La mafalda siciliana è un pane irresistibile. Coperto di “cimino”, fragrante e inconfondibile. In Sicilia c’è una grande tradizione di pane, quando torno in Sicilia, dopo mesi di pane sciapo a Firenze,  mi “scialu” a mangiarne di vari tipi. La mia preferita comunque resta la Mafalda, un panino fatto con semola di grano duro rimacinata, dal sapore inconfondibile, croccante, profumato e ricoperto dal cimino, ovvero da semi di sesamo che gli conferiscono una fragranza particolare.

Come nasce questo pane

E’ un pane nato nel palermitano e ora diffuso in tutta l’isola.  La forma  si ottiene facendo uno sfilatino di pasta,  ripiegandolo un paio di volte a forma di S,  con una striscia sopra,  ricoperto con un’abbondante spolverata di sesamo,  poi nel  forno a legna, alta temperatura per renderlo croccante.

Mafalda siciliana: l'irresistibile - il panino mafalda aperto

Cosa significa la  forma della mafalda

Questo pane nella forma ricorda dei dolci conosciuti dalla Svezia al Sud Italia,  chiamati  gli occhi di Santa Lucia, santa per la quale in Sicilia c’è una grande devozione , ossia  i piccoli biscotti a forma di  tarallo ricoperti di glassa.   Ricordo a questo proposito che quando bambina e vivevo  in Sicilia c’era esposta in una chiesa una grande statua della santa con gli occhi nel piatto e la cosa mi spaventava tantissimo. Ma era un altare sempre pieno di candele votive per la grande devozione a questa santa.

Il perché del nome mafalda

L’uso di fare questo tipo di pane  si diffuse velocemente in tutta l’Isola e si racconta che a Catania,  all’inizio dello scorso secolo, un maestro panettiere  ebbe l’idea di chiamare questa forma di pane Mafalda. Ho motivo di ritenere che il fatto sia legato alla nascita della principessa Mafalda di Savoia, figlia secondogenita di Vittorio Emanuele  III nata proprio nel 1902 . Così questo pane  ha assunto  questo nome con il quale attualmente e conosciuto in tutta la Sicilia

Mafalda siciliana: l'irresistibile - panetteria

Come si mangia la mafalda?

Fresca, fragrante, di giornata,  possibilmente ancora calda di forno. Io la consiglio con  una vecchia ricetta di mia nonna che la tagliava in mezzo ci metteva  sopra un poco di sale olio e origano fresco. Tanti la preferiscono con fette di mortadella tagliata sottile che, se messa sul pane ancora caldo, si strugge sopra e arricchisce il panino di altri profumi rendendolo irresistibile.

Mafalda vale da sola un viaggio gastronomico in Sicilia, è buona come il pane!