Da Arezzo ci sono tre strade che percorrono il Valdarno andando verso il capoluogo della Toscana. Una strada, la SR9 segue il corso del fiume. L’ Autostrada del Sole che corre veloce e lascia solo intravedere le bellezze del territorio. Infine la strada dei SettePonti, la Cassia Vetus romana. In realtà la strada era stata tracciata dagli Etruschi a mezzo monte sul Pratomagno e collegava Firenze con Roma passando per Arezzo e Chiusi.
Toscana: la via dei Setteponti, il Valdarno da vivere slow.
Prima della costruzione dell’autostrada era questa la via più frequentata. E proprio a una decina di km da Arezzo si trova un bel ponte romanico a schiena d’asino con sette arcate che pare abbia ispirato il famoso ponte sullo sfondo della Monnalisa di Leonardo da Vinci.
Una via ricordata già nel X secolo
L’itinerario della via dei Sette Ponti viene ricordato in un documento della fine del X secolo, come via Sancti Petri, percorso consigliato per i pellegrini che si recavano a Roma. Una serie di pievi plebane di architettura romanica metteva “in sicurezza” la strada. San Pietro a Pitiana, San Pietro a Cascia, Santa Maria a Scò, San Pietro a Gropina, San Giustino Valdarno.
A Ponte a Buriano vale la pena di fermarsi. La Riserva Naturale Ponte a Buriano e Penna accoglie uccelli migratori, uccelli acquatici di rara bellezza.
Una visita al Borro
La strada incontra poi Castiglion Fibocchi. A San Giustino Valdarno vale la pena di visitare il borgo del Borro (LEGGI della nostra esperienza di vendemmia al Borro). La tenuta oggi di proprietà dei Ferragamo ma un tempo dei Savoia. Le colline a vigneto, altre dedicate alla coltivazione dell’olivo, mostrano un paesaggio toscano classico e regala, a chi vorrà intrattenersi, ottime degustazioni in loco.
Dopo il ristoro il nostro itinerario sulla via dei Setteponti può proseguire verso il piccolo borgo di Gropina per visitare la Pieve intitolata a San Pietro. Un gioiello dell’architettura romanica, oggi dichiarato Monumento nazionale sorta su edifici di più antica datazione.
Continuando è Loro Ciuffenna ad accoglierci. Il borgo medioevale ha nel centro storico il più antico mulino ad acqua della Toscana ancora funzionante. Insediamento etrusco, Loro Ciuffenna prende il nome da torrente su cui, appunto si trova il mulino.
Maiali toscani e fagiolo zolfino
Siamo in una zona ricca di prodotti particolarissimi e unici. I maiali allevati sul Pratomagno danno prosciutti saporiti famosi in tutta Italia. La terra qui è ricca di sostanza solforosa e permette la coltivazione del famoso fagiolo zolfino.(LEGGI) Buccia fine, caratura piccola, il fagiolo zolfino è facilmente digeribile e molto saporito. Oggi ha ritrovato viene venduto a caro prezzo ma vale davvero ciò che costa.
A dire il vero in questo percorso non mancheranno le specialità da cercare e gustare. Lo stufato alla sangiovanese ( in fondo la ricetta)con un mix di erbe che lo rende unico (oggi si sta sperimentando anche una birra con le stesse botaniche proprio sul territorio), il pollo del Valdarno un tempo sodo e gustoso, il sedano costolino, o i ceci piccoli e pieni di sapore, la melanzana violetta, la pera coscia e la meravigliosa pesca regina di Londa di cui abbiamo tanto parlato. (Tra le altre cose a Terranova Bracciolini c’è la gelateria Cassia Vetus che con il gelato alla Pesca Regina di Londa ha vinto molti premi)
I vini del Valdarno, una parentesi prima di riprendere il cammino
Nel 1716 il Granduca Cosimo III de’ Medici provò a regolamentare la produzione vitivinicola toscana. Con un editto, ormai famoso, dette un’anticipazione delle moderne denominazioni di origine. Lo scopo era regolamentare quelle che all’ epoca erano le zone più note e per questo le più soggette a falsificazioni.
Quattro le aree individuate: il Chianti, il Pomino, il Carmignano ed il Valdarno di Sopra. Le prime tre furono quasi immediatamente comprese fra le denominazioni istituite fra la fine degli anni Sessanta mentre il Valdarno di Sopra venne aggregato al Chianti dei Colli Aretini. Proseguiamo il nostro viaggio in Toscana lungo la via dei Setteponti godendoci il Valdarno in modo lento o come si dice oggi, slow.
Da alcuni anni per fortuna un gruppo di produttori ha iniziato a produrre vini di alto profilo qualitativo. Sangiovese capofila e vitigni alloctoni, come Merlot, Syrah, Cabernet Sauvignon, Franc e Chardonnay e vitigni autoctoni come il Pugnitello o la Malvasia Bianca. Tornata a nuova vita la produzione come DOC autonoma sta oggi regalando prodotti di qualità eccellente.
