Bomarzo e il parco dei mostri tra l’alto Lazio e la bassa Toscana. Immaginazione e potere o potere dell’immaginazione?
L’avete capito. Nei ritagli di tempo, a me piace percorrere in lungo e in largo la penisola, in particolare l’Italia Centrale. È così che, tra alto Lazio e bassa Toscana, mi sono imbattuto (non per caso!) in due luoghi magici in cui davvero l’immaginazione è saldamente al potere. Con buona pace di Disneyland e simili.

veduta del borgo di Bomarzo arrampicato sulla cima di una parete di roccia
Il borgo di Bomarzo

Andate a Bomarzo in provincia di Viterbo e visitate questo piccolo e caratteristico borgo medievale. Curioso il suo Palazzo Orsini, frutto dell’insiemistica di diverse costruzioni, tutte del periodo centrale del ‘500, vero dominatore del piccolo paese.
Al suo interno, si trova la sede comunale, con un salone ornato dagli affreschi dei pittori della scuola di Pietro da Cortona. Un’occhiata alla Chiesa di Santa Maria di Montecasoli, e poi sarete pronti per il vero viaggio nella fantasia.
Basta infatti scendere di poche centinaia di metri dalla collina in cui sorge il centro abitato per incontrare il Parco dei Mostri . Altrimenti detto Sacro Bosco, che Vicino Orsini, sempre nel ‘500, pensò di far erigere alle pendici di un autentico anfiteatro naturale. Vi troverete immersi nel mare del mito, tra animali, mostri ed effetti speciali.

Uno dei mascheroni immerso nel bosco, fatto in pietra grigia spalanca la bocca in cima alle scale quasi come a mangiare l'ospite

Un mondo ‘altro’, che introduce realmente in una dimensione soprannaturale ed ha affascinato nel tempo scrittori. Fra essi l’argentino Manuel Mujica Lainez con il suo  romanzo Bomarzo. Registi come lo statunitense Terrence Mallick (per The Tree of Life), come il nostro Michelangelo Antonioni, che gli dedicò un documentario. Oppure come il trio formato da Herbert Wise, Warren Kiefer e Luciano Ricci (per Il castello dei morti vivi). Pittori quali Salvador Dalì, che giunse al Sacro Bosco alla fine degli anni ’30 e lo reinterpretò ne La tentazione di Sant’Antonio. O architetti come il catalano Antoni Gaudì che pure a Bomarzo si ispirò per il celebre Parco Güell di Barcellona (LEGGI).

altra statua presente nel parco dei mostri, questa è la figura di una donna seduta con un vaso in testa

E proprio da questa bellezza del capoluogo della Catalogna, unita nell’ispirazione al Parco dei Mostri, bisogna partire per andare a visitare Il Giardino dei Tarocchi, Zona di Capalbio, esattamente Garavicchio. Da Bomarzo a questo lembo di Toscana ci sono circa 85 chilometri, che si coprono in un’ora e un quarto.
Sì perché l’artista ad esso si è sicuramente ispirata franco-statunitense Niki de Saint Phalle. L’ideatrice di questa variopinta cattedrale di sculture e colori popolata di statue ispirate alle figure degli arcani maggiori dei tarocchi, si è chiaramente e felicemente lasciata coinvolgere da Parc Guell.