Terre del Bruno,  alla scoperta di vini sinceri e ben fatti, di vigne che affondano le radici nella storiadove gli echi di antiche battaglie riecheggiano nell’armonia delle colline.

Di cantine noi di GustarViaggiando ne visitiamo molte così come assaggiamo molti vini e, anche se spesso troviamo belle storie, non sempre capita di imbattersi in quella parte di Storia con la S maiuscola,  dove aleggia il mistero e l’eco della battaglia sembra risuonare.
L’azienda Pogni si trova a Marcialla nel comune di Certaldo, terra di vino, cipolle e novellieri, in una toscanissima valle, che regala sia al sangiovese che ai vitigni internazionali, profumi ricchi e molto piacevoli.

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Nella cantina, in parte moderna e antica in quella più profonda, si preparano vini ben bilanciati, saporosi, adatti all’esigenze di chi oggi ama e ricerca il vino. Nicola Berti è un “winemaker”, come recita il suo biglietto da visita, che si occupa di dar vita a vini sinceri. Lo avevamo già conosciuto in un’altra azienda toscana e abbiamo potuto valutare il suo lavoro di ricercatore della “verità” in ogni vino.
Già dalle etichette si capisce che questa fattoria è percorsa dall’anima di una famiglia: Terre del Bruno è l’omaggio al nonno che ha dato vita all’azienda oggi portata avanti dai nipoti.

Gianmarco Diddi e sua madre Lorella,  ci hanno accolto nella loro azienda con grande attenzione mettendo a disposizione la loro casa e facendoci assaggiare i loro vini in abbinamento al miglior menù toscano possibile: salumi e formaggi, crostini di fegatini,  ribollita risotto con la zucca, trippa e cantucci.

trippa-web-oI vini Terre del Bruno si sono dimostrati in grado di gestire il saporito menù toscano e di regalare piacevoli sensazioni, le stesse che regalano le mura del complesso abitativo di cui fa parte la casa padronale.
Ciò che ci ha colpito di questa fattoria è che la lunga ristrutturazione (sono occorsi ben 60 anni per portare a termine i lavori di tutti gli edifici oggi trasformati in appartamenti per l’agriturismo) ha portato alla luce una struttura  diversa da quelle pure tradizionali a cui siamo abituati in Toscana.

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Un’architettura articolata rivela “una mano” dove l’impronta fiorentina presente in ogni dove per le campagne, viene a mancare.  Scopriamo che  qui c’era un piccolo castello, il castello di Pogni,  sotto la giurisdizione di Semifonte,  che volle diventare città e di cui abbiamo più volte parlato da queste pagine, diventata troppo potente, tanto da far paura a Firenze che in quattro anni di assedio, dal 1198 al 1202 ne fece scomparire ogni traccia e ne proibì, nei secoli, la ricostruzione.  Oggi sotto le vigne che circondano l’unica costruzione permessa da Firenze nel 1597, una cappella con una cupola in miniatura  che ricorda quella del Brunelleschi, qualche animo sensibile giura di sentire ancora gli echi di quei tempi bui.

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La fattoria Pogni divide le sue terre tra Certaldo e Barberino Val D’Elsa, terre su cui la storia è passata davvero e forse chi ricostruì questo complesso usò materiali e linee impresse nell’animo.
Le vigne che ricoprono queste colline di  galestro e alberese, sanno raccontare bene questo vissuto e la mano esperta in cantina crea  prodotti di grande piacevolezza gustativa. Vinificati separatamente i vini della nuova etichetta Terre del Bruno affinano  in barrique acquistate con attenzione per poi finire il loro affinamento in bottiglia.

 

Se il toscanissimo Poggio ai Falchi Chianti Riserva D.O.C.G regala un tannino morbido ed elegante non da meno è il Nappolaio Rosso Toscano I.G.T con il suo colore stranamente intenso o il Gorgoli dove l’internazionale Cabernet Sauvignon fa bene la sua parte. Interessante anche l’Albòre Bianco Toscano I.G.T dove vermentino e trebbiano cresciuti sul galestro danno vita ad un vino profumato e divertente. Ma ogni vino della fattoria Pogni ci ha piacevolmente colpito perché  nel bicchiere si sente che niente è affidato al caso e che mai un’annata è identica ad un ‘altra e ognuna racconta di sé.

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Per finire la bella piscina, l’ambiente “protetto”, la cura dei particolari anche in ognuna delle stanze dell’agriturismo, fanno venir voglia di non essere un residente della zona e poter venire qui in vacanza per godersi giorni e notti nel profumo della campagna toscana, nei suoi tramonti e nei suoi echi di battaglia.

Seguiteci perché questa storia non può finire qui.

Roberta Capanni

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