John Temple Leader e Firene. Grazie alla riqualificazione dell’area verde ad opera della Fattoria di Maiano di Firenze. Da pochi giorni ha aperto al pubblico il più grande orto botanico italiano. 50 ettari che si estendono tra il comune di Firenze e il comune di Fiesole, circondato da 12 chilometri di sentieri snodati attraverso un bellissimo parco.
Il primo grande orto botanico italiano
Un luogo conosciuto fin dall’Ottocento con il nome di Parco della Regina Vittoria d’Inghilterra che lo inaugurò nel 1893. Ma come mai dedicato proprio alla regina inglese un parco in Firenze?
Come abbiamo più volte raccontato nei nostri articoli, la comunità inglese a Firenze è sempre stata molto importante, lasciando tracce storiche in molte architetture e paesaggi. Nel 1857 Firenze venne scelta come residenza da uno dei primi aristocratici d’oltremanica. John Temple Leader, uomo raffinato e di grande cultura, allievo di Oxford e appassionato di viaggi, sposato ad una nobildonna lucchese.
Il buen ritiro di John Temple Leader
Temple fece sua una residenza situato davanti a Palazzo Pitti. Quasi contemporaneamente, grazie al suo grande amore per il medioevo comprò e ristrutturò il Castello di Vincigliata, sulla collina di Settignano.
Il sogno di Temple e il periodo romantico, aiutarono il nobiluomo a creare un personale feudo sulle pendici di uno dei colli più belli che dominano Firenze. Temple aveva intrapreso un ampio progetto di ristrutturazione medioevale e non si limitò al solo restauro del castello. Si adopererò anche dei terreni circostanti, rimboschendo le pendici della collina con un ricco sottobosco e con piante che si potessero adattare al terreno roccioso.
La nascita del parco
Fu introdotto un tipo di piantagione del cipresso a macchia, intervallato a pini e lecci, integrati alla preesistente vegetazione, dando luogo ad un insolito bosco di conifere e latifoglie. Il Temple fu affiancato in questa operazione di “architettura ambientale” dall’architetto paesaggista Giuseppe Fancelli, e dall’esperto di idraulica Alessandro Papini.
Nel giro di pochi mesi, comprò anche la proprietà adiacente, la Villa di Maiano, annettendola alla proprietà del Castello.
il piccolo grande museo di casa
L’amore per l’arte, le possibilità economiche e i tempi di grande fervore in Italia, permisero al nobiluomo di allestire le sale del castello e del palazzo in piazza Pitti, con opere d’arte preziose e meravigliose. Quadri del Canaletto e Jacopo della Quercia, come testimonia un inventario delle catalogazione delle opere, oggi purtroppo sparse in vari musei. Il Gentiluomo ricreò attorno a sé il fascino del signore medievale e del colto mecenate rinascimentale, facendo anche coniare una propria medaglia con l’iscrizione “Johannes Temple Leader Vincigliatae Dominus”.
quando a casa temple arrivo’ LA REGINA D’INGHILTERRA
Fece inoltre della sua villa il luogo di accoglienza delle teste coronate dell’epoca. Un articolo su un numero del The illustrated London news riporta, infatti, la visita in Firenze della regina Vittoria D’Inghilterra. Un soggiorno al Castello di Vincigliata, come ricorda anche la lapide posta sul Kaffeehause, diffondendo in tutto il mondo la meraviglia del luogo e il mecenatismo culturale della persona di Temple. Il gentiluomo morì in Firenze nel 1903, lasciando erede di tutte le proprietà il nipote Lord Westbury. ma non dimenticò l’amata Firenze, alla quale donò settemila sterline per la porta bronzea della nuova facciata di Santa Maria del Fiore.