Enrico Zoi per la rubrica “Gustarviaggiando va a teatro”. – Siamo stati al Teatro Puccini di Firenze per lo spettacolo “L’altezza delle lasagne” e , come si capisce, non potevamo proprio mancare.
Sabato 1° febbraio 2025 Vito ha presentato a Firenze il suo nuovo monologo L’altezza delle lasagne. Al centro
il mondo della cucina con tutti gli annessi e connessi (e sono tanti!). Vito è un attore comico, ma anche
noto gourmand, nonché conduttore di popolari trasmissioni televisive di cucina (ad esempio, Vito con i
suoi, su Gambero Rosso Channel).
Ironia e Birbanteria sul cibo
Sul palco mette ironia e un po’ di birbanteria nel parlare del cibo, andando a colpire le manie, le mode e le esagerazioni che oggi girano intorno al tema.
E ci riesce, ci riesce davvero. Il testo che Francesco Freyrie e Andrea Zalone gli hanno scritto e cucito addosso, strappa più volte applausi a scena aperta e risate scroscianti. Non è un’iperbole, ma una semplice constatazione dopo la divertente serata al Teatro Puccini.

Vito in una foto di Foto Giovanni Bortolani
Il mondo del cibo viene preso di mira in maniera anche provocatoria, mettendone alla berlina vizi privati e pubbliche virtù, benché, al di là della sfiziosa citazione cinematografica del film del 1976 di Miklós Jancsó, forse sarebbe più esatto parlare di vizi pubblici (parecchi, secondo Vito e company) e virtù private (numerose anche loro, ma da ricercare al di fuori del business e delle mode). Già, la moda. Senza fare paragoni fuori luogo e senza assolutamente sminuire l’energia e la portata di sana cattiveria de L’altezza delle lasagne, questo spassoso spettacolo potrebbe avere come colonna sonora un capolavoro di Giorgio Gaber, Quando è moda e moda. Perché no?
Alla fine, lo spettatore lascia la platea con il sorriso sulle labbra, ma tutt’altro che accondiscendente o banalmente appagato. È, in realtà, soddisfatto di quanto ha visto e sentito e, soprattutto, con gli occhi assai più aperti verso il mainstream enogastronomico e i suoi trabocchetti.
Meglio, molto meglio, le vecchie e sane (tu chiamale, se vuoi) emozioni. Proprio come suggerisce Vito.
Come sempre, abbiamo poi colto l’occasione dell’evento teatrale per interrogare Vito oltre i contenuti (già in tema) dello spettacolo. Ecco le sue risposte.
Come nasce L’altezza delle lasagne?
“I miei due autori, Freyrie e Zalone, sapevano della mia ‘passione’. Una sera ci siamo trovati e abbiamo constatato come la cucina stesse esagerando. Bisognava dare una bella botta! Così è nato questo monologo di sopravvivenza gastronomica, in cui prendo in mezzo un po’ tutti, senza mai essere volgare od offensivo. Però non me faccio scappare uno!”.
Da attore e cuoco, cosa ami cucinare di più?
“Guarda, io, al di là di ogni finta modestia, cucino tutto molto bene. Magari non so stirare (anche se la casa la tengo piuttosto bene), ma cucino bene e cucino tutto, con grande passione e interesse. Più il momento è stressante e più la mia cucina si alza di livello. Quando non sono sotto stress, cucino cose anche banalotte, ma se sono stressato mi dedico a ricette molto complicate, in modo da stare lì con la testa, da concentrarmi”.
Te ne viene in mente una?
“Beh, con Alain Ducasse, solo per fare la lista della spesa, devi lavorare una settimana! E poi non è detto che trovi tutto il necessario. Le sue ricette sono praticamente impossibili da fare. Però, se mi concentro, ci riesco, magari senza qualche ingrediente che da noi non c’è, ma, alla fine, il risultato è comunque lo stesso”.

Foto Giovanni Bortolani
Invece, da mangiatore, cosa preferisci?
“Per interesse e per lavoro, ho girato quasi tutti gli stellati, sia d’Italia, sia di mezza Europa, ma adesso mi sono un po’ stancato e quindi cerco una cucina ‘di pancia’, posti dove entri, chiedi il menu e il cameriere ti dice: ‘No, noi abbiamo questo, questo e questo. Stop’. Questa è la cucina che cerco io oggi”.
E si trova?
“Assolutamente sì. Si trova nei paesi, in provincia, sulle prime colline. Basta cercare e volere”.
Per quanto riguarda il bere, cosa ti piace?
“A me piace molto bere. Non sono un intenditore, però so distinguere se un vino è buono o no. Preferisco il rosso, mentre il bianco deve essere di ottimo livello perché, se no, se non lo è, lo risenti il giorno dopo. Invece, il rosso può anche non essere di altissimo lignaggio: non succede niente. Mi piace molto bere il vino, ma bevo solamente quando faccio le cