Firenze capitale. Firenze 1865 non è mai stata una città facile tanto meno all’alba della trasformazione in Capitale del nuovo Regno d’Italia. Quando re Vittorio Emanuele si insediò, non poté non accorgersi che i fiorentini erano ancora affezionati al ricordo dei Lorena. Una campagna stampa, ordita dai torinesi contro Firenze e i suoi abitanti, li descrisse come “inaffidabili”… L’ira per aver perso il posto di capitale andava sfogata…
I fiorentini, da buoni discendenti del Boccaccio risposero…”se siam bravi e siam cortesi son felici i piemontesi ma con questi sull’Arno capitati, finiremo alla specola impagliati“.
Firenze capitale 1865 e la rivoluzione urbanistica in città
Firenze Capitale portò i ministeri che si insediarono in città nei palazzi Medici-Riccardi, palazzo Cepparello, palazzo Galli-Tassi. I lavori dello stradone Poggi cioè gli odierni viali di circonvallazione. Nome preso dall’architetto che sventrò la vecchia Firenze per darle il nuovo assetto, e che ancora oggi ode gli improperi dei posteri, si stava costruendo.
Giù il mercato vecchio, su quello nuovo
Nella Firenze Capitale mura e muri cadevano per far posto a nuovi quartieri come quello della Mattonaia. Flussi di denaro volavano via. tanto da fare debiti per venti milioni, per il quale venne fatto un prestito con interessi altissimi per le finanze comunali. Abbattuto il mercato vecchio, e tutto il Lerciume che in secoli si era accumulato. Abbattuti il ghetto ebraico e tutte le bancarelle e botteghe che sorgevano sulla piazza del centro (oggi piazza della Repubblica) vennero ritrovati i resti della civiltà romana. I resti del tempio di Giove, l’antico foro e le terme con i mosaici ma nulla fu salvato. In compenso il nuovo progresso dava il via alla rete tranviaria passando proprio per piazza del duomo, con la facciata ancora da compiere.
A.a.a. nuove case cercasi
Si volle dare ai fiorentini un nuovo punto per far sorgere un mercato cittadino. Venne scelta la zona intorno alla chiesa di San Lorenzo abbattendo tutte le casupole che circondavano l’ antica chiesa per fare nuovo posto. Ecco insorgere una nuova crisi. Quella degli alloggi, ma mentre si distrugge si danno nuovi sogni, ed ecco nascere intorno alla piazza San Marco, il giardino dei Semplici e quello di piazza d’Azeglio.
Firenze Capitale voleva essere all’altezza del nuovo compito. Una antica città simbolo del rinascimento, della cultura e delle arti, che era decisa ad andare incontro al progresso e al nuovo assetto per essere degna del nuovo regno italiano.
DAME ITALIANE VS DAME FRANCESI
L’eleganza in Firenze è sempre stata un vanto cittadino. Aristocratici, banchieri, intellettuali, artisti e musicisti si trovarono le porte delle antiche dimore e le ville di campagna aperte a incontri di salotto, balli e ricevimenti.
Due civiltà si stavano scontrando per essere regine di eleganza. Quella francese, rappresentata da Maria de Solms Bonaparte, sposata al presidente del consiglio Rattazzi e le signore fiorentine.
Divenne una vera e propria guerra. Nel salotto della francese non si parlava italiano, anzi. A Parigi fu pubblicato un libretto nel quale si narrano le vicissitudini di una città di nome Bicheville, descritta corrotta, piena di falsità con personaggi ambigui e funzionari corrotti. Una parodia pericolosa e offensiva verso i fiorentini.
una citta’ cosmopolita e i gran tour
Firenze Capitale appena nata viveva in questo il clima. All’apparenza un nuovo fermento di costruzione e all’interno antiche faide. Molti stranieri trovarono residenza in città. Russi, inglesi, francesi e americani, e proprio quest’ultimi mandarono Mark Twain a descrivere l’aria che si respirava intorno alla nuova capitale d’Europa.
quei cinque anni che cambiarono firenze
Intanto gli eventi politici di susseguivano velocemente. Nuovi eroi sfilavano in città come il giorno che arrivò Giuseppe Garibaldi. L’uomo dell’unita italiana, al quale gli artigiani fiorentini donarono una spada appena forgiata. Cinque anni di buio e luce.Un lustro per dare alle mura fiorentine un nuovo riassetto. Anni di gioie e dolori. Molte riforme si stavano attuando per portare avanti un progresso sociale. L’istruzione scolastica primaria divenne obbligatoria, il diritto di voto esteso, la politica estera verso la Germania e Vienna aperta al dialogo più sereno.
L’innamorata abbandonata
Fu un duro colpo per i fiorentini ricevere la notizia che Roma sarebbe diventata la nuova capitale. Dopo Torino anche Firenze subì il pensiero di sentirsi usata per un periodo transitorio. Noi celebriamo 150 anni da quando fummo capitale. 150 anni nei quali non abbiamo ancora compreso se la città doveva essere, a torto o ragione, riassettata e rinnovata. Questo è successo a scapito di antiche torri ed edifici che oggi non vediamo più. Se giusto o no aver abbattuto la città medioevale per fare posto al nuovo non lo sappiamo. Ma siamo qui a celebrare una delle più antiche e belle città del mondo, non per giudicare ma per raccontare la trasformazione di una grandissima città.