Rullo di tamburi il 15 e 16 giugno per le semifinali del Calcio Storico fiorentino. Il 24 giugno, giorno del patrono San Giovanni Battista, tutta Firenze scende nel “sabbione” per l’ultima disfida. Ecco tutto quello che c’è da sapere per vivere come i fiorentini le partite dei quattro colori.

In piazza Santa Croce tutto è pronto per il Calcio Storico. Lo “stadio” dove scenderanno in campo i calcianti è di quanto più suggestivo si possa avere. La facciata della Basilica è lì. Dietro, sopra il colle dove svetta San Miniato con i ricordi dell’assedio da cui tutto prese il via.
Battono forte i cuori dei fiorentini in questi tre giorni attesi durante tutto l’anno. E guai a paragonare la passione dei fiorentini per il loro calcio con quella dei senesi per il Palio. Tutto diverso. Tutta un’altra storia. Epica e avventurosa.

Calcio storico: la nascita del calcio moderno
I figli di Firenze sono un po’ presuntuosi, un po’ arroganti e molto orgogliosi della loro tradizione e non esitano ad arrogarsi la paternità del calcio moderno.
Del resto questo loro Calcio Storico noto anche come “calcio in livrea” ha una paternità illegittima in Inghilterra. I figli dell’Albione sono convinti di essere stati i primi a mettersi in pantaloncini e rincorrere un pallone in un campo quadrato. In realtà sono stati semplicemente i primi a codificarne delle regole. Quelle che anche oggi conosciamo.

Qualcosa di simile già si praticava nell’antica Grecia e nell’antica Roma. In tempi ancora più remoti pare lo si praticasse anche in Cina. Fu però a Firenze, durante il Rinascimento, che nacque il “florentinum harpastum” (LEGGI). Quello che possiamo considerare il progenitore del calcio moderno. Notizie certe raccontano che dopo Firenze la moda sia dilagata anche a Venezia, Mantova, Urbino, Padova, Bologna. Salvo poi il divieto emesso in alcune città che lo fece cadere nell’oblio a causa della violenza sia in campi che sugli spalti. Niente di nuovo verrebbe da aggiungere.
Bisogna aspettare il 1700 per vedere ricomparire questo gioco in Inghilterra. In realtà c’erano due varianti del gioco che dividevano gli appassionati. Una aveva regole in cui si potevano utilizzare sia le mani che i piedi, l’altra in cui si usavano solo i piedi.

Le regole dell’Università di Rugby
La prima si sviluppò all’Università di Rugby, da cui prese il nome, e scelse come obiettivo della palla la “meta”, parola greca che significava rete. La seconda s’impose come “piede palla” ovvero “foot ball” e aveva come scopo della palla il “goal” ovvero la parola meta tradotta in inglese.
Nel 1846 fu registrata la prima squadra del calcio moderno, il Cambridge Club Football. Nel 1863, quando le squadre furono undici nacque la Football Association con tanto di regolamento scritto e inizio di un campionato. Da qui, dopo la divisione con il rugby che continuò a usare sia mani che piede, nasce il calcio modero che conosciamo.

Il calcio fiorentino e lo spirito beffardo
Il calcio fiorentino, oggi noto come Calcio Storico, può quindi a diritto considerarsi il padre del calcio moderno. Ma come e perché si decise di iniziare a giocare a calcio a Firenze? Qui si torna allo spirito beffardo dei concittadini di Dante. Tutto ebbe inizio con una beffa. Era un freddo febbraio del 1530 e Firenze, da oltre un anno, era sotto assedio. Appena fuori dalle porte della città c’erano le truppe spagnole di Carlo V che avevano il compito di riportare in città il potere dei Medici.

I fiorentini assediati erano annoiati e non sapevano come passare il tempo e così si misero a giocare a palla. In realtà lo fecero per prendersi gioco del nemico dimostrandogli che l’ assedio gli faceva un baffo. Era il 17 febbraio del 1530 quando un gruppo di fiorentini si ritrovarono in Piazza Santa Croce per iniziare a giocare a palla. Una piazza scelta di proposito perché il nemico potesse osservarli dalle sue postazioni appena oltre il campanile di San Miniato.
Fu così che senza rendersi conto fecero partire un tradizione, inventando uno dei giochi più antichi d’Italia. Le partite si svolsero regolarmente a Firenze per due secoli. I giovani giocavano a palla nelle strade e nelle piazze fra squadre dei vari rioni cittadini. L’ultima fu disputata sempre in piazza Santa Croce nel gennaio del 1739.
Oggi ogni anno Firenze rievoca la partita dell’assedio. Lo fa nel giorno dedicato a San Giovanni Battista patrono della città.

