Tortona fra Don Orione e i baci di dama. Tortona è il Piemonte che quasi non ti aspetti. Hai da poco lasciato alle spalle l’Oltrepò Pavese e Voghera che già la strada ti porta nella regione dalla quale bene o male è nata la nostra variegata Italia.
È elegante questa città della provincia di Alessandria. Elegante e antica, con le sue origini che conducono addirittura al neolitico. C’è tanto da vedere nel luogo dove Don Luigi Orione, che divenne santo, giunse dalla vicina e natia Pontecurone, per poi fondare la Piccola Opera della Divina Provvidenza.
Tortona, cosa vedere
Tortona fra Don Orione e i baci di dama e la prima visita è proprio ad uno dei monumenti fondati da questo attivissimo sacerdote. Il Santuario di Nostra Signora della Guardia consacrato il 28 agosto 1931 (evento ricordato ogni anno da una grande festa popolare), con il suo bronzo dorato della Madonna con Gesù Bambino di Narciso Cassino. Alto 14 metri, pesa ben 12 tonnellate ed è la più grande statua bronzea del mondo collocata in cima a un edificio.
Ma torniamo in centro. E ammiriamo, scegliendo l’itinerario della recente memoria. Il quattrocentesco Palazzo Guidobono, la medievale Chiesa di Santa Maria Canale che è più antica di Tortona. Il Duomo cinquecentesco, dedicato alla Vergine Maria Assunta e a San Lorenzo Martire, cattedrale della locale diocesi, con l’adiacente e coevo Palazzo Vescovile. Poi l’ottocentesco Teatro Civico, non senza una visita all’Oratorio di San Rocco, edificato e completato fra ‘600 e ‘700.
Tortona e i suoi baci di dama
Sono solo alcune delle bellezze di Tortona. E ci dispiace di essere degli inguaribili golosi ma, a questo punto della passeggiata, ci siamo lasciati piacevolmente distrarre da una delle specialità locali. I Baci di Dama! Son passati ben 100 anni dalla loro creazione.
Il romantico nome nasce dal fatto che sono formati da due calotte di pasta che ricordano due labbra nell’atto del bacio. La dolcezza della ricetta deriva dal sapiente incontro di farina, nocciole, zucchero, cioccolato fondente e burro. Provare per credere!
Tortona e la Riserva naturale di stagni di lungavilla
Come salutare Tortona? Certo con il proposito di tornare a visitarla, ma anche con due (fra i tanti possibili) suggerimenti di itinerario in uscita, che ci consentono di arricchire la nostra gita. Il primo è ancora artistico: ci sono solo sette chilometri e dodici minuti di viaggio in automobile per raggiungere l’importante Abbazia Cistercense di Santa Maria di Rivalta appartenente al complesso monumentale di Rivalta Scrivia. Il secondo suggerimento è invece naturalistico. A poco più di trenta chilometri e altrettanti di strada, tornando nel Pavese, non possiamo non addentrarci a piedi nella Riserva Naturale di Stagni di Lungavilla(http://www.comune.lungavilla.pv.it/ComSchedaTem.asp?Id=33327), ulteriore integrazione di relax dopo la passeggiata tortonese. Il parco palustre, fondato nel 1984, si trova tra i torrenti Coppa e Staffora ed è un’oasi dalla quale è difficile uscire sapendo di rientrare nel logorio della vita moderna, spesso senza nemmeno un Cynar!
due RICETTE TORTONESI: anlot e aja’
ANLOT (AGNOLOTTI)
Piatto tipico e unico, tipico delle grandi festività. È una pasta fresca ripiena. Sulla pasta viene posto un ripieno di stufato di solo manzo, cotto a fuoco lento con vino rosso robusto e corposo, cipolla e odori. Il tutto si ricopre con un’altra sfoglia e si rifila con la rotella seghettata Gli “anlot” sono conditi con il sugo dello stesso stufato con cui è stato fatto il ripieno.
AJÁ (SUGO AGLIO, NOCI E BURRO)
Tipico piatto di origine tortonese. È usanza preparare “l’ajà” il giorno della spillatura del vino nuovo. Consiste in tagliatelle, fatte in casa, condite con una salsa ottenuta pestando nel mortaio gherigli di noci, molto aglio e burro. La salsa va stemperata appena prima di condire le tagliatelle con qualche cucchiaio di acqua di cottura della pasta.
Attenzione: gli unici baci permessi dopo…sono quelli di dama!