Esistono luoghi speciali e il Monte Lussari lo è. Sulle Alpi Giulie a 1700 metri d’altitudine su una delle cime più alte delle Alpi Orientali italiani spunta un piccolo campanile con la sua chiesetta.
Siamo all’estremo lembo dell’Italia, al confine con Austria e Slovenia non lontano da Tarvisio (LEGGI). Per questa sua caratteristica geografica insolita queste montagne da secoli sono confine naturale fra il mondo germanico, slavo e latino.
Quelle pecore inginocchiate sul monte
Perché quel piccolo santuario arroccato quasi in equilibrio sulla cima del monte è lì?
Tutta colpa di un gregge di pecore devote che nel 1360, narra la leggenda, furono viste dal loro pastorello compiere un gesto incredibile.
All’improvviso sospesero il pascolo per inginocchiarsi con lo sguardo verso il bosco. Stupito da ciò il giovane scorse dietro un cespuglio nella macchia una statuetta di una Madonna col Bambino. Era a lei che le sue pecore si chinavano in segno di devozione.
Il pastorello prese con se quella statuetta taumaturgica e la consegnò al parroco del paesino di Camporosso, 800 metri più a valle.
La sorpresa fu quando l’indomani, tornando col suo gregge a pascolare sul Lussari, la statuetta era nuovamente nel bosco. Con le sue pecore ancora intorno inginocchiate in devozione.
Il Vescovo di Aquileia colpito dal ripetersi del miracolo decise allora che era meglio costruire una cappella lì, sul monte.
Il piccolo presepe che tocca le nuvole
Oggi di quella cappella originaria non c’è più traccia ma è l’edificio attuale – che risale al XVI secolo – a testimoniare il miracolo del Monte Lussari.
Piccolo, linee essenziali, bianchissimo, con il piccolo campanile che nell’inverno pare spuntare solitario in una distesa di bianco. Strette intorno uno sparuto gruppo di case e locande per pellegrini è un unica stradella selciata.
Un piccolo presepe che accarezza le nuvole.
Un Santuario, una fede e la devozione di tre ceppi etnici
ll Santuario oggi rappresenta un luogo d’incontro e d’amicizia fra i paesi d’Europa grazie alla sua particolarità geografica di essere all’incrocio di tre confini.
La Madonna del Lussari è meta di pellegrinaggio dei tre ceppi europei che a lei accorrono in devozione: latino, germanico, slavo.
Assistere a una messa celebrata lì in cima al monte, a un passo dal cielo, in tre lingue in segno di unione e fratellanza è esperienza toccante.
Nella piccola chiesetta con l’aria sempre frizzante incontri l’Europa. Signore con velo in testa e abito come si conviene per l’occasione. Turisti in gita di gruppo, amanti della montagna con scarponi ai piedi e bastoncini da trekking in mano.
Tutti l’uno accanto l’uno all’altro fra le panche del Santuario a seguire il rituale sacro, pregando in tre lingue diverse. L’Europa è qui, non nelle fredde sale di Bruxelles o Strasburgo.
Il sentiero del Pellegrino
Raggiungere il santuario Monte Lussari è facile con la telecabina che parte da Camporosso ma per chi vuole vivere un’esperienza intensa sia sacra che naturalistica consigliamo di raggiungere il Lussari attraverso il Sentiero del Pellegrino che si snoda fra il bosco affiancando e scavalcando a tratti quella che d’inverno è una delle piste più amate dagli sciatori.
Pranzo in quota
Noi
consigliamo la salita in quota anche agli appassionati della cucina
semplice di montagna.
Le locande nate per ristorare i pellegrini
che si trovano sull’unica piccola stradella selciata di fianco al
santuario non offrono che l’imbarazzo della scelta fra i piatti
semplici ma sostanziosi tipici della montagna, ma declinati in salsa
friulana.
Fra i primi piatti le salse ai funghi o al capriolo sono obbligatorie; così come l’assaggio della locale polenta servita col frico o la luganica (tipica salsiccia friulana).
Da non perdere infine un giro d’assaggio delle grappe “fatte in casa”: difficile scegliere fra quelle ai frutti di bosco, al ginepro, al finocchio e sedano selvatico e mele.