Per dove mangiare a Firenze inauguriamo questo 2020 con un classico: Osteria del Porcellino. Ammettiamolo: nel cuore di Firenze non sempre è facile trovare una buona trattoria non solo da stranieri. Come abbiamo detto tante volte in molti hanno fatto dell’esposizione di tagli di carne appesi il “biglietto da visita” dell’autenticità. Così girando per il centro di Firenze si vedono “osterie” che espongono parti di animali e bistecche offrendo una visione cruenta che sicuramente allontana i sempre più presenti vegetariani. Ci sono poi “osterie” dove trovi l’improbabile ricetta degli “Spaghetti alla Bolognese” o (udite udite) una ricetta anni ’80 come “le fettuccine all’Alfredo”. Questo per dire che la parola Osteria non è sempre garanzia di un’ottima cucina territoriale.
Osteria del Porcellino: nel cuore di Firenze
Iniziamo dal Porcellino. Siano nel cuore di Firenze tra Palazzo Vecchio e ciò che è rimasto di un antico quartiere fiorentino abbattuto per far posto alla patinata Firenze Capitale.(LEGGI il nostro interessante articolo). Il “porcellino” è in realtà un cinghiale in bronzo di Pietro Tacca commissionato dal Granduca Cosimo II de’Medici nel 1612 e fuso nel 1633. L’opera è posta su un lato della Loggia del Mercato Nuovo mentre un tempo si trovava dalla parte di via Por Santa Maria. Divenne poi una fontana al servizio dei mercanti e oggi la copia in bronzo ha il naso “color oro” essendo lucidato dai turisti che ogni giorno lo toccano nella speranza che porti fortuna. (L’originale del Tacca si trova al Museo Bardini. ) Insomma l’Osteria del Porcellino è in quello che un tempo era il cuore, anche commerciale, di Firenze.
Dentro la trattoria del Porcellino
Entri e capisci di essere in un posto accogliente. Legno, mattoni, solai a travi, quadri, bottiglie di vino, l’accoglienza di un “oste” dal modo di fare semplice ma elegante e camerieri che sembrano sapere il fatto loro. La trattoria esiste dal 1969 e offre cucina toscana. Basta sfogliare il menù per rendersi conto di una proposta semplice e pienamente ancorata al territorio. In cucina Francesco Ferraro e Salvatore Gallo che talvolta aggiungono qualche gustoso guizzo di creatività senza dimenticare la tradizione.
Ribolllita alla Frantoiana, Carabaccia (introvabile!), Pappardelle al sugo di cinghiale, Gnocchi alla Norcina, Tortelli di patate con ragù bianco di cinta senese e funghi porcini, Tagliolini al nero di seppia e pecorino pepato, pici all’anatra.
Antipasti classici ma anche spunti diversi come l’aringa marinata con cipolle e rape rosse. Per i secondi ovvia la presenza della Fiorentina a cui segue la classica tagliata ma anche agnello alla griglia con cicoria saltata, cinghiale in umido alla maremmana servito con polenta, ossobuco alla fiorentina con fagioli all’uccelletto, pollo in fricassea.
Sui dolci oltre a cheesecake ormai richiesto da tutti spiccano crostate, pere cotte al vino, zuccotto alla fiorentina, crème caramel (che sa di creme caramel e non di budino!).
A pranzo il menù è veloce e con 15 euro puoi mangiare un primo e un secondo tra due proposte dal menù del giorno. Per esempio un’ottima minestra di fagioli e dell’arista al forno con patate.
La carta dei vini ospita nomi che sicuramente gli stranieri cercano ma ci sono proposte interessanti di vini del territorio anche meno blasonati. Ben presente Ruffino.
“L’ oste”: il patron Enzo Ferrara
Su tutto lui, il patron, che ha un sorriso per tutti che si aggira con fare cortese tra i tavoli chiedendo se è tutto a posto. Enzo Ferrara che accoglie amici, clienti, clienti ormai amici, turisti con il suo “saper fare accoglienza”. All’Osteria del Porcellino è facile imbattersi in qualche volto noto, dalla politica cittadina e non allo spettacolo. Tutti apprezzano l’atmosfera che la trattoria offre sia a pranzo che a cena.
Poi esci e passeggi tra la maestosità e la magia che la visione di Palazzo Vecchio offre sia di giorno che di notte, attraversi il piazzale degli Uffizi , torni verso destra ti godi il Ponte Vecchio. Cosa volere di più?
Ciao amico mio sei un grande. Tutto ottimo dal cibo all’accoglienza continua così Francesco guerra di colobraro. ?