I misteri di Palazzo Vecchio. Per i fiorentini questo è quel magnifico palazzo in Piazza della Signoria, che abbiamo visitato spesso ma forse non sempre attentamente.
A volte evoca i ricordi adolescenziali, di quando ci entravo per andare all’ufficio anagrafe del comune, o in qualche ufficio burocratico. Ma anche come ricordo di visite curiose accompagnando degli amici non fiorentini.
Il Palazzo Vecchio di Dan Brown
Poi nel momento storicamente coincidente con la mia età della ragione mi sono trovata a scoprirlo più attentamente. A leggere tra le righe le meraviglie che ci sono state lasciate in custodia dei tempi.
Sono a scrivere queste piccole curiosità, perché leggendo sulla cronaca del giornale scopro che in Firenze in questi giorni di maggio sono iniziate le riprese del film di Ron Howard ” Inferno”. Tutti i misteri di palazzo vecchio in quest’opera tratta dall’omonimo romanzo di Dan Brown. Francamente che sia il film a ricordare a tutti noi alcune meravigliose conoscenze del luogo mi ha fatto venire l’idea di scrivere qualche riga.
Fra guelfi e ghibellini
Senza soffermarmi sulla struttura architettonica e sulla parte storica più conosciuta e ovunque raccontata, mi piacerebbe trasmettere qualcosa di meno noto. La contrapposizione tra Guelfi e Ghibelini che ha sempre infiammato gli animi della città di Firenze è presente ovunque. Riconoscibile dalle merlature: merlatura squadrata delle torri per la parte ” Guelfa”, merlatura a ” coda di rondine per i Ghibellini”.
L’affresco “sbagliato” di Leonardo Da Vinci
Ed eccoci ai fatti forse più salienti. Tra i misteri di Palazzo Vecchio è uno dei più celebri. Le cronache dei tempi, raccontano che nel 1504 una delle più importanti dispute artistiche della storia dell’arte si ebbe in Palazzo Vecchio nel salone dei Cinquecento.
Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti furono convocati per affrescare la Sala del Consiglio con scene di due battaglie fondamentali nella storia della Repubblica Fiorentina.La Battaglia di Anghiari e la Battaglia di Cascina.
Il risultato finale artistico della competitiva vicenda fu che Leonardo realizzò un affresco bellissimo ma molto delicato. Questo a causa della tecnica sperimentale encaustiva che usò. Fin dall’inizio diede al maestro notevoli problemi. L’affresco si deteriorò quasi subito facendo colare i colori.
L’affresco mai fatto da Michelangelo
Michelangelo, invece, non realizzò mai l’opera e non si conoscono le ragioni. Unica testimonianza che rimane dei due capolavori sono i disegni preparatori e i racconti dell’epoca. Questi tramandano il ricordo di una sfida inedita fra due giganti del Rinascimento Italiano. Alcuni disegni preparatori sono la “tavola Doria” (attribuita a Leonardo). Qui è rappresentato un particolare della battaglia di Anghiari, ma il quadro spari dal ” controllo” del patrimonio artistico italiano nel 1939. Riapparve nel 1992 in una banca di Ginevra presso la quale era custodita e dai suoi nuovi proprietari, la società buddista Soka Gakkai.
L’enigma del vasari
Un accordo internazionale con il Giappone, permette che la tavola sia esposta per quattro anni nel paese dei suoi proprietari e per due anni in Italia. In armoniosa alternanza.
Il Vasari che dipinse successivamente altri affreschi all’interno del Salone dei Cinquecento era anche un grande estimatore del maestro Leonardo. Nel dipingere la sua “Vittoria di Cosimo I a Marciano in Val di Chiana” ci ha lasciato un’enigma che non è ancora stato svelato.
Infatti non si è mai accertato se lo dipinse sopra al dipinto di Leonardo, cancellando il precedente oppure lo ” salvò in onore del grande maestro. Un particolare nel dipinto del Vasari reca in alto in una bandiera che sventola la scritta “CERCA TROVA “. L’idea più moderna dice che la criptica frase sia un riferimento a un verso dell’Inferno di Dante.
Ma questo è solo uno dei tanti misteri di Palazzo Vecchio…