Paesaggi di Toscana: le balze
Preparatevi perché la Toscana offre paesaggi variegati, ora dolci, ora aspri, ora lussureggianti ora erosi nei secoli dagli eventi atmosferici. Siamo entrati nel territorio delle Balze, visione suggestiva di calanchi e canaloni. Qui il ritiro delle acque di un lago del Pliocene ha reso possibile questo paesaggio così particolare fatto di insenature argillose, pendii, anse.
Per averne uno scorcio suggestivo, conviene arrivare, a pochi minuti da Loro, nel piccolo borgo di Persignano, (7km da Loro) incastrato e protetto dalle Balze.
Passeggiate salutari e visioni uniche
Muovendoci verso la nostra meta, senza mai lasciare la Setteponti , arriviamo sotto a Piantravigne. Sul cucuzzolo la vista è spettacolare. Se si ha fiato buono e voglia di camminare ci sono nella zona tante possibilità di passeggiate salutari. Vale davvero la pena quindi cercare il sentiero del CAI che si può imboccare fuori dal borgo di Castelfranco di Sopra (basta chiedere). 2 km di camminata ad anello sul “sentiero dell’acqua zolfina” per vedere la vista più bella delle Balze, un Gran Canyon nostrano che al tramonto regala grande emozione.
A 9 km da Castelfranco di Sopra ( in Toscana esiste anche CastelFranco di Sotto ma si trova in provincia di Pisa) si incontra un altro importante centro della zona: San Giovanni Valdarno. Fiorentino per nascita in paese si può ammirare il Palazzo d’Arnolfo del 1200 dove è conservato l’originale del Marzocco, il leone seduto che regge uno scudo con il giglio fiorentino simbolo del potere di Firenze.
La città di Masaccio nell’itinerario della via dei Setteponti
Comune fondato dai Fiorentini durante la colonizzazione di nuove terre e la fondazione di nuove città , il suo centro storico presenta la struttura della città romana, con al centro la piazza da cui partono i due assi principali perpendicolari fra loro, da cui diramano le vie secondarie. Qui nacque Masaccio il pittore che dette avvio al Rinascimento fiorentino e qui si trova la sua casa oggi museo e galleria. Da visitare anche e il museo della Basilica di Santa Maria delle Grazie e godere di un’opera su tavola del Beato Angelico.
Passato San Giovanni a pochi km troviamo Montevarchi. La città di confine divisa tra Arezzo e Firenze che tu teatro di cruente guerre tra le due rivali.
A questo punto puntiamo verso Firenze. Ma questo percorso ve lo raccontiamo al prossimo articolo. Intanto la Toscana, la via dei Setteponti e il Valdarno slow. E ora gustatevi lo stufato alla Sangiovannese.
Stufato alla Sangiovannese
Carne di manzo
- 2 chili carne di manzo preferibilmente nel muscolo
- 3 pomodori maturi
- 1 cipolla rossa
- 1 scorza la scorza di un limone edibile
- 20 grammi di spezie come cannella, coriandolo, chiodi di garofano, zenzero
- 1 bicchiere vino rosso toscano
- 1 mazzetto prezzemolo
- 1 spicchio aglio
- 1 carota piccola
- 1 gambo sedano
- 100 cc olio extra vergine di oliva toscano
- 1 rametto rosmarino
- 20 grammi concentrato di pomodoro
preparare prima di tutto il brodo mettendo in una pentola con acqua con 2 litri di acqua ossa di bue con la loro cartilagine, 1 carota, il sedano, mezza cipolla, 1 pomodoro e sale. Per fare un buon brodo ci vogliono almeno 5 ore di cottura lenta. Poi va filtrato per togliere il grasso in eccesso. Si può fare anche il giorno prima avendo cura, una volta freddato, di riporlo in frigorifero per non farlo irrancidire
fare un battuto di molto prezzemolo, poco rosmarino, mezza cipolla e la scorza i mezzo limone
far rosolare in almeno 10 cucchiai di olio EVO
tagliare la carne a pezzetti e farla dorare nel soffritto fino a quando non smetterà di buttare acqua. Girare con il mestolo
Quando l'acqua si è asciugata sfumare con il vino rosso. Fate evaporare
aggiungere le spezie e il concentrato di pomodoro e i due pomodori e allungare con il brodo
mettere a fiamma bassa e far cuocere, girando di tanto in tanto, e aggiungendo altro brodo quando serve.
fate cuocere per almeno 4 ore
Bello tutto l articolo. Io ho assistito al litigio tra una massaia di Montevarchi e una di San Giovanni per le varianti tradizionali della ricetta, ci tengono tanto!! Buon appetito