Alla ricerca delle erbe perdute ovvero quelle dimenticate. Le erbe di campo, che per secoli hanno aiutato l’umanità, con il benessere erano state dimenticate. Solo poche persone erano interessate alle loro proprietà sia salutari che medicamentose. Una certa apertura c’era stata e, almeno per la loro azione medicinale o di integrazione, si era diffusa. Restava ancora nella mente di pochi la possibilità di tornare ad usarle come cibo perfetto per acquisisre preziosi sali minerali e vitamine.
Ecco allora che grazie alla crisi, o per meglio dire alle crisi che hanno messo a dura prova molte persone, è tornata anche la voglia di conoscere le preziose erbe di campo. Erbe che possono entrare, anzi tornare, nella nostra alimentazione a pieno titolo.
Ecco perchè ci sono sempre più persone che seguono chi, per fortuna, non ha dimenticato. Una di queste persone è Fabiola Veracini
La Signora delle erbe
Signora delle erbe con la S maiuscola perchè Fabiola è una presona molto preparata che non affida niente al caso. Una cultura fatta di studi e ricerca. Personalmente son sempre stata attratta dalle erbe di campo. La mia conoscenza era però limitatissima: tarassaco, ortica e borraggine e a queste limitavo la mia raccolta. ma sapevo che c’era un mondo. Un mondo meravigliso a nostra disposizione ma anche un mondo da rispettare.
Sembra strano dirlo ma Fabiola fa bene a mettere i puntini sulle i quando parla di rispetto per le erbe dei campi. E’ chiaro che non tutti coloro che oggi si avvicinano a questo mondo pensano alle conseguenze dei loro gesti. Quindi è bene non solo riconoscere le erbe di campo ma anche rispettare le regole della raccolta. Usare un coltello affilato e pulito, buttare gli scarti direttamente sul terreno di raccolta e non a casa affinchè tutto resti in natura e non buttare per terra i nostri rifiuti.
Alla raccolta!
Con queste poche regole e cestino alla mano si può iniziare ad imparare a riconoscere le erbe. Fabiola è una professionista molto brava e preparata comunicativa e simpatica. Con lei si può imparare molto ma non certo tutto in una volta. cercare le erbe e riconoscerle, sapere quale è il loro potere e potenziale, richiede impegno e studio. Però è uno studio affascinante. E una volta appreso qualcosa sicuramente vi verrà la voglia anche di conoscere le erbe medicinali.
Tra le erbe spontanee ce ne sono di amare e molto amare, tutte depurative del fegato, e altre più dolci. Alcune aiutano a far digerire le carni, altre aiutano nel liberare l’intestino dal muco, altre rilassano. Insomma anche tra le erbe mangerecce c’è l’aiuto per l’uomo. Alcune sono anche medicinali ma ovviamente prese in dosi e quantità diverse.
Quelle spontanee mangerecce sono quelle che possiamo gustare nell’insalata oppure cotte. Si mangiano e fanno bene. Le erbe da cercare sono quelle che crescono in campagna, nelle zone dove c’è meno inquinamento e lontano da coltivazioni intensive, sono figlie del terreno più adatto al loro sviluppo. Una ricerca dell’Università di Pisa, per esempio, ha evidenziato che le erbe spontanee contengono uan carica si minerali e vitamine almeno dieci volte superiore alle stesse coltivate su un terreno addomesticato. Immaginatevi cosa possono contenere quelle che comprate nella grande distribuzione… (A questo link trovate un articolo con la ricetta della torta d’erbi)
Per tutti i gusti: dal sapore deciso e intenso a quello dolce
Il sapore intenso delle erbe di campo non è riconoscibile per chi, da tutta la vita, è abituato a mangiare prodotti coltivati con il metodo odierno. Verdure nate in campi dove il terreno viene girato profondamente e quindi privato della parte fertile. Un terreno impoverito necessariamente addizionato di concimi chimici che dà vita a piante meno resistenti e quindi bisognose di antiparassitari e altre sostanze dannose.
Le erbe di campo, al contrario, si stabiliscono dove hanno le condizioni migliori per crescere. Ecco allora che la piantaggine cresce rigogliosa, la…. ognuna con il suo colore, la sua conformazione, i suoi fiori mangerecci.
Con le erbe, o erbi, si possono fare ricette incredibili. Ottime per fare un condimento per la pasta sia cotte che crude come un pesto, come ripieni di torte salate e polpette. Chi ci segue sa quanto abbiamo parlato della medievale ricetta delle tredura, una meravigliosa preparazione tutta da provare. (La tredura (dal latino tritura pesto risultato del tritare) si fa con pane ammollato nell’acqua, lardo, porri, uova e zafferano all’epoca aggiunto per il colore giallo, simbolo dell’oro, in segno di ricchezza e potere.)
Naturalmente Fabiola offre idee nei suoi social a cui vi consiglio di iscrivervi. (Qui trovate tutti i link) e ora ECCO IL VIDEO!
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