Il Pratomagno è un grande massiccio che si trova al centro della Toscana, fra Firenze e Arezzo e divide in due il Casentino dal Valdarno.Una grande e storica montagna percorsa fin dal medioevo dai pellegrini dove dal crinale si può scorgere le due vallate.
Il grande prato in cima al monte
Pratomagno. Più esattamente un massiccio, che sfiora i 1600 metri famoso per la grande croce in ferro e per l’origine curiosa del suo nome.
Il Pratomagno, “grande prato”, è speciale perché non ha una cima ma circa venti chilometri di prato a segnare il suo punto più alto.
Una curiosità morfologica che gli dona il rispetto degli abitanti che a lui guardano.
Quando da qui passò Annibale
Sul Pratomagno, narra la leggenda, è passato anche Annibale. Era il 217 a.C. quando con le sue truppe si spostò da Fiesole a Arezzo nel corso della seconda guerra punica passando da qui.
La storia qui ha lasciato molte tracce e non solo del celebre condottiero. Tante le chiese, le pievi e i piccoli borghi presenti che sono testimonianza della storia vissuta da questo grande massiccio. Qui per anni sono state stanziali le popolazioni barbariche del nord. In particolare i longobardi che hanno lasciato la loro impronta nel meraviglioso pulpito della Pieve di Gropina.
Il medioevo poi ha visto nascere tante abbazie oggi famose (Vallombrosa) e altre di cui rimangono solo ruderi (Badia Santa Trinita).
Un grande prato per quattro stagioni
Sul grande prato disteso in vetta si può godere di panorami straordinari su mezza Toscana. Consigliamo dopo essersi goduti un po’ la vista di optare per una delle tante passeggiate possibili. Più o meno impegnative, ma tutte su sentieri ben segnalati.
L’ambiente naturale e la vegetazione sono davvero incredibili.
Ogni stagione è buona per vivere il Pratomagno. In inverno si può passeggiare sulla neve, magari facendo una bella e ciaspolata. In primavera si trasforma in un giardino naturale dove fioriscono mille varietà di fiori che riempiono la cima di tanti incredibili colori. Bellissime soprattutto le fioriture delle orchidee e dei narcisi.
L’estate sarà l’occasione per distendersi e godere appieno dei grandi prati, incontrare le mucche e i cavalli che pascolano bradi. Da non perdere le passeggiate estive nelle notti di luna piena. Solo il silenzio e il sibilo del vento vi farà compagnia quando vi stenderete a rimirar un cielo incredibile di stelle. Una visione incredibile!
L’autunno e la magia del fall foliage
Ma la stagione in cui il Pratomagno è imperdibile è l’autunno dato che il suo foliage è considerato uno dei più belli d’Italia.
I colori caldi di mille sfumature riempiono quella che le persone del posto chiamano semplicemente la montagna di infiniti toni.
Gialli, ocra, arancioni, rossi. Una tavolozza infinita che saprà conquistare tutti gli amanti del genere. State certi che vi trovate in una delle zone del foliage più celebre e non solo in Italia.
Non solo vetta. Le sorgenti
ll fascino del Pratomagno non si limita solo alla conquista della sua speciale vetta. Meravigliosi i boschi di faggio, castagno e quercia che in ogni periodo dell’anno riempiono l’aria di odori e colori diversi. Se a questo paesaggio bucolico abbiniamo la vita delle acque il quadro è completo. Tante sono le sorgenti presenti. Molti i ruscelli che più in basso si trasformano in ruscelli freschissimi con pozze naturali perfette per bagnarsi per i più coraggiosi.
Il monte dispensa
Tanti piccoli paesi e borghi sono nati come abbiamo detto dal medioevo in poi sul crinale. Si sono sviluppati per la magia di questa montagna-dispensa che da sola è riuscita a fornire linfa vitale agli abitanti. Nei boschi si trovava legname, carbone e castagne. Sui crinali si coltivava in piccoli fazzoletti cereali, patate e più a valle i celebri fagioli zolfini (LEGGI il nostro articolo!). La carne, la lana, il latte e i loro derivati venivano dai pascoli di montagna dei pastori locali.
Il transvoltatore australiano
Il Pratomagno è molto conosciuto e popolare anche in Australia. Questo legame fra il nuovo mondo e il massiccio toscano ha il nome di Herbert John Hunkler un famoso trasvolatore australiano che su questi prati, tentando un atterraggio di fortuna trovò la morte nel 1933.
L’uomo di Sasso del Pratomagno
Un ammasso di pietre ordinate che compare a chi sale al Pratomagno quasi all’improvviso al termine di un tratto pianeggiante del massiccio. Un punto di riferimento per tutti quelli che frequentano la zona. Ma cos’è? É l’uomo di sasso del Pratomagno alto quasi tre metri. Ma qual’è il suo significato?
Una pietra in segno di buon auspicio e la sua leggenda
Un monumento naturale nato dalla tradizione della montagna. Quando affrontarla e scavalcarla non era proprio un gioco d ragazzi.
Fin dal Medioevo così, chi transitava da queste parti aveva preso l’usanza di lasciare una pietra come segno di buon auspicio. E così, pietra dopo pietra si è formato questo curioso monumento naturale.
Secondo una leggenda popolare il suo nome deriva dalla presenza di una pietra che assomigliava ad una faccia d’uomo. Una faccia che peraltro sarebbe stata quella di uno dei Conti Guidi che fino al XV secolo erano i padroni della montagna.
Altre ipotesi dicono che l’uomo di sasso, di cui pare esistessero sul crinale altri simili ma più piccoli, fosse messo lì dai liguri che qui vivevano in epoca preromana. Fra tutte le ipotesi la più probabile però è che sia stato costruito dai pastori come punto di riferimento.
La Croce: il suo simbolo
Un riferimento storico, geografico e religioso. La grande Croce è sicuramente il simbolo di questa montagna che separa le due vallate. Venne realizzata nel 1928 in omaggio a San Francesco nel settimo centenario della sua morte, ma probabilmente nello stesso luogo ne esisteva precedentemente una di legno.
I suoi oltre venti metri di altezza la rendono visibile da tutto il Casentino e da tutto il Valdarno.
Come arrivare
Il percorso più semplice e veloce per salire al Pratomagno, consigliato anche a chi è meno pratico, è sicuramente l’Autostrada A1. Il casello di uscita è quello di Valdarno. Da qui si prosegue in direzione di Loro Ciuffenna e si sale poi in direzione delle frazioni montane fino ad arrivare alla Trappola. L’itinerario conduce al traforo di valico per poi girare a destra fino al ristorante Da Giocondo. Da qui si sale ancora per circa un chilometro fino al rifugio La Fonte del Duca. Qui si parcheggia e proseguiamo a piedi. Per arrivare alla Croce del Pratomagno c’è circa mezz’ora di cammino.
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