Siamo nel Montefeltro, nella valle del Metauro, in mezzo all’Appennino al confine di ben quattro regione: Umbria, Marche, Toscana ed Emilia Romagna.
Qui si trova una cittadina ricca di arte e di storia nota per essere il paese in cui ha “casa” la Befana.
Urbania, sette buoni motivi per visitarla almeno per un week end. Magari perdendoci fra i ciottoli dei vicoli e la sua storia strettamente legata a Roma e ai papi.
Il borgo è infatti di antica fedeltà a Roma e alla Chiesa. Elementi qusti che hanno lasciato nel corso dei secoli tracce profonde e segnato il suo destino. Andiamo a scoprirla insieme.
Il paese dai quattro nomi
Urbania, cosa vedere in questo luogo che ha una caratteristica che la rende unica all’interno della penisola è quella di essere l’unico paese ad aver cambiato ben quattro nomi nel corso della sua storia. E’ una delle perle più fulgide delle Marche. Terra bellissima che molto spesso visitiamo da Matelica e il suo Verdicchio alla splendida costa del Conero. Urbinum Mataurense era il suo nome ai tempi in cui era municipio di Roma. Castel delle Ripe nel medioevo fino alle due cocenti sconfitte avvenute per mano della vicina (ghibellina) potente Urbino sul finire del duecento. venne poi ricostruita sempre sulle rive del Metauro col nome di Casteldurante e divenne infine Urbania dal 1636.
Il Papa nel destino
Divenuta ricca grazie al fiorire delle chiese ad abbazie in epoca alto medievale ha sempre “affidato” alla dedizione al partito guelfo le sue sorti. Un problema se si considera che la vicina e potente e ghibellina Urbino governata dai Montefeltro prima e dai Della Rovere poi si trova a pochi chilometri. Impensabile per questo ducato veder crescere così vicino un borgo guelfo.
Il destino nelle mani dei papi per l’ex castel delle Ripe si concretizza la prima vota dopo la distruzione del 1282. Fu il pontefice Martino IV a volerla ricostruire lì. Sulle rive del fiume e in contrapposizione a Urbino forte e potente. Fu poi un altro papa, Urbano VIII a “ribattezzarla” in suo onore dopo averle concesso lo status a città e diocesi nel 1632 dopo la fine del ducato di Urbino.
La piccola Bologna
Leggenda vuole che Urbania sia stata edificata come una piccola Bologna. Quando venne riedificata come Casteldurante i muratori e gli architetti che dovevano costruirla fuorno mandati dal Papa a Bologna per vedere la città con le sue vie e i suoi portici. Lo fecero e presero le misure con delle canne apposite per poter poi replicare le dimensioni. Solo che nel viaggio di ritorno, sfiniti dalla stanchezza cominciarono ad accorciare quelle canne-misura per usarle come bastone. Fu così che sì costruirono una città simile a Bologna, solo più piccola dato che le canne si erano accorciate.
A spasso in centro
Il suo simbolo è indubbiamente Il Palazzo Ducale costruito sopra la precedente rocca ristrutturato dall’architetto Francesco di Giorgio Martini a fine quattrocento.
Oggi l’elegante palazzo è sede del Museo Civico dov’è una pinacoteca molto ricca. Il gioiello assoluto è una Madonna delle Nuvole del Barocci, ma parecchio interessanti anche i due globi, uno della sfera terrestre e uno di quella celeste fatti dal più grande cartografo del Rinascimento, Gerardo Mercatore.
Nel centro storico della “piccola Bologna” starete sempre col naso all’insù. Godetevi l’aria fresca, gli scorci panoramici che fanno capolino ad ogni angolo, i palazzi nobili memoria dei fasti del passato e le tante tracce sacre. Su tutte la cattedrale dedicata a San Cristoforo le cui prime tracce risalgono addirittura al VI secolo. Da visitare anche l’oratorio della Madonna del Carmine e quello del Corpus Domini dove si trovano opere di Raffaellino del Colle, l’ultimo allievo di Raffaello Sanzio.
Il Cimitero delle Mummie
Se avete sempre amato i film horror o semplicemente se non vi fate facilmente impressionare a Urbania esiste un luogo unico assolutamente da visitare.
