Maria Giulia Frova è una donna che è facile da definire come vulcanica. Non è un aggettivo a caso. Conoscerla e parlare con lei vuol dire entrare in un fiume di parole e di concetti sul mondo del vino e non solo. Donna del vino, mamma e signora di una Tenuta che nel 1523 entrò a far parte del patrimonio della Famiglia Strozzi.
Le belle colline di San Pancrazio in Chianti, così vicine a Firenze, fecero sì che la villa e la tenuta, oggi dei Frova, diventassero una delle residenze estive del Granduca. Basta questo per capire che stiamo parlando di “grande” storia. I Conti Frova Arroni di Arrone arrivarono qui nel 1911 e portarono avanti l’attività vitivinicola ed olearia.
Oggi Maria Giulia Frova porta avanti la tradizione di questa storica tenuta con impegno e passione. Vino, olio e ospitalità di qualità sono le carte vincenti di questo angolo di Toscana.
Una Donna del Vino e il suo Colorino in purezza
Dicevo che parlare con Maria Giulia, è come assaporare uno dei suoi vini, è un’esperienza che ogni tanto senti il bisogno di fare. Sostenitrice dei vitigni autoctoni, porta avanti delle produzioni che altri non “frequEnano assiduamente”. Segue le orme e i consigli di suo padre (che pare sempre presente visto che arriva puntuale nei suoi sogni) e mette nel bicchiere rossi che sono un tutt’uno con la Toscana.
Ci sediamo in un salottino, alle spalle foto antiche si antenati suppongo. Qui tutto parla di un passato senza tempo. Dalla finestra la campagna con le sue colline. Durante l’intervista abbiamo assaggiato il suo Colorino in purezza. Sull’etichetta della bottiglia troneggia il Conte suo padre. Un vino fruttato che sa di bosco “chiantigiano”, di mora di rovo e che alla fine si apre in mille rivoli olfattivi più o meno intensi: pepe, tabacco e altro ancora.
C’è da dire qui sono presenti “piante madri” a piede franco. Da qui attingono per il Colorino del Corno, la malvasia nera Santa Lucia e alcuni cloni di Sangiovese di Toscana.
Le scelte, la pandemia e il lavoro da portare avanti.
E mentre lei si racconta, il suo colorino scende con il suo equilibrio che non ti aspetti, con il suo tannino delicato e pensi: “Ma guarda quanta Toscana mi sta raccontando questo vino…”
Lui racconta e Maria Giulia fa lo stesso. Parliamo della complessità della situazione economica data dalla pandemia, della necessità e la difficoltà di mantenere quei 2900 mq di villa.
Mentre i suoi figli pranzano in cucina noi chiacchieriamo e lei è un fiume in piena. Ha mille cose da fare, mille idee per la testa. Il nostro turno nella classica cucina di campagna con il grande camino, ci vede ancora con il nostro bicchiere che questa volta si sposa perfettamente con un bel piatto di pasta.
Parliamo di grani, di come conservare l’olio, del suo amore incondizionato per gli animali e di mille altre cose e finiamo il nostro pranzo con della torta sacher. Guarda caso c’è dello sherry di 27 anni trovato in cantina da qualche parte… C’è anche la grappa, perché il Colorino dà vinacce che regalano una grappa niente male.
Quello che ci si porta a casa dopo qualche ora con Maria Giulia è la sua carica energetica che non si ferma neanche se è in attesa dell’operazione all’anca.
Oggi Maria Giulia Frova è stata la Delegata per la Toscana dell’Associazione Nazionale Donne del Vino che raggruppa più di 1000 socie italiane che si occupano del mondo del vino.