Santa Croce: un punto di potenza.
Santa Croce: oltre l’eredità verso il futuro. È un racconto lungo 800 anni, deposito della memoria collettiva di una comunità: tutto questo è Santa Croce. Firenze e le sue grandi chiese e soprattutto gli Enti con personalità giuridica nati nei secoli per seguirne lo sviluppo. Per non perdere il susseguirsi di costruzioni.
La storia si è stratificata in questi luoghi e in queste comunità. Come Santa Croce che è stata chiesa francescana, municipio religioso di Firenze, sacrario europeo e molto altro. Davvero molto altro. Un punto di “potenza”, di energie forti e vibrazioni profonde. Ma questa è una storia che non si può raccontare, va sentita sulla pelle e non da semplice turista ed è, appunto, “un’altra storia”.
#CrazyforPazzi : crowdfunding per un restauro
Santa Croce ha radici tentacolari nel territorio. Francesco d’Assisi nel 1226 si stabilì in una zona (allora inospitale) fuori le mura della città ma presto il piccolo oratorio non potè contenere più la comunità. L’edifico verso la fine del 1200 fu ricostruito seguendo un progetto grandioso, con molta probabilità su idee di Arnolfo di Cambio. Era il 3 maggio 1294, come ricorda il Villani, e fu una festa solenne.
In Santa Croce riposano i Grandi
Anno dopo anno, secolo dopo secolo, la basilica è diventata il “ lungo racconto” che oggi possiamo ammirare. Espressione della città-stato fiorentina, rappresentante dei valori Risorgimentali, sepoltura degli italiani più illustri.
Giotto, Donatello, Desiderio da Settignano, Bernardo e Antonio Rossellino e ancora, ancora… le grandi pale cinquecentesche…sono solo una parte del patrimonio che racchiude.
Oggi, lontani i tempi dei grandi mecenati, immersi in un mondo che corre, un complesso monumentale come la Basilica di Santa Croce soffre dei problemi causati dal passaggio del tempo. Sente anche la necessità di “essere capita” a fondo.
Santa Croce un grande manuale di storia dell’Arte
l nuovo Consiglio di Amministrazione dell’Opera di Santa Croce guarda al passato per costruire il futuro e propone un piano per la creazione di valore materiale e immateriale.
Forti del dato di fatto che Santa Croce sia una “grande manuale di storia dell’arte”, dal Duecento al Novecento. L’idea è quella di far diventare il visitatore parte di ciò che vede, un visitatore-mecenate che comprenda e non solo ammiri frettolosamente. Per questo sono nate campagne di crowdfunding ispirate alla socializzazione dei progetti di restauro come #CrazyforPazzy.o la app scaricabile per visitare il complesso
“Certo, alcune volte è difficile spiegare cosa è stato il Duecento a turisti che vengono da realtà con altre datazioni, studi diversi – rammenta il segretario generale dell’Opera di Santa Croce Giuseppe De Micheli – ma questo non ci deve fermare.”
Inoltre, gli stessi fiorentini, toscani o italiani che hanno visitato o visitano il complesso, spesso ammirano e non si soffermano a comprendere che “grande libro di storia” sia Santa Croce.
Santa Croce va letta affresco dopo affresco, lapide dopo lapide.
Tra il 1328 e il 1330, nella Cappella Baroncelli, Taddeo Gaddi dipinse la prima natura morta dell’arte italiana; la tomba Corsellini ispirò Herman Zapf per il font Optima. Qui riposa il botanico Antonio Micheli fondatore della micologia che pare annoverare trai suoi meriti l’invenzione dell’etichetta sulle bottiglie di vino. La tomba di Vittorio Alfieri ad opera del Canova mostra una delle prime immagini note dell’Italia effigiata come una donna vestita all’antica con la corona turrita. I turisti americani sono accolti dalla statua, che Pio Fedi realizzo per la tomba monumentale di Niccolini, che è in stretto legame con la statua della Libertà di Bartholdi. Qui riposa Florence Nightingale dove gli infermieri si soffermano per rendere omaggio a colei che fondò la scienza infermieristica.
Chi viene a Firenze, ma anche i fiorentini, non può liquidare con un frettoloso giro questa visita, ci vuole tempo per attraversare 800 anni di storia patria.