Basta entrare nella Chiesa dei Morti e scoprire, dietro l’altar maggiore il cosiddetto “Cimitero delle Mummie”.
Sono diciotto i corpi mummificati naturalmente che si possono vedere. Furono trovati così, forse a causa di una particolare muffa, quando furono tolti dai loro sepolcri in seguito all’editto napoleonico che istituiva i cimiteri extraurbani. Una visione di grande impatto. Diciotto mummie che raccontano una storia. La donna morta di parto cesareo, il giovane ucciso a coltellate dopo una serata di baldorie, lo sfortunato sepolto dopo una morte apparente e tanto altro ancora… Da visitare per i più forti di cuore!
La casa di caccia dei duchi
Appena fuori città si trova uno dei capolavori del grande architetto Vanvitelli. Uno dei più bei palazzi del Rinascimento questo Barco Ducale, tenuta di caccia dei duchi di Urbino. Una villa splendida, in un contesto naturalistico straordinario dove è pulsata forte la vita e la cultura del Rinascimento e dell’Umanesimo italiano.
Furono molti gli intellettuali e i poeti di corte dell’epoca che qui oziavano immersi nei loro pensieri come ci racconta nelle sue lodi anche il Tasso.
La Terra della ceramica
Ormai sono rimaste davvero poche le botteghe storiche, anche nel centro storico che portano avanti la lunga tradizione rinascimentale della maiolica di Casteldurante.
Nel Cinquecento quelle che si producevano qui e a Pesaro e Urbino erano internazionalmente conosciute come le più belle dei tempi. Erano oltre quaranta i forni attivi nel centro del borgo e le committenze da ogni angolo di Europa fioccavano per i grandi maestri durantini. La loro fama divenne così influente che tanti di loro addirittura emigrarono per diffondere l’arte ceramica.
Urbania è dal 1994, nonostante i pochi produttori superstiti, una delle città italiane della ceramica riconosciute dall’associazione omonima. Sue ceramiche, tutte uniche e originali, si trovano anche nel Parlamento Europeo.
La dove vivono i folletti
Se siete degli eterni bambini oppure viaggiate con bambini non potete non visitare il Bosco dei Folletti, pochi chilometri fuori Urbania.
Un luogo di suggestione e magia dove, all’interno di un bosco, vivono famiglie di folletti e tanti animali da cortile.
L’ambiente fantastico è quello dell’oasi faunistica di Monte Montiego dove potete perdervi nella magia delle fiabe all’interno di un ambiente naturale intatto.
La città della Befana
A Urbania ha sede da oltre venti anni la casa della Befana e nel giorno della festa (6gennaio) ospita la festa nazionale dedicata alla famosa vecchietta che porta doni e dolcetti ai bambini a cavallo di una scopa. Ma nell’antica Casteldurante la Befana riposa tutto l’anno dopo le fatiche della festa.
La casa della Befana si trova all’interno del palazzo civico ed è aperta per visite in ogni periodo dell’anno. La Befana accoglie in ogni momento dell’anno i bambini per far vedere loro come si fabbrica il carbone e come si tesse il telaio.
Il crostolo
Non è una piadina e non è una crescia. Guai a chiamare in modo diverso il crostolo, vero protagonista gastronomico di Urbania e prodotto simbolico delle Marche.
Nasce dal bisogno, come spesso capita per le ricette più tradizionali italiane. C’era da dare “pane” per sfamare tante bocche e in una terra per sua fortuna ricca di mulini e di cereali e legumi da macinare il gioco è stato in parte facile. Prodotto antichissimo, pare addirittura risalga a tremila anni fa, deve il suo nome alla consistenza dura, quasi con “crosta” che lo differenzia dalla più celebre piadina.
Ma come si mangia il crostolo?
Questo speciale pane durantino a forma di mezzaluna è realizzato con farina, uova e strutto impastati con olio e latte. Lo si cuoce alla brace e lo si condisce con verdure cotte e salumi.
Al settembre Urbania gli dedica addirittura una sagra dove potrete spermentare crostoli di ogni tipo: dai tradizionali ai più creativi.