Le 10 punte dell’Argentario. È il 1978 quando arrivo per la prima volta sul Monte Argentario . Anche se all’epoca ho solo diciannove anni, mi rendo conto del tesoro che ho davanti. Un breve giro su quello strano promontorio. Un luogo che si divide fra un mare splendido, le isole, i boschi, due lagune, le barche, i vip e il convento sette/ottocentesco casa madre della Congregazione dei Padri Passionisti. E’ subito chiaro che si tratta di una stella ad almeno dieci punte.
Le 10 punte dell’Argentario
1 – LE COsTE
La prima punta sono le sue coste sul Tirreno. Poco hanno da invidiare a quelle più rinomate della Sardegna o di certo Salento.
Porgono lo sguardo al Giglio e a Giannutri. Due isole diversamente ferite in tempi recenti, ma comunque bellissime. Hanno mille insenature dove fare il bagno, da Cala Piccola all’Isola Rossa, da Cala del Gesso all’Isolotto (location di tanti film), solo per citarne alcune.
2 – porto ercole, la dove mori’ caravaggio
Porto Ercole, dove morì quel Caravaggio. Un piccolo gioiello con porticciolo (che fa il paio con quello vicino di Cala Galera), circondato dalle fortificazioni mediceo-spagnole. Negli anni, tra le sue vie, talvolta un po’ troppo trafficate, ho incontrato Lucio Dalla. Lo ricordo abbastanza serio, registratore a tracolla per non perdere l’ispirazione del momento, usciva da una lavanderia. Ricordo anche Don Lurio e ho intervistato Luigi Squarzina.
3 – porto santo stefano, IN CASA DI RAFFAELLA CARRA’
E quindi Porto Santo Stefano . Più grande, un lungomare che non finisce mai, un frequentatissimo Palio Marinaro estivo. Le trattorie, i bar dove potevi prendere un caffè con Alessandro Curzi o imbatterti in Raffaella Carrà.
4 – il tombolo della feniglia
Il tombolo della riserva naturale della Feniglia. Una striscia di circa dieci chilometri di pineta, daini, tassi, volpi, faine, donnole, puzzole.Più un’infinita varietà di uccelli, che si affaccia sulla Laguna di Levante, da un lato, e su una splendida spiaggia quasi tutta libera, dall’altro. Acqua limpida e poco profonda.5 – L’ALTRO TOMBOLO. LA GIANNELLA
Il secondo tombolo, quello della Giannella, unisce la foce dell’Albegna, all’altezza del Forte delle Saline, al promontorio argentarolo. E’ compreso tra la Laguna di Ponente e il mare che guarda a Talamone e al Parco dell’Uccellina . Rispetto alla Feniglia, la Giannella è meno selvaggia, ma turisticamente più attrezzata.
6 – L’eleganza di orbetello
Orbetello, racchiusa fra le due lagune. Con il suo Corso Italia sempre pieno di gente. I negozi, i caffè, i ristoranti, la dolcezza di una passeggiata in centro senza macchine né motorini. Orbetello che può essere un sogno da pensionato come un divertimento sicuro per i bambini. O anch’esso, un crocevia di incontri con personaggi di varia umanità. Dal compianto Domenico Modugno (trovato al cinema a vedere L’uovo del serpente, di Ingmar Bergman) a un Luca Laurenti praticamente in mutande. Da Giuliano Amato al calciatore Bruno Giordano, fino a Renato Zero.
7 – la laguna
Anche la Laguna merita di essere una delle punte di questa stella. Per la dolcezza che dà ai paesaggi e ai tramonti. Per quell’odore inconfondibile che non è un profumo ma ti riconcilia con la natura. Per quell’ultimo mulino a vento rimasto, baluardo di una civiltà che non c’è quasi più. Ma che tutto sommato non ci dispiacerebbe se esistesse ancora
8 – la coperativa di pescatori
Sulla laguna, si affaccia il Ristorante della Cooperativa dei Pescatori di Orbetello . Qui è possibile mangiare e acquistare i locali prodotti ittici. Dall’ottima anguilla sfumata alla bottarga di muggine, insieme ad altre specialità.
9 – ansedonia
Come penultima punta della stella scelgo la verde e residenziale Ansedonia . Con le rovine di Cosa. La spettacolare Tagliata Etrusca, preludio all’ultimo anello di questa catena siderale, da cui parte un’autentica galassia
10 – i paesi dell’entroterra
I paesi intorno all’Argentario e ad Orbetello, che cito a memoria e in ordine alfabetico: Capalbio, Magliano, Manciano, Marsiliana, Montemerano, Pitigliano, Sorano, Sovana, Valentano. Un pullulare di natura e cultura, un cerchio magico nel quale si entra volentieri per uscirne con dispiacere.
MAREMMA TERRA SELVAGGIA E SINCERA
Tanto tempo è passato da quella prima volta del 1978. Da allora sono tornato all’Argentario e a Orbetello praticamente ogni anno della mia vita. Ho girato la Maremma in lungo e in largo. Ho visto e vissuto molti cambiamenti, alcuni positivi, altri meno. Ho sofferto per i recenti disastri idrogeologici. Ho continuato e continuo ad amare questa terra e questo mare perché non se ne può fare a meno e anche perché l’amavano delle persone carissime che oggi non ci sono più. È così.