Dove mangiare fuori Firenze? Nella campagna fiorentina! Dove poter scappare per un paio d’ore dalla città e godere di momenti speciali?
La risposta è semplice e chiara, Da Artemide nella valle della Sieve. Uno di quei luoghi non inflazionati dalla tribù di esperti e critici, ma ben conosciuto da chi sa cosa è il buono!
Basta solo mezz’ora dal centro storico di Firenze per ritrovarsi immersi nella natura a vivere un’esperienza sensoriale da ricordare in questo locale di collina.
Dove mangiare fuori Firenze: nel bosco della Valdisieve
Dove mangiare fuori Firenze? Vi abbiamo già parlato di dove mangiare bene in Chianti (LEGGI) ma adesso vi invitiamo ad esplorare la Valdisieve. Il nostro consiglio è imboccare la via Aretina e a Sieci girare e iniziare a salire sulle colline che affacciano sulla vallata dell’Arno. Boschi, ampie distese di verde, paesi lillipuziani, la vecchia corriera a suonare bitonale nelle strettoie e poi ancora su.
Qualche tornado e una striscia d’asfalto che si fa sempre più stretta dipingendo fra le colline una linea di grigio a separare il verde. Poi si arriva alla meta.
La sensazione è di aver fatto in poche curve un viaggio con la macchina del tempo ed essere catapultati in un Italia giovane e piena di speranze. Un elegante villino fine Ottocento che chiude la strada prima del bosco annunciata da un antica insegna sbiadita, l’ampio parco che affaccia al bosco, l’elegante ringhiera, la vasca coi pesci rossi e il gattone ad accoglierci.
Fratelli Riani: passione e competenza
Dove mangiare fuori Firenze? Nessun dubbio, da Artemide, nel comune di Pontassieve. Il sorriso di Massimiliano ci da il benvenuto nelle sale arredate con elementi vintage e di recupero per dare la sensazione di “casa”. Il resto lo fa il grande camino acceso.
Se si fosse in estate invece da non perdere è la frescura nel parco, coi tavolini apparecchiati e il tramonto sulla valle dell’Arno con Firenze in lontananza.
La sala è lo specchio dei fratelli Riani. Allegra e vivace ma allo stesso tempo tradizionale e sincera. Come la loro cucina.
Simone l’esperto di pasticceria col pollice verde già alla guida di ristoranti importanti a Firenze è “nelle sale sopra a stirare le tovaglie”. In sala oggi c’è Massimiliano amante della cucina tradizionale toscana ma senza dimenticare le sue origini tosco-emiliane di montagna.
Un patè di fegatino sontuoso
L’inizio è tradizionale ma tutt’altro che banale. Un gran tagliere alla toscana con salumi misti e formaggio pecorino ma tiene a puntualizzarlo Massimiliano, naturali senza conservanti.
Il colpo da fuoriclasse è però il “mattoncino” di fegatino all’arancia; una riuscitissima rivisitazione del classico crostino toscano.
L’assaggio di primi è ben riuscito. I taglierini col pesto di cavolo nero e noci regalano un tuffo nella stagionalità dell’orto; profumatissimi e gustosi. Poi arriva lui, sua maestà da queste parti tortello. Il Mugello e la Valdisieve del resto ne sono il regno. Fatto a mano anche questo con un ragù all’anatra che “costringe” i commensali alla scarpetta finale.
DAL MONTEFELTRO LE RICETTE DELLA NONNA
I secondi piatti sono la “specializzazione” dichiarata di Massimiliano e l’ottimo coniglio ripieno con erbette e frittatina e il cinghiale con mela rossa “perché il cinghiale mangia mele” dichiara l’oste, sono perfetti. Una riflessione interessante fatta da chi il cinghiale lo conosce così bene da averci addirittura fatto un frontale in moto.
I due fratelli parlano con entusiasmo. Raccontano la loro idea di cucina di come sia bello tenere i piedi ben saldi nella terra di origine, il Montefeltro, dove “la nonna faceva pasta fatta in casa da mattina a sera e mi ci ha fatto affascinare”. Un’idea di cucina declinata al presente ma con tutta la tradizione immutata. Con tanto di sughi che sobbollono per ore sul fuoco, pasta rigorosamente fatta in casa, il ricettario ingiallito della zia da cui attingere. Sempre però con un occhio attento alla naturalità dato che ciò che non producono direttamente lo selezionano solo fra aziende che curano salute e ambiente. Del resto qui la doggy bag con gli avanzi è un must!
il gelato fatto a mano e il mirto fatto in casa
Il finale è una carrellata di assaggi da non perdere. Torte casalinghe, torte di cioccolata e pera, salame di cioccolato e un gelato/mousse speciale perché fatto in casa e senza gelatiera.
Dopo il caffè il finale è con una scelta incredibile. Difficilmente troviamo delle carte dei vini degne di tale nome ancora più incredibile e trovare una carta di liquori e distillati come quelli di Artemide. Noi optiamo per il mirto “fatto in casa”.
Ridiscendere verso lo spazio-tempo e verso la città con l’animo sereno di aver vissuto questa esperienza culinaria non è traumatica come potrebbe esserlo.
Quando vi domandano dove mangiare fuori Firenze adesso sapete come rispondere. Una fuga dalla città che vale la pena fare con cadenza periodica. Ma ricordate però di prenotare e con largo anticipo.