Un castello su una brulla collina. Un castello candido, illuminato dalla luce di questo sole potente del sud. Un sole che abbaglia. Poi fai un passo, oltre la porta, nel buio, e quell’ attimo ti toglie la vista. Quando torni a vedere ti ritrovi catapultato in un altro mondo. Ma in che secolo siamo?
Il vento di Castel del MOnte
E poi, c’è il vento. Fuori spazza i pensieri e prepara al “salto” nel tempo; dentro si insinua nelle fessure, e sussurra parole. Parole misteriose che arrivano da lontano, misteriose come questo castello dalla strana forma ottagonale: Castel del Monte.
Ora siete dentro. Nel cortile. Di nuovo nella luce del sud. Vi guardate intorno, girando su voi stessi. In alto l’azzurro del cielo attraversato di tanto in tanto da nuvole bianche leggere come piume. Siete voi e queste pietre bianche, siete solo voi e il tempo andato che rincorre il presente. Non c’è altro da fare che restare in ascolto.
Ci vuole calma per visitare questo castello così spoglio eppure così vivo. Le stanze che si rincorrono l’una dietro l’altra, le alte finestre da cui la luce filtra radente creando luminose e perfette lance dove si rincorrono le particelle di vita che inaliamo senza rendercene conto.
La posizione dominante del castello (circa 540 metri sul livello del mare) rispetto al territorio circostante doveva avere un grande effetto sui sudditi del regno di Federico II di Svevia. Fu lui a volere questa costruzione imponente intorno al 1240.
Che funzione aveva Castel del Monte?
Ma quale funzione aveva? Se nei documenti si parla di Castrum termine che indicava solitamente costruzioni destinate alla difesa, Castel del Monte pare destinato ad una corte raffinata. Infatti, non è circondato da un fossato, e non c’è ponte levatoio ma sono presenti grandi camini, bagni e rifiniture scultoree di pregio.
Perché l’Imperatore seguiva attentamente la costruzione di questo bianco castello? Per quali scopi ? Le teorie sono tante, alcune con tratti comuni, altre in netto contrasto tra di loro. Qualunque sia quella giusta una cosa è certa: la sua costruzione è stata studiata attentamente. L’orientamento, la forma, la geometria dei numeri terreni legata a quelli dell’Universo. Un mistero che si sente sulla pelle che né i restauri degli anni venti né quelli successivi, hanno tolto del tutto. Forse solo le mostre, che il castello ospita oggi tolgono per qualche tempo quella magia.
Ma le ombre, in questi casi, sanno farsi da parte, per tornare a sussurrare le loro storie solo ai veri viaggiatori, lasciando ai turisti distratti solo le belle immagini da cartolina.
Roberta Capanni