L’8 febbraio del 2001 sarà ricordato a Firenze per l’anteprima cittadina di uno dei film più noti dell’inizio dell’attuale millennio: Hannibal, di Ridley Scott. Vent’anni sono passati da allora, ma alcune immagini, ricette e pietanze per palati non schizzinosi e a loro modo raffinati non si sono ancora cancellate dai nostri occhi, per lo meno dallo sguardo di chi, all’epoca e nei successivi passaggi televisivi, ebbe il fegato e il cuore – è proprio il caso di dirlo! – di tuffarsi in una pellicola antropofagicamente horror.
Ventennale cinegastronomico
Ma sì, sbattiamo subito il mostro in prima pagina! Il ventennale cinegastronomicoche raccontiamo oggi è all’insegna del cannibalismo, tuttavia non vi condurremo in nessuna terrificante odissea nello spazio del corpo umano – stile, tanto per intendersi, il viaggio allucinante di asimoviana memoria – né riveleremo niente della trama della pellicola, essenzialmente gialla/thriller.
A noi, in questa sede, non interessano né lo splatter né il trash. Ci preme, piuttosto, sottolineare come l’avventura anche alimentare del perfido dottor Hannibal Lecter evidenzi un grande successo di pubblico (non sempre di critica), una fantasia trasgressiva e una discreta dose di ironia, ben resa, soprattutto, dall’inconfondibile sguardo di Anthony Hopkins. Cattivissimo lui!
Le locations fiorentine
Partiamo dal successo. Il film di Scott girato a Firenze (tra le locations: Palazzo Vecchio, Piazza della Signoria con il Caffè Rivoire, lo Spedale degli Innocenti, il Chiostro di Santa Croce, il Mercato del Porcellino, numerose vie e piazze del centro storico) non è che uno degli episodi dell’universo letterario, cinematografico e televisivo della saga del dottor Lecter. Sono, infatti, quattro i romanzi dello scrittore statunitense Thomas Harris che lo vedono protagonista (Il delitto della terza luna, 1981; Il silenzio degli innocenti, 1988; Hannibal, 1999; Hannibal Lecter – le origini del male, 2006) e cinque i film (Manhunter – Frammenti di un omicidio, 1986; Il silenzio degli innocenti, 1991; Hannibal, 2001; Red Dragon, 2002; Hannibal Lecter – Le origini del male; 2007). E c’è pure una serie televisiva, anch’essa intitolata semplicemente Hannibal: al momento, tre stagioni andate in onda fra 2013 e 2015. Quanto basta per sostenere che la saga e il personaggio che la rappresenta, interpretato negli anni – oltre che da Hopkins – da Brian Cox, Gaspard Ulliel e Mads Mikkelsen, abbiano avuto un successo planetario! Del resto, negli Stati Uniti, il ‘nostro’ Hannibal ha incassato da solo 165 milioni di dollari.
Fantasia trasgressiva proprio nelle ricette
E la fantasia trasgressiva? La ritroviamo, innanzi tutto, nella componente delle ricette e delle pietanze ‘servite’ di pagina in pagina e di fotogramma in fotogramma ai molti lettori e spettatori che si sono avvicendati in circa trentacinque anni di libri, film ed episodi per il piccolo schermo. Nel caso specifico del lungometraggio di Scott, non possiamo non ricordare la parte finale, il cui protagonista è il cervello. Non entriamo nei particolari, ma rifugiamoci in una citazione dall’Inferno dantesco che, in qualche maniera, pur nelle ovvie e importanti differenze, rende e nobilita quel momento della vicenda, ovvero il celeberrimo incipit del trentatreesimo canto: “La bocca sollevò dal fiero pasto / quel peccator, forbendola a’ capelli / del capo ch’elli avea di retro guasto”…
Se poi si desidera viaggiare attraverso tutte le varie versioni e i diversi capitoli di questa saga, non mancheranno sorprese e indicazioni ‘gastronomiche’. Basti pensare che il Lecter della serie tv è spesso ripreso nelle sue attività culinarie, con dovizia di dettagli e assaggi. E le immagini, a ignorarne le origini, sono realisticamente invitanti.
Il libro con “le ricette” di Hannibal
E c’è addirittura un libro! Si intitola Feeding Hannibal: A Connoisseur’s Cookbook, lo ha pubblicato la Titan Books nell’ottobre del 2016 ed è dedicato proprio alle portate viste nella serie, con tutti gli ingredienti per ricreare (in maniera ovviamente commestibile!) i vari manicaretti, con numerose fotografie del ‘dietro le quinte’ e con le informazioni su come siano stati effettivamente preparati i piatti via via presentati. Ci sono pure gli schizzi originali realizzati da Janice Poon, autrice del volume e stilista dei cibi della serie, e il concept seguito per ogni impiattamento: ad esempio, il suggerimento per cui, per rendere ancora più particolare e sanguinolento un filetto di manzo, non serva una cottura al sangue, bensì solo una buona dose di purea di lamponi! Se poi volete approfondire, ecco un link che può tornare utile: https://www.serialcrush.com/hannibal-ecco-come-creare-piatti-invitanti-e-inquietanti/.
Mai bussare alla porta di Hannibal!
Quanto all’ironia, come abbiamo anticipato, la leggiamo soprattutto negli occhi e nel sorriso di Anthony Hopkins, ma anche in alcune battute. Dal Silenzio degli innocenti, citiamo: “Uno che faceva un censimento, una volta, tentò di interrogarmi. Mi mangiai il suo fegato con un bel piatto di fave e un buon Chianti” (frase scelta da 1500 addetti ai lavori dell’American Film Institute come la numero 21 tra le cento migliori citazioni cinematografiche di tutti i tempi tratte da film di produzione statunitense).
Se poi torniamo a quello che abbiamo già indicato come il ‘nostro’ Hannibal, menzioniamo un dialogo fra Allegra Pazzi (Francesca Neri) e Lecter, che qui si nasconde sotto il falso nome di Dottor Fell: “Dottor Fell, lei viene dall’America.”, “Non ci sono nato, ma l’ho girata a lungo”, “Oh! Ho sempre desiderato visitarla, il New England in particolare”, “Ho fatto molti pasti straordinari lì”.
Infine, qual è la citazione che vale come il ‘the end’ delle nostre riflessioni su questo film ventenne, quindi ancora giovane e denso di sorprese? “Bisogna sempre provare cose nuove…”.
Buon compleanno, o Hannibal fiorentino!