Il cenone e il pranzo di Natale oltreché ricchi di calorie sono oltremodo il simbolo della tradizione e della famiglia. Mangiare a Natale non è facile in certi paesi. Specie se volete un Natale da chef.
Tavolate lunghe, sorrisi, mangiate luculliane, allegria e sorrisi. Noi vogliamo rovinarvi tutta questa magia e farvi conoscere le tavole dove a Natale è bene non sedersi. Ogni popolo ha le sue tradizioni, ma alcune sono proprio difficili da digerire. E non solo metaforicamente.
Mangiare a Natale, kiviak in Groenlandia
Uno dei posti in assoluto al mondo dove non passare il cenone o il pranzo di Natale e sicuramente la Groenlandia. Non solo perché le temperature sono rigide ma perché non facile degustare le specialità locali.
Per il cenone niente tacchino o cappone. Qui si mangia il kiviak. Ma cos’è? Un piatto composto da gazze marine avvolte con tanto di piume e becchi nella pelle di foca.
Il piatto ha una lunga preparazione. Le gazze dopo essere state sistemate come descritto vengono chiuse ermeticamente dentro una roccia e lasciate fermentare per mesi. L’apertura, perla sera di Natale è un rito. Buon appetito!
…e il gelato alla balena
In alternativa se proprio non ce la fate a mangiare il kiviak potete provare a diventare amici degli esquimesi assaggiando almeno l’altra prelibatezza natalizia. Mai verrebbe di mangiare a Natale il gelato. E invece qui vi verranno offerti dappertutto una sorta di ghiaccioli di pelle e grasso di balena ghiacciati. Da non rifiutare assolutamente dato che sono una prelibatezza.
Alette fritte alla giapponese
Il paese del Sol Levante ha poco a che fare con il Natale. Una tradizione che dal punto di vista religioso non appartiene a questo popolo. A Tokio e dintorni si sono però adeguati e anche qui quindi si festeggia il Natale. Lo si fa pranzando fuori casa tutta la famiglia insieme.
Non si va al ristorante però a mangiare sushi e ramen ma, potete pure inorridire, in una nota catena americana popolare dove si mangiale alette fritte di pollo.
Un’usanza stranissima oltreché poco salutare e gustosa che ha un origine banale nella sua assurda semplicità. Fu negli anni’70 che tutto ebbe inizio. Quando questa nota catena Usa realizzò una grossa campagna pubblicitaria per smuovere i giapponesi ad appassionarsi a una festa poco sentita. Ed è così che il Natale in Giappone è diventata una tradizione. Peccato che sia di mangiare (male) al fast food.
Le renne che diventano salsiccia
Dove (non) andare a mangiare a Natale? Sicuramente in Norvegia le renne sono popolarissime. Non solo perché sono alla guida della slitta di Babbo Natale.
Per i norvegesi le renne, sotto Natale, diventano fantastiche salsicce da mettere sulla tavola del cenone. Una carne diffusa per tutto l’anno in realtà che sotto le feste si declina sotto forma d’insaccato. Una carne magra e tenera spesso consumata affumicata a caldo o freddo.
Un dolce mostruoso
In Portogallo a fine pasto natalizio si mangia un dolce tradizionale che è una bomba calorica a base di zucchero e uova. Niente di strano vero?
Apparentemente è così però la stranezza sta nella forma del dolce che ricorda la lampreda, un pesce-mostro. Una sorta di squalo serpente invertebrato con la bocca circolare piena di denti affilati.
Nel dolce niente traccia di pesce però perché dare a un dolce questa forma orrenda è un mistero. Mangiare a Natale per chi non ama il pesce non sarà facile.
Il serpente italiano
Finiamo il nostro viaggio nel nostro paese. Ebbene sì, il capitone tanto amato al sud fa orrore a molti. Questa femmina dell’anguilla cucinata la sera della vigilia è un grosso serpente d’acqua, anche molto grasso. Perché cucinarlo per Natale?
La ragione è semplice. Il suo somigliare appunto a un serpente trasforma il capitone in una vittima sacrificale per simboleggiare la vittoria degli uomini sul diavolo che tentò Eva.