Articolo di Roberta Capanni per la Rubrica “Ogni libro è un viaggio” Ho conosciuto un mimo. L’ho conosciuto qualche anno fa in una veste insolita come quella politica. Ammetto i mimi mi hanno sempre infuso una profonda tristezza per questo all’inizio non riuscivo ad “inquadrare” bene quel ragazzo che corrispondeva al nome di Luigi Benassai.
Luigi gentile, Luigi pacato, Luigi fuori da ogni schema con il suo abbigliamento stravagante e anticonformista. Che ci faceva in mezzo alla politica mi chiedevo mentre, un po’ invidiavo quel suo essere gentile e assolutamente anticonformista.
Ho voluto iniziare così la mia recensione del libro di Luigi Benassai “Un mimo a Firenze” perché gReY The Mime, questo il nome d’arte scelto da Luigi, è una di quelle persone che non dimentichi anche se non dicono una parola, qualità dell’arte del Mimo.
Un Mimo
Un Mimo a Firenze” è un libro di 120 pagine folto di immagini bellissime ed è davvero un viaggio emozionante attraverso il teatro di strada. Un’arte, appunto, genuina e apparentemente semplice, che punta dritto alla parte più nascosta delle persone, quella delle emozioni celate sotto la coltre della vita.
Così capita che il distinto signore si ritrovi a ridere come non faceva da quando era bambino, che l’anziana signora riscopra quella sua risata argentina che era sepolta sotto ad antichi dolori, che il bimbo esca dal cellulare e incontri finalmente il mondo della fantasia.
Se questo vi pare poco o che sia facile sappiate che per farlo bisogna avere prima di tutto passione e cuore e anche preparazione.
Un mimo contemporaneo
Il libro cattura l’essenza di Benassai, un mimo contemporaneo, oggi conosciuto, amato e rispettato, le cui esibizioni hanno plasmato l’angolo tra piazza della Signoria e la Galleria degli Uffizi a Firenze per oltre vent’anni.
Il titolo stesso, “Un Mimo a Firenze”, riflette la dedizione e l’identità unica dell’artista che, attraverso le immagini ei contributi letterari, offre un’immersione profonda nella sua arte di intrattenere e comunicare. Benassai si presenta come un artista poliedrico, vestendo i panni di clown e giocando con una vasta gamma di espressioni, il che rende le sue performance un mix coinvolgente di divertimento e commozione.
L’idea di trasformare la storia del suo teatro di strada in un libro è nata dalla collaborazione con l’amico Claudio Cantella, (altra persona che ho la fortuna di conoscere e che stimo profondamente) che con Luigi d condivide anche quella gentilezza che affonda le radici nella profondità antica della cultura siciliana.
Come racconta Luigi nell’intervista video che trovate in fondo a questo articolo, Claudio ha visto nel lavoro di Benassai un patrimonio culturale da fermare su carta, un contributo necessario alla meravigliosa arte della meraviglia.
Il libro non solo celebra l’arte del mimo, ma presenta anche una nuova prospettiva su questa forma espressiva che sfugge a convenzioni e stereotipi, contaminandosi con la vita di strada e rappresentandola in modo buffo, grottesco, autentico e riconoscibile.
Le testimonianze ei contributi di artisti e intellettuali arricchiscono ulteriormente il volume, offrendo un quadro completo dell’impatto di Benassai sulla scena artistica di Firenze, dell’Italia e del mondo.
La prefazione di Guido Guidi Guerrera e la conclusione di David Larible, il clown classico più famoso al mondo, aggiungono ulteriore prestigio al libro, confermando il valore e la risonanza globale dell’arte di Benassai. “Un Mimo a Firenze” si presenta così come una testimonianza straordinaria di un’esperienza artistica autentica e un omaggio a un artista che ha lasciato un’impronta indelebile nelle strade di Firenze e in chiunque si imbatta in lui.