Venezia nel cuore, nel senso che ti rimane nel cuore. Venezia va visitata come se foste veneziani, come tutte le città, aspirare l’aria di tutti i giorni, frequentare locali non turistici. Ci sono città, troppo turistiche, che mi stanno antipatiche per principio. Non mi sento mai turista ma viaggiatrice e non amo comprare ninnoli ricordo o mangiare in trattorie e bar “per turisti”. Io le città le voglio vivere, ma non sempre è possibile farlo.
Venezia è una di queste. C’ero stata diverse volte e fin da bambina l’avevo sempre vissuta male. Troppa gente, e talmente bella da sembrare finta. Poi, l’anno scorso, mia mamma ha espresso il desiderio di voler vedere Venezia. Un viaggio a tre, con mamma e sorella, lasciando tutto il resto della famiglia a casa, un viaggetto solo per noi, di quelli che ogni tanto bisognerebbe proprio fare.
la scelta del Sestriere: Cannaregio
Pochi giorni ma “veneziani” per quanto possibile. Quindi scelta di un sestiere: Cannaregio, quartiere esteso e popolato. Qui c’era il Ghetto, un luogo ricco di storia e di storie. Il sestiere è collegato a quello di Santa Croce con il Ponte degli Scalzi e quello della Costituzione mentre la via d’acqua principale è il canale di Cannaregio che collega il Canal Grande con la Laguna.
L’hotel scelto è piccolo, in un palazzo antico ma non storico, in Corte Barbaro, da cui si raggiungono facilmente tutte le bellezze di Venezia, che mia madre vuol vedere. Il Ca’ d’oro si affaccia su canali dove si svolge il lavoro quotidiano: qui non passano le “gondole” e si affacciano i balconi di case “normali”. Non ha un ingresso grande da hotel ma una porta piccola come quella di un’abitazione.
Turiste non turiste
Ci piace. Ci sentiamo a casa e meno turiste che in un albergo di catena, sicuramente bellissimo, ma impersonale. In breve tempo ci orizzontiamo: siamo a pochi passi da Campo Santi Apostoli, una tipica piazza veneziana. Ci sono bambini che giocano, il giornalaio, passanti con in mano le borse della spesa fatta al Mercato di Rialto, si sente anche “parlare veneziano” !
Facciamo un giro esplorativo e individuiamo un paio di ristoranti e osterie che ci attirano, giriamo per calli, esploriamo, annusiamo. (LEGGI sui bacari veneziani) Chissà perché mi ricordavo un odore meno buono nell’aria di Venezia. Ci godiamo tutto, dedicando a San Marco, il tempo che merita, ma non tutto il nostro tempo. Venezia ha tanto da dare. Cortesemente rifiutiamo gli inviti dei gondolieri, camminiamo e prendiamo i mezzi che usano i veneziani perché, a me fiorentina, non verrebbe mai in mente di prendere il “fiacchere” (il calesse con un cavallo) per andare in giro a Firenze.
La nostra Venezia estiva
Fa caldo in questa Venezia estiva, i colori sono al massimo, l’acqua riflette il sole, i palazzi sono adornati di fiori. Quando scende la sera, la luce dei lampioni si riflette nell’acqua dei canali raddoppiando ” l’ effetto Venezia”.
Si passeggia con piacere, dopo aver gustato un buon piatto di pesce e si ammirano gli scorci che si aprono, ponte dopo ponte, tra i canali. Viene voglia di diventare pittori…Questa Venezia ce la vogliamo godere così, slow. E se ci siamo persi la visita di qualche prezioso “palazzo monumento” non ci disperiamo. Sarà per una prossima volta. E’ questa la Venezia che vogliamo goderci: bellissima, tanto bella che, se non abitassi nella città più bella del mondo, vorrei vivere qui.