L’infiorata di Fucecchio piace al Papa. Oggi è stato giorno di “Infiorata” in molte parte d’Italia (LEGGI). Non me ne ero occupata ma girovagando per colline e borghi ci siamo imbattuti nella festa di Fucecchio in provincia di Firenze
Fucecchio, non solo padule
L’infiorata di Fucecchio piace al Papa. Fucecchio di sopra e Fucecchio di sotto, “insuesi e ingiuesi” come raccontava un cittadino illustre: Indro Montanelli.
Fucecchio è nel “padule” e solo la parola fino a qualche tempo fa mi suonava strana. Poi, come sempre accade, conoscere il territorio ti fa capire quanto ti sbagliavi.
E Fucecchio, oggi, mi ha stupita ancora una volta. Con la sua infiorata, con la sua processione per il paese, con la sua banda al seguito. Un ché di antico, un sapore di “un altro tempo e un altro luogo”, qualcosa che sa di “buono” e, anche se non lo hai mai vissuto sulla tua pelle, deve averlo vissuto qualche tuo antenato perché è come “un de ja vu” intimo.
Il prete con le scarpe da ginnastica
Qualcosa di antico e moderno insieme, con il prete con le scarpe da ginnastica che cerca volontari per portare il baldacchino dorato o l’accendino per accendere i ceri, l’altoparlante che scandisce le preghiere, la filarmonica del paese che suona, il sindaco e tutte le autorità, le crocerossine, la confraternita, i bambini della comunione e le chiacchiere di paese: “Ha telefonato anche il Papa!”.
E via i boy scout, le persone che sfilano in file precise, lasciando in mezzo un corridoio per non stare mai davanti alle “cose sante”. E su per la via che si arrampica verso il paese alto, “l’infiorata” con i suoi colori vivaci. I temi religiosi e solidali mentre giù, nella piazza, le cose terrene come il mercatino di “tuttounpo’”.
Grazie Fucecchio. È un peccato che non mi possa trattenere. Giusto il tempo per un panino con pecorino e prosciutto toscano di quello “bono” e un bicchier di vino e via verso Il Chianti.
La ricetta di Fucecchio
zuppa di pane di Fucecchio
È il piatto caratteristico della cucina locale. Al pane toscano raffermo vengono uniti fagioli cannellini, cavolo verza, pomodoro, verdure varie e timo. Non viene ribollita, come il piatto cucinato a Firenze, ma consumata ancora calda nella classica terrina di coccio. Si può acquistare in ogni periodo dell’anno nelle gastronomie e gustare nei ristoranti tipici.
- 500 grammi fagioli bianchi cannellini
- 1/2 cipolla rossa
- 1 spicchio aglio
- 1 fetta rigatino toscano
- 500 cc passata di pomodoro
- 1 cavolo verza
- 1/2 cavolo cappuggio
- 500 gr carote
- 500 gr zucchini
- 200 gr piselli sgranati freschi
- 500 gr pane toscano raffermo
- 4 rametti di timi freschi
- 4 foglie di basilico
- 4 cipollotti freschi (facoltativi)
- qb sale
- qb pepe
- qb olioextra vergine di oliva
Lessate i fagioli e passateli al setaccio lasciandone alcuni interi una tazza circa e conservate l’acqua di cottura.
Preparate il soffritto con olio, cipolla tritata e aglio aggiungendo il rigatino tagliato a listarelle.
- Trasferite il soffritto in una grossa pentola, aggiungete i fagioli passati e quelli interi con l’aggiunta dell’acqua di cottura e mescolate.
- Unite, dopo averle lavate e pulite, tutte le verdure, tagliando il cavolo cappuccio e il cavolo verza a listerelle e gli zucchini e le carote a rondelle, insieme alla passata di pomodoro, i rametti di timo e le foglie di basilico.
- Mescolate bene il tutto versando la rimanente acqua di cottura dei fagioli al fine di raggiungere una consistenza abbastanza liquida.
- Salate, pepate e dopo che l’acqua ha raggiunto l’ebollizione, abbassate la fiamma, cuocendo a fuoco moderato per circa un’ora.
- Tagliate a fettine sottili il pane e disponetene uno strato in una zuppiera di coccio.
- Una volta che le verdure avranno terminato la cottura, togliete i rametti di timo e disponetele immediatamente sopra il pane, alternandole a strati di pane, terminando con un’abbondante copertura di verdure.
- Servite la zuppa calda oppure lasciatela freddare presentandola con i cipollotti freschi.
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