Articolo di Enrico Zoi per “Gustarviaggiando va a teatro”. Siamo stati al Teatro Puccini di Firenze per il monologo Il sen(n)o, con Lucia Mascino, di Monica Dolan. Sabato 22 marzo 2025 Lucia Mascino è approdata al Teatro Puccini di Firenze con il monologo Il sen(n)o.

Lucia Mascino davanti al manifesto dello spettacolo
Il sen(n)o
Nel piccolo gioco di parole tra seno e senno sta la chiave per entrare in questo monologo, scritto dall’attrice britannica Monica Dolan e tradotto da Monica Capuani, che già solo per il tema non può (e soprattutto non deve) lasciare indifferenti.
La storia è tutto sommato semplice. Una psicoterapeuta si trova a dover valutare un gesto mai compiuto prima, quella di una madre che ha preso una decisione sul corpo di sua figlia: in pratica, deve scrivere una relazione sulla donna che ha assecondato la bambina nel suo desiderio di avere la quinta di seno. Intorno a lei si scatena una serie di conseguenze e di reazioni sempre più fuori controllo.
Il tema è terribilmente attuale: l’esposizione precoce alla sessualizzazione e alla pornografia nell’era di internet e quanto ciò incida sulla nostra cultura. Il tutto raccontato attraverso una situazione a dir poco aggravante: è la stessa madre che induce e agevola questo processo nella piccola, piccolissima figlia.

Lucia Mascino ne Il sen(n)o
La protagonista italiana: Lucia Mascino
Dopo un enorme successo in Inghilterra, Il Sen(n)o ha debuttato per la prima volta in Italia grazie all’interpretazione di Lucia Mascino, una performance perfettamente in linea con gli sconquassi, i cambi d’umore, le salivazioni e i riflessi – a volte azzerati, a volta esplosi – che comporta il rendersi amaramente conto quale possa essere il livello di incoscienza etica che può essere indotto da un uso degli strumenti della rete dissennato, inconsapevole, colpevolmente naif.
Appare evidente da subito quanto l’attrice marchigiana senta profondamente le tematiche del testo della Dolan: la sua recitazione non è recitazione, è entrare dentro un personaggio e far vedere e sentire al pubblico il livello di partecipazione e compromissione di fronte a una storia del genere. E con tutte le manifestazioni possibili e immaginabili: sul palco, la psicoterapeuta di Lucia Mascino è angosciata, scattante, elegante, fluttuante, sconvolta, distratta, allibita, nervosa. È perfetta. Testo importante e grande interpretazione. Obiettivo raggiunto.
Come sempre, abbiamo poi colto l’occasione dell’evento per interrogare Lucia Mascino sui temi cari a Gustarviaggiando. Ecco le sue risposte.
Qual è il tuo piatto preferito?
“I tortellini in brodo o i cappelletti in brodo, quelli con il ripieno di carne, un piatto del Natale o della domenica. A seguire metterei la pizza. In ogni caso, tutte pietanze salate. Poi i formaggi, le uova, ma amo anche il pasto frugale, quindi il sugo di pomodoro sul pane: mi piace tantissimo. Se uno sta facendo il sugo, io vado sempre a intingere il pane.
Poi mi piacciono le melanzane in tutte le forme, i carciofi, le lasagne. Amo anche il cibo orientale, per esempio i bao giapponesi, che sono dei paninetti – che so? – con la rapa rossa o il pollo fritto. Quindi, mi piacciono sia i pasti tipici italiani della domenica, sia il finger food, come i tapas, da spizzico. Che altro? Mangio sia carne che pesce, ma non sono un’appassionata di grigliate”.
Dolci, mi pare di capire, che non vanno molto…
“No, direi di no. Solo la crostata e la pasta frolla. O semplicemente la panna sul caffè. Cose di un solo sapore. Troppi sapori mescolati insieme non mi fanno impazzire. In ogni caso, tra una pizza con la mortadella e il profiterole sceglierò sempre la pizza con la mortadella!”.
Con il vino invece come va?
Non sono una grande esperta, però ormai ho identificato alcune regioni dove vado a colpo sicuro: Friuli, Veneto, Trentino e Piemonte. Poi è chiaro che ci sono buonissimi vini marchigiani (come me), toscani, siciliani. In Italia il vino buono non manca. Io, ripeto, non sono una grande esperta. Se devo scegliere un vino rosso, intanto mi faccio consigliare!
Comunque, mi piacciono quelli che hanno una profondità, non pesantissimi, ma in ogni caso senti che ci sono vari strati. Quanto ai bianchi, una volta ho assaggiato un vino buonissimo in Grecia, che si chiamava Psiles Korfes (trad. cime alte). Ero a Samos, isola di mare, sì, ma anche di tante colline. Era un vino stranissimo con tanti sapori diversi. C’è poi un vino marchigiano, l’Animale Celeste, che, quando lo stappi, odora di peperoni verdi. Ecco, mi piacciono molto anche queste scoperte”.

Lucia Mascino sul set dei Delitti del Barlume
Ma tu cucini?
“Sono molto brava a essere ospite a casa degli altri! Cucino, sì, ma non ho delle basi forti. Ho due rami familiari: uno con grande passione e attenzione per il cibo, l’altro… mia nonna non riusciva neanche a fare il caffè! Tuttavia mia mamma cucinava, quindi diciamo che non è che io non lo faccia, però non sono una che lo fa volentieri o si sente tranquilla se lo deve fare. Purtroppo, perché è una bella arte ad averla. Io non ce l’ho, però ho l’arte dell’ospite!”.
E con i pranzi o le cene pasquali o natalizie come va?
“Ho la strana fortuna di essere sempre invitata! A Natale noi quattro fratelli festeggiamo da sempre insieme il 24 sera, a parte quello del lockdown. Ognuno porta la propria famiglia. Siamo molto legati e ci ritroviamo in una casa di uno dei fratelli. Siamo contenti di farlo perché durante l’anno stiamo poco insieme: un pezzo di famiglia sta in Toscana, io sto a Roma, altri nelle Marche, quindi… Spesso si sta insieme anche il 25, a volte no, a volte sì. Lì la faccenda è più libera. Per la Pasqua, direi altrettanto. Io ho un po’ il concetto di ritornare alle famiglie d’origine, portando le proprie amicizie e, insomma, chi vuoi. Ah, per Pasqua, pizza col formaggio, morbida, tipica marchigiana, molto buona. Si mangia bene nelle Marche!”.
Sabato 22 marzo,Teatro Puccini di Firenze, Lucia Mascino ne IL SEN(N)O, di Monica Dolan (titolo originale The B*easts). Drammaturgia e traduzione: Monica Capuani. Adattamento e regia: Serena Sinigaglia. Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano.