Il fiasco di vino lo trovi sulla tavola. Il simbolo di un  mondo  che sembrava difficile ma era più semplice di quello di oggi.
Ti accoglie così la trattoria da Dino a San Colombano. Un biglietto da visita che fa pensare a porzioni generose e sapori di casa.

La trattoria da Dino è forse una delle poche attività di ristorazione della stessa famiglia da 122 anni. Una storia che è anche la storia di un intero paese. E vale la pena leggerla. Perché potrebbe insegnate tanto a tanti  odierni ristoratori.

il fisco impagliato.

Una bella storia di famiglia

La famiglia Raveggi arrivò nella campagna toscana alle porte di Firenze nel 1849.  San Colombano con la chiesa omonima (del XIII secolo ma di fondazione più antica), era allora un piccolo agglomerato di case. Nel 1897 Geppo, diminuitivo di Giuseppe, con la moglie Amabile, decise di aprire bottega nel piccolo borgo. Un ristoro semplice per i viandanti. Dove trovare un buon bicchiere di vino, fagioli all’uccelletto e quello che offriva la campagna. Vicino c’era il mulino, il fosso e la chiesa. Poco distante l’Arno.

Dopo la Grande Guerra, Dino, nonno di Paolo attuale gestore, ampliò la bottega. La fece diventare un punto di ritrovo per il piccolo borgo. Un po’ ristoro, un po’ rivendita, un po’ “salotto” per fa’ du’ chiacchiere. 
Da Dino si andava anche per fare una telefonata (fu per lungo tempo uno dei pochi telefoni a disposizione nella piana) o per comprare il giornale La Nazione. Insomma Dino era un punto importante per la comunità.

da Dino.

Anche la Seconda Guerra mondiale ha toccato questo borgo. L’inferriata di una delle finestre ne porta ancora i segni come ci mostra Paolo Raveggi attuale patron in carica.

Con il passare degli anni e il cambiamento dei tempi, la mescita si trasformò in trattoria. I figli di Dino, Giampiero, Giuseppe e Doriana la fecero diventare in un ritrovo di cucina fiorentina semplice ma di elevata qualità.

Così da Dino si son fermati nomi ben conosciuti da tutti come Marcello Mastroianni, Catherine Deneuve, Roberto Vecchioni, Claudio Baglioni e tanti altri.

Poi l’alluvione del 1966 e la ripartenza, come sempre tutti insieme, mogli comprese.

sugo di tacchino da Dino
“Schiaffoni” con sugo di tacchino.

Oggi, dicevamo,  alla guida c’è Paolo figlio di Giampiero, con la sorella Anna Maria e la  moglie Sabrina. La nuova generazione al momento sta in cucina e c’è chi si prepara a “far di conto”. I figli di Paolo Lorenzo, Gabriele e Leonardo affilano le armi per prendere le redini di questa bella storia.

Al piano di sopra della trattoria da qualche anno c’è la locanda. Poche camere per accogliere vecchi e nuovi viandanti. La cucina invece è la stessa.  Stessi sapori di un tempo, stesse cotture.

Affettati toscani, crostini, sbriciolona,  lardo, tanto per iniziare.  E bisogna finire tutto altrimenti non ti portano la portata successiva! Ecco quindi i primi piatti con il sugo di lepre, o di tacchino, il semplice pomodoro o il sugo di cinghiale, le penne strascicate o i taglieri ai funghi porcini.  “Unti” come faceva la nonna, quelli dove la scarpetta è d’obbligo.

pappardelle della Trattoria da Dino
un classico toscano: pappardelle

Con le abitudini di oggi quando arrivi al secondo, viste anche le abbondanti portate, ti senti già pieno. Poi assaggi e vai avanti perché son sapori dimenticati e ti vien voglia di sentirli, uno dopo l’altro. Dalla classica arista con le patate in forno, all’introvabile stracotto, oppure la francesina ovvero lesso rifatto con le cipolle o il peposo all’imprunetina (in inverno) e tanto altro. Poi la grigliata, quella vera fatta con “ i foho” (fuoco) per dirla alla toscana.

E i fritti?  Braciole fini passate nell’uovo e nel pangrattato come facevano mamme e nonne, pollo, coniglio, verdurine di stagione.  E ancora fagioli cannellini, all’uccelletto, funghi alla griglia secondo la stagione.

E, in conclusione lo zuccotto, oggi tornato di moda, gli immancabili biscottini di Prato e il vin santo.

Domenica 14 aprile 2019 dalle 18.30 Da Dino si festeggiano i 122 anni con un libro sulla storia di una delle più antiche trattorie con la stessa conduzione familiare.