinese. ” Valorizzeremo il territorio” precisa Domenico Ruffino, ” e
tutti ne trarranno beneficio, è tempo di cambiare passo”.
Infine la parte dell’Arte: qui, nella vallata, c’è la Fondazione “Fiumara d’Arte” del mecenate pettinese Antonio Presti che ha dato ai territori di queste parti numerose istallazioni, ricche di indubbio fascino, come la Finestra sul mare, La Piramide che sorge sul 38° parallelo, il labirinto di Arianna e tante altre.
“Dobbiamo creare un percorso comune che coinvolga tutti i territori” sottolinea a tal senso il sindaco, il quale pensa a come coinvolgere ancora di più le associazioni pettinesi. Qui infatti si fa teatro con una specifica costituita attività, c’è un organizzato gruppo Avis, vicino alla Chiesa Madre c’è la sede della Società Agricola, poco distante la Società Operaia, importanti realtà fondate a metà dell’800, ed entrambe tutt’ora operanti.
“Può sembrare retorico e utopistico, ma la nostra amministrazione deve lavorare per il bene comune, i piccoli comuni come il nostro soffrono delle poche certezze, ma non dobbiamo arrenderci. Se tutti faranno la loro parte, ce la potremo fare “, chiosa e conclude il sindaco.
Grazie