Il calcio degli antichi greci e romani
Del calcio fiorentino ne parla anche il primo vocabolario dell’Accademia della Crusca nel 1612. Gli accademici definirono: “il calcio in livrea come proprio della città di Firenze a guisa di battaglia ordinato. Passato da’ greci a’ Latini e da’ Latini a noi”.
Nell’antica Grecia il gioco a squadra con la palla era definito con vari nomi: Feninda, Episciro e Sferomachia. Furono i romani a mascolinizzare questo gioco rendendolo più violento e aspro. Divenne celebre non a caso fra i legionari che lo praticavano anche durante l’addestramento. Lo chiamavano Harpastum e più comunemente Pulverulentum a indicare la grande quantità di polvere che si sollevava durante il gioco.

Furono proprio i legionari probabilmente a introdurre il gioco a Firenze nel 59 a.C. Del resto lo schieramento dei calcianti in campo ricalca esattamente quello dello schieramento in battaglia delle truppe romane.
Ai Veliti, fanti armati leggeri e quindi più veloci corrispondono gli Innanzi o Corridori (15 in campo.), Agli Astanti, deputati con le loro lance a contrastare l’avanzata del nemico corrispondono gli Sconciatori (5 in campo). Ai Principi fisicamente robusti e armati pesantemente corrispondono i Datori innanzi (4 in campo). Infine ai Triari, ultimo baluardo fanno eco i Datori addietro (3 in campo) antesignani dei portieri che difendono della caccia.
Vale la pena sottolineare come questo schieramento a quattro file sia lo stesso passato anche al moderno football americano.

I colori e il gioco. Azzurri, Bianchi, Verdi e Rossi
Le squadre che scendono in campo per regolamento devono essere composte solo da calcianti fiorentini o residenti in città da almeno 10 anni. L’obiettivo è realizzare la “caccia” ovvero il gol che si segna facendo finire la palla nella rete lunga quanto il lato corto del campo.
Il gioco moderno è qualcosa di simile più al rugby e al football americano che al calcio.
Le sfide sono sempre suggestive anche se inizialmente molto tattiche. Gli uomini di centrocampo (sconciatori) hanno l’importante compito di bloccare la circolazione della palla. Interrompere l’ostruzione e permettere alla palla di circolare per arrivare ai corridori spesso permette di andare a segnare la caccia. Attenzione però quando si tira a non sbagliare dato che un tiro sbagliato regala ½ punto agli avversari.
Quattro le squadre che si contendono la vitella messa in palio per il vincitore. Gli azzurri di Santa Croce, i bianchi che prendono il nome dalla chiesa omonima cuore dell’Oltrarno, i verdi di San Giovanni e i rossi di Santa Maria Novella.
I famosi scesi nel sabbione
Curiosità e aneddoti arricchiscono la storia di questa tradizione. Lo spirito competitivo dei fiorentini si accende fino dalla Pasqua. Proprio in occasione di questa festività il Vescovo estrae, sulle scale del sagrato, l’accoppiata delle squadre per le due semifinali.
Nel corso dei secoli sono scesi in campo anche tanti fiorentini famosi. Il Granduca Cosino II de’ Medici scese sul sabbione. Lo fece anche Piero II figlio di Lorenzo il Magnifico e altri componenti della famiglia. La fama del gioco passo però i confini della Repubblica fiorentina. Fu così che nel sabbione scesero anche Lorenzo duca d’Urbino, Vincenzo Gonzaga Duca di Mantova ed Enrico Principe di Condè. Addirittura tre papi scesero in campo: Clemente VII, Leone IX e Urbano VIII.
Fra le partite passate alla storia da ricordare quella giocata nel 1490 sull’Arno ghiacciato, una a Roma nel 1570 e una a Lione nel 1676. Anche in tempi recenti non sono mancate però partite di esibizione svoltesi un po’ in tutto il mondo.
Le partite edizione 2019
Come sorteggiato per Pasqua il primo incontro sabato 15 giugno, in campo Rossi contro Verdi. Domenica 16 nel sabbione Bianchi contro Azzurri. In entrambi i casi le partite inizieranno alle ore 18.00.
Lo spettacolo del corteo storico della Repubblica fiorentina partirà alle 15.00 e arriverà per le 17.00 in Santa Croce. Si muoverà da piazza Santa Maria Novella per poi fare tappa davanti Palazzo Vecchio e arrivare in piazza Santa Croce.
Le squadre che vinceranno si affronteranno nella finale che si svolgerà come da tradizione nella data del patrono di Firenze: San Giovanni, il 24 giugno.