Da qualche tempo ho iniziato ad appuntarmi i libri che leggo. Ho un piccolo quaderno di quelli con le righe dove annoto autore, titolo, data di uscita. Non faccio distinzioni di genere, sono una lettrice onnivora perché mi piace viaggiare nei generi, scoprire cosa ricerca il pubblico e perché un libro piace oppure no.

Così da adulta ho ripreso letture antiche e spesso obbligate dalla scuola trovandole, anzi ritrovandole, completamente diverse dal ricordo e quindi rilette con infinito piacere. Le riletture sono l’occasione per vedere come siamo cambiati, perché è indubbio che le esperienze della vita ci fanno vedere le cose sotto luci diverse.

E così, dopo aver assistito a tanti convegni dove la protagonista è la scrittrice Jane Austin,  incontri a cui ho partecipato non riuscendo a comprendere tutta questa voglia di parlare di lei, mi sono ritrovata a riprendere in mano Orgoglio e Pregiudizio e Emma. La società inglese dell’Ottocento mi si è aperta davanti, mi sono trovata davanti a una donna che ha avuto il coraggio e l’arte per raccontare attraverso quelli che sembrano vecchi “romance” una società con tutte le sue difficoltà.

Da lì la mia voglia è tornata sul Grande Gatsby e su quel Francis Scott Fitzgerald che fece uscire il suo romanzo nel 1925. Un’ altra visione. E quindi Moravia, la Marguerite Yourcenar e altri ancora.

Poi mi sono detta che ci sono romanzi, anche recenti che non ho letto perché non amo i grandi editori e i libri troppo pubblicizzati. Al contrario  ho deciso di leggere  il libro di Gian Marco Griffi   “Ferrovie del Messico”.  Leggo recensioni diverse su questo libro: alcune esaltate altre in pieno contrasto. E, al contrario di   Fabrizio Maria Spinelli di Nazione Indiana,  non mi ritengo “un consumatore banale”, cerco letture che mi colpiscano che mi arrivino da chissà quale fonte e comunque non leggo di primo acchito i vincitori dei vari premi letterari importanti. Lo so, sono una diffidente per natura. Le mie letture arrivano mesi se non anni dopo, quando l’eco si è spento e l’autore è già in pubblicazione con altro libro.

 

 

Così ho fatto con tanti libri come “L’arminuta” di Donatella Di Pietrantonio pubblicato nel 2017, con La portalettere di Francesca Giannone uscito nel 2023 e letto alla fine del 2024, ecc…

Come dicevo leggo e scrivo recensioni. Mi piace molto perché è un modo per confrontarsi. E quindi dopo lungo pensare mi accingo a leggere  “Ferrovie del Messico” un romanzo che tra osannatori e detrattori ha sicuramente qualcosa da insegnarmi. Forse come non si deve scrivere? Chissà, vedremo.