Patrizia Vatt per #iomangioeviaggioitaliano – Spesso mi viene chiesto quando abbia cominciato a cucinare e a trascorrere la maggior parte del mio tempo in cucina. In realtà non ho memoria di quando abbia cominciato a cucinare. E’ come se lo avessi sempre fatto e non saprei dare un arco temporale a questa mia enorme, infinita passione.I momenti più belli della mia vita quelli trascorsi a casa dai miei nonni in Sicilia durante le feste comandate: Natale, Pasqua, Ferragosto
Tutti insieme costruendo ricordi preziosi
Ogni occasione era buona per riunirsi in campagna o in paese e raccogliere la grande e rumorosa famiglia che eravamo ormai diventati. Stavamo tutti insieme in questa enorme casa, dove d’inverno facevamo le corse per entrare nei nostri letti al piano di sopra per il freddo. Lasciavamo il tepore del piano di sotto dove due cucine lavoravano praticamente quasi h24. Il periodo che più ho amato ? Natale. Era in quel momento che mamma, zie, nonna davano il meglio di sé. Ognuna specializzata in un piatto ed io che saltavo da un tavolo ad un altro chiedendo di poter aiutare. Il Natale era ricco di preparazioni, di profumi intensi e ingredienti preziosi. Mandorle, nocciole, cioccolato, canditi, scorze d’arancia, chiodi di garofano e cannella. E soprattutto la pasta di mandorle.
Pasta di mandorle “preziosa”
Uno solo uno era speciale per me, perché oltre ad essere buonissimo ed anche bellissimo, era una gioia vederlo preparare dalle mani delle donne di casa che con lentezza e precisione creavano fiori, frutti e foglie di paste di mandorla che venivano posti su di una base di pasta frolla. Erano così preziosi da essere usate come bomboniere per gli sposi.
La pasta reale
Tutto poi passato in forno mentre un occhio attento doveva controllare che la pasta di mandorle non imbiondisse. Doveva rimanere candida ma cotta e poi ricoperta da un sottile velo di zucchero impalpabile.Questo prezioso dolce si chiama pasta Reale ed è diversa dai vari pasticcini a base di mandorla che si trovano per tutta la Sicilia. È diversa per leggerezza e per delicatezza.
Farli sembrava semplice quando mani esperte la preparavano, io ci ho messo qualche anno per ottenere la giusta consistenza della pasta di mandorle e al tempo stesso una frolla friabile e morbida, preparata non con burro ma con strutto, come quasi tutte le preparazioni base dell’isola.
La ricetta dei pasticcini di pasta reale
La ricetta è questa, ma l’esperienza del tatto e della giusta consistenza la si prende con il tempo affinché le creazioni non si affloscino una volta in forno o l’impasto non sia troppo granuloso.
Pasta Reale
- 500 grammi mandorle pelate e leggermente tostate
- 500 grammi zucchero
- 1 bustina vanillina
- qb acqua
- PER LA FROLLA
- 500 grammi farina 0
- 200 grammi strutto
- 100 grammi zucchero
- 1 uovo
- 1 pizzico sale
ritare le madorle finemente con poco zucchero e più volte senza surriscaldare troppo l'impasto
A parte fare uno sciroppo con acqua e zucchero ed ancora quando caldo versarlo sulla farina di mandorle. aggiungere la vanillina.Se necessario aggiungere poca acqua per rendere l'impasto malleabile ed elastico.
Nel frattempo preparare la pasta frolla e tenere in frigo per una mezz'oretta a riposare.
Spolverare il tavolo di zucchero a velo ed iniziare a creare petali e grappoli d'uva e cestini che verranno poggiati su un disco di frolla altro circa 1/2 cm.
Infornare a 160 gradi per una cottura della frolla che non deve imbiondire ma solo cuocere. Toccarli quando già freddi altrimenti si rischia di romperli.