San Valentino ai tempi di Roma. Qui ci conduce la nostra Elena Tempestini per raccontare la storia della festa di San Valentino. Noi aggiungiamo un dolce programma per una cena afrodisiaca…

Consigli per la cena di San Valentino

Prima di tutto un consiglio: non mangiate carne. Se gli antichi romani sgozzavano barbaramente agnelli noi vogliamo un mondo migliore senza sofferenze per nessuno, quindi cena leggera.
Senza appesantirvi (e la carne  richiede dalle 3 alle 4 ore per essere digerita) perché per festeggiare bene è importante rimanere lucidi!
Se poi siete tra coloro che ancora non hanno fatto il salto di qualità, ricordate almeno di finire il pasto con dell’ananas o papaia che ricche di enzimi come la bromellina  e la papaina facilitano la digestione delle proteine.
Qualche altro consiglio per la vostra cena a lume di candela?  No a fritture o grigliate. Sì a un buon bicchiere di vino (ma uno solo) meglio se stuzzicante come vero champagne. Per finire? Un cioccolatino all’ananas!

 rose per San Valentino
Foto di Jill Wellington da Pixabay

San Valentino ai tempi di Roma. Storia del giorno degli innamorati.

San Valentino ai tempi di Roma. “L’amore non vuole avere, vuole soltanto amare” (Hermann Hesse). Amore che parola importante ci troviamo davanti. Sì perché nel bene o nel male, in un mondo che non riconosce e non sa applicare la parola amore a tutto tondo, il 14 di febbraio si celebra la festa degli innamorati: San Valentino.
Ma come nasce questa giornata che celebra l’amore di una coppia? Il viaggio ci porta nell’antica Roma, nelle feste pagane che come abbiamo già letto per la candelora, festeggiavano l’avvio alla rinascita del sole ad accogliere la primavera e i futuri raccolti. Siamo alle feste chiamate dei Lupercali, l’ultima festività pagana che ancora esisteva in Roma antica, alla nascita del cristianesimo come religione riconosciuta e alla soglia del primo Papa.

San Valentino ai tempi di Roma

Ai tempi di Roma

I romani erano un popolo che viveva di coltivazioni e pastorizia. Erano devoti a tutti i protettori della natura. Faunus veniva chiamato Lupercus e per essergli devoti, a protezione dei greggi, il 14 febbraio si celebravano i Lupercali.
La giornata venne scelta da Romolo e Remo e consisteva in un giorno di purificazione a favore della fertilità della terra e per accogliere la primavera che era  alle porte, portatrice di abbondanti frutti.
Venivano sacrificati agnelli e capre. Sgozzati con un coltello che poi veniva appoggiato sulla fronte di due giovani ragazzi. I sacerdoti venivano chiamati Luperci e il sacrificio avveniva sul monte Palatino, presso la grotta sacra di Luperco dove si racconta che la lupa avesse allattato Romolo e Remo.

Un rito di purificazione

Questa era la giornata durante la quale chiunque avesse voluto purificarsi, poteva sperare in un anno migliore e un matrimonio più fertile e sereno. Nel 496, il primo Papa, Gelasio, volle abolire la festa pagana dei Lupercalia. La soppresse con la celebrazione di San Valentino, santo che si era dedicato tutta la vita a diffondere l’amore per il prossimo. Questa la storia di San Valentino, il santo dell’amore.

Da quel momento in tutto il mondo si celebra il 14 febbraio San Valentino. Il giorno è riconosciuto da tutte le chiese, anglicana, cattolica e ortodossa. 
Chiaramente lo sfruttamento della festa di San Valentino intesa come festa degli innamorati è piuttosto recente , ma il senso della parola amore a tutto tondo è ciò che fin dall’antichità l’uomo ha cercato. Il benessere della serenità e degli affetti. Un viaggio del quale l’uomo non può farne a meno. (LEGGI 6 mete italiane romantiche dove andare a San Valentino)