Mestre. Tutti parlano di Venezia e quasi mai nessuno di Mestre, che però guarda alle spalle la città di Marco Polo e Carlo Goldoni. Le dona spazio per i servizi e per la residenza, l’aiuta. Accade infatti che questo operoso centro dell’entroterra lagunare. Citato per la prima volta in un documento del 710, sia oggettivamente meno ameno del ben più noto capoluogo di regione.

Mestre, l’ombra di Venezia

Del resto, quante città al mondo possono competere in bellezza con Venezia? Io dico che si contano non oltre le dita delle due mani. Mestre sostiene Venezia, dunque, e quest’ultima le sbatte in faccia tutto il suo fascino e la sua storia. Né la si può accusare per questo. È più forte di lei, non se ne può esimere. Ciò che possiamo fare, però, è provare a raccontare Mestre. Per mostrare che tale località, sede municipale fino al 1926 e poi ‘frazione’ di Venezia, ha i suoi scorci, le sue bellezze, il suo appeal.

Ricordi d’infanzia

Certo, il sottoscritto, pur non tornandovi da molto. Troppo tempo, non ha una visione oggettiva. A Mestre, infatti, alla fine degli anni ’60, ho fatto quasi tutta la scuola elementare (all’epoca si chiamava così, non primaria). Dalla seconda alla quinta. Alla ‘Cesare Battisti’ che ricordo con un grande cortile interno in cui le classi aspettavano in formazione il momento del loro ingresso in aula. A Mestre, tra Via Napoli e Via Genova, ho avuto il mio primo incidente in biciclett. Io solo sfiorato, il mio amico, che forse si chiamava Pierluigi, investito in pieno da un’automobile, per fortuna senza conseguenze. Allora però giurai che non sarei più salito su una due ruote a pedali, tanto fu lo spavento!

Odissea nello spazio

A Mestre, ho visto per la prima volta il film che considero il capolavoro del cinema di tutti i tempi. 2001: Odissea nello Spazio, di Stanley Kubrick, l’Omero, lo Shakespeare, il Dante del grande schermo. E devo ringraziare per questo (e non solo!) il mio babbo Manrico. A Mestre, ho fatto, con la mia famiglia, delle amicizie meravigliose che ancora resistono alla sfida del tempo. Senza temere alcuna usura, né le problematiche della lontananza.

A spasso nel centro storico

Dei luoghi ricordo la vecchia Piazza Ferretto. Cuore storico e salottiero, introdotta dalla Torre di San Lorenzo, o Torre delle Ore, o Torre Civica, o Torre dell’Orologio,. Che nasce nel 1108 come casa-torre della famiglia trevigiana dei Collalto, ma viene in seguito inglobata nel Castello di Mestre. Demolito fra Settecento e Ottocento. Prima di essere intitolata al partigiano Erminio Ferretto, trucidato dai nazifascisti nel 1944. Fu, nelle sue origini medioevali, piazza del mercato e, agli inizi del secolo scorso, capolinea della rete tranviaria. Per questo sempre più ricca di esercizi commerciali, e sede quindi del Teatro Toniolo, situato in una piazzetta vicina. Nonché del settecentesco Duomo di San Lorenzoe del Palazzo Da Re, sotto il cui portico aveva sede fino al 1913 il mercato delle granaglie.

Quella mozzarella in carrozza…

Per me però Piazza Ferretto era la passeggiata domenical. Con fuga in un vicolo laterale dove una piccola rosticceria vendeva delle ottime mozzarelle in carrozza! Oggi, dopo il restyling del 1997 ad opera dell’architetto Guido Zordan, la piazza, pedonalizzata dalla metà degli anni ’80 del ‘900, si presenta molto diversa da come la conoscevo da bambino. Né tutti i Mestrini hanno apprezzato la ristrutturazione, dividendosi, novelli Guelfi e Ghibellini, tra favorevoli e contrari. Al sottoscritto personalmente la nuova versione di questo piccolo grande luogo dell’infanzia non dispiace: per gli altri, l’unica soluzione è andare a constatare di persona!

La città delle contraddizioni

D’altronde, che la città sia quasi naturalmente un crocevia di contraddizioni paesaggistiche è dimostrato anche dal plastico contrasto di altre due sue realtà: da un lato, i dodici forti del campo trincerato di Mestre, realizzati fra Ottocento e Novecento (Forte Marghera, Forte Carpenedo, Forte Gazzera, Forte Sirtori, Forte Mezzacapo, Forte Manin, Forte Bazzera, Forte Rossarol, Forte Pepe, Forte Cosenz, Forte Tron, Forte Poerio), dall’altro il sistema dei parchi urbani, con il Parco Alfredo Albanese, per tutti Parco della Bissuola; il San Giuliano, vicino alla Laguna, il più grande d’Italia; e il Bosco di Mestre, sorto per iniziativa di Gaetano Zorzetto e sviluppato in tutta la terraferma.

Piccoli e grandi personaggi

Cultura, gastronomia, fortezze, verde urbano, e poi i moderni palazzi di Corso del Popolo. Così grandi per il sottoscritto bambino da fargli credere di essere a Milano. Gli amici d’infanzia invecchiati con me e sempre grandi amici (i quali mi scuseranno per qualche possibile inesattezza od omissione): Mestre è tutto questo e molto altro ancora. E poiché è innanzi tutto un luogo del cuore, vorrei concludere con un ricordo affettuoso di due persone che non ci sono più: Una è Franca, madre dei miei amici. Piccola grande donna che, dalla natia Torre del Greco, ben presto arrivò a illuminare Venezia. Mestre e poi la sua e la mia famiglia grazie alla luce naturale di cui aveva ampia e serena dotazione. L’altro è il maestro Silvio, bravissimo nelle spiegazioni, paziente, elegante e grande narratore di storie della prima guerra mondiale (un must nel Veneto). Capace di tenere una classe di diavoletti in silenzio e con la bocca felicemente aperta per lo stupore. Cosa vuoi di più dalla vita?