Il galateo, tema che ha  sostenitori e detrattori, ma  in tempo di covid assume rilevanza per  tutelare la nostra salute e quella di chi ci sta accanto.

Viviamo in un contesto di regole e accorgimenti per tutelare la nostra salute,  pertanto recuperare qualche polverosa e dimenticata norma di galateo potrà essere utile.  Le occasioni sono tante  e tantissimi i comportamenti  da correggere per mantenerci sani.

Il  telefono no!

Facciamo qualche esempio e partiamo dall’errore più comune: il telefono a tavola, abitudine poco igienica. Il galateo imporrebbe di limitare l’uso quando siamo in compagnia, non utilizzarlo quando si è ospiti a tavola   o  al ristorante,  non appoggiarlo sulla tavola, è un comportamento non elegante e sconsigliabile. Il telefono è uno strumento utile e prezioso ma in famiglia e in compagnia  se ne dovrebbe limitare l’uso. Quindi, siate garbati,  riponetelo in tasca e disattivate  la suoneria, il valore della compagnia è un bene prezioso ricordatelo. Ci sono altri usi impropri del cellulare,  leggi il post 

Dove appoggio la mia  adorata it-bag!

Vogliamo parlare della borsa a tavola? Stesso problema del telefono: una signora non la posa mai sulla tavola, neanche se fosse una clutch, va messa   in grembo sotto il tovagliolo,   su uno sgabello se presente,  dietro la schiena tra il corpo e lo schienale; mai a terra e mai alla spalliera.  Un suggerimento? Munitevi di un gancio portaborse, era un gadget in uso qualche anno addietro, ma ancora reperibile, anche nei mercatini, a pochi euro. Portelo sempre in borsa, sarà un amico prezioso.  Quindi ricordate bene, tanto più di questi tempi,   che non si appoggia  la borsa  sulla tavola, non è perdonabile neanche se prima l’avete completamente  immersa nel disinfettate o se   fosse  una splendida

Baci e abbracci off limits

Anche la convivialità e i saluti  sono diventati  difficili; noi italiani abbiamo un atteggiamento esuberante, ci piace, quando incontriamo gli amici,  abbracciare,  baciare, ma di questi tempi diciamo che bisogna imparare ad essere un poco “asiatici”. Queste culture, per tradizione o religione,  non amano il contatto fisico,  quindi quando incontriamo i nostri cari non dico di attuare un namasté   e improvvisarci   tutti indiani, però limitiamo i contatti. E’  necessario resistere con garbo e tatto,  facendo comprendere all’altro che stiamo cercando di tutelare la sicurezza di entrambi. Quindi  l’uomo faccia un inchino con il capo,  la donna un cenno , importante è mantenere il contatto visivo, avere una mimica facciale empatica.   

Nuove forme di saluto

La mascherina purtroppo limita quello che è una delle maggiori forme di comunicazione non verbale: il sorriso, quindi puntate sugli occhi dove, per primo,  si trasferisce l’effetto sorriso. Qualche mia conoscente mi saluta poggiando la mano sul cuore.  Io,  che amo la cultura giapponese, faccio un inchino garbato, con il capo però leggermente piegato di lato, un atteggiamento che comunica empatia e comprensione. Fatelo però  con moderazione, perché la testa inclinata da un lato per gli animali è un segnale di sottomissione, mostrano il collo all’animale dominante. Le donne, a volte,  lo usano  inconsapevolmente  come segnale di interesse e seduzione. Insomma, signore piegate seducentemente la testa,  con cautela, sorridete dietro la mascherina, siate empatiche, non fatevi toccare  e abolite quel gesto inconsulto di salutasi porgendo  gomiti e piedi!

La mascherina non è l’arbre magique

E’ diventata  il nostro tormento; inutile indossare mascherine modaiole, tanto ci danno lo stesso un senso claustrofobico, ci fanno ansimare,  i produttori di rossetto con il loro uso  sono purtroppo in declino, però servono alla nostra salvaguardia e dobbiamo adattarci. La mascherina è un oggetto personale, a contatto con la bocca, i denti, raccoglie gli spruzzi della nostra saliva, vi sembra etico appoggiarla da tutte le parti? Idem dovremmo avere cura della sua igiene, quindi sventolarla al gomito, farla stropicciare nelle tasche, buttarla senza custodia in borsa non è proprio il modo migliore per custodirla, tanto meno, dopo l’uso gettarla in strada. Io ho adottato come custodia un portaocchiali, è pratico si chiude e e facilmente reperibile in borsa . Non in ultimo ho visto  mascherine appese allo  specchietto retrovisore dell’automobile: ci siamo liberati dell’arbre magique, per carità non immoliamo la mascherina su questo altare!

 

Sui  mezzi pubblici limitiamo l’uso del telefono

Argomento delicato prima di tutto in quanto è difficile mantenere le distanze;  spesso sono sovraccarichi, allora sarà importante limitare le possibilità di contagio. Infatti sarebbe opportuno non ripetere scene di fantozziana memoria e affannarsi a prendere al volo un mezzo pubblico. Sarebbe buona norma arrivare in anticipo e, se troppo pieno, avere il garbo di non salire.

Uso del telefono  sui mezzi pubblici

Per quanto riguarda questo argomento prima avrei raccomandato di usare il cellulare con parsimonia, parlare a voce bassa , ora vorrei dissuadervi. Se per parlare al telefono vi abbassate la mascherina siete irresponsabili, mandate un messaggio se proprio non potete aspettare di essere scesi dal  mezzo.

Tirate fuori i guanti, sono modaioli e igienici

Non in ultimo suggerirei di riprendere l’uso dei guanti, il freddo si avvicina, limitare le possibilità di contatto, per esempio  sui mezzi pubblici toccando i pali dove tenersi e i sedili potrebbe essere un comportamento  etico.

Fumare per strada

Non se ne parla nemmeno! Già a Firenze abbiamo un’assessora,  ora vicesindaca,  che ha fatto una campagna contro le cicche in strada, diffondendo, tramite gli Angeli del bello,  il posacenere da borsetta.  Siete consapevoli che fumare in strada non è ammesso? Poi diciamolo, e ve lo dice una fumatrice, non è elegante. Il fumo dovrebbe configurare un momento di tranquillità, relax, che senso ha una cicca in bocca, in una passeggiata affannata, con la mascherina sotto il mento con il rischio di farsi venire la tosse ed essere additato come untore? Lascia stare e leggi il post  tu le cicche dove le metti, è educato ed etico non buttarle in strada e salvaguardare l’ambiente.

Galateo non vuol dire bon ton

Fatte queste premesse, richiamate a mente gli insegnamenti  della mamma, gli ammonimenti  della nonna e recuperiamo l’arte delle buone maniere, non quel galateo spocchioso con il quale qualcuno lo identifica,  ma come un insieme di insegnamenti,  focalizzati sul rispetto dell’altro,   una disciplina utile, colma di significati che, con qualche piccolo aggiustamento, ti aiuterà  a vivere meglio in questo difficile momento. ,