Bisogna dire addio alla vecchia degustazione dal contadino con la sua rustica romanticità. Anche in Toscana si è definita con una disciplina normativa completa, l’attività di enoturismo.
Questo lo scopo della proposta di legge licenziata all’unanimità, questa mattina, in commissione Sviluppo economico e rurale, cultura, istruzione e formazione. Va detto che si tratta di norme che con disposizioni attuative e applicative dei principi statali. Norme che si inseriscono nella “Disciplina delle attività agrituristiche e delle fattorie didattiche in Toscana.”. Cioè enoturismo.
Per accogliere bisogna averne i requisiti
Fare attività di enoturismo richiederà delle capacità precise. In pratica la norma regola tutte tutte le attività di conoscenza del vino espletate nel luogo di produzione. A queste si aggiungono le visite nei luoghi di coltura, di produzione o di esposizione degli strumenti utili alla coltivazione della vite. A seguire la degustazione e la commercializzazione delle produzioni vinicole aziendali, anche in abbinamento ad alimenti. Disciplinate anche le iniziative a carattere didattico e ricreativo nell’ambito delle cantine e dei vigneti. Norme precise anche per le fattorie didattiche. Quindi addio vecchia e romantica degustazione ?
Serviranno requisiti di formazione definiti “minimi”. Il vecchio “contadino” va quindi in pensione e deve acquisire la qualifica di imprenditore agricolo professionale. Sono richiesti il diploma o la laurea in materie agrarie o il titolo di enologo oppure l’aver svolto attività vitivinicola nei cinque anni precedenti l’inizio dell’attività di enoturismo. In alternativa aver frequentato un corso di formazione (della durata minima di 50 ore) su questa materia, organizzato da associazioni di categorie, ordini professionali o altro soggetto abilitato.
Addio vecchia romantica degustazione
Un tempo andar per cantine (come ricorda nel libro “Donne del vino in Toscana” la giornalista Marzia Tempestini) era un’avventura. Ancora negli anni’70 si doveva bussare alle porte delle coloniche degli agricoltori che non capivano perché volevi “assaggiare” il loro vino. In quel tempo anche acquistarlo non era facile. Molti erano quasi “gelosi” del loro vino, spesso fatto solo per la famiglia e gli amici. Il resto dell’uva veniva venduto a chi faceva grandi quantità
Degustazioni per tutti e in almeno tre lingue!
Oltre all’imprenditore però ci sono altri soggetti che potranno svolgere l’attività di enoturismo. basta rispettare certi parametri. Apertura obbligata annuale di un minimo di tre giorni a settimana, strumenti informatici per le prenotazioni, una pagina web aziendale. Ma non finisce qui. Gli aspiranti dovranno inoltre dotarsi di materiale informativo sull’azienda e sui suoi prodotti, stampato in almeno tre lingue e ambienti adatti dedicati all’accoglienza.
E per degustare si “impongono” i bicchieri!
La cosa divertente è che si specifica anche che il vino dovrà essere servito in calici bicchieri da vino in vetro o altro materiale, purché non siano alterate le proprietà organolettiche del prodotto. Mai bevuto vino in una scarpa o altri contenitori simili!
Si ricordano infine, in coerenza con le disposizioni statali, le modalità di svolgimento delle attività di degustazione del vino in abbinamento agli alimenti. Il nuovo enoturismo Toscana.
Normare, normare tutto. Sempre e comunque…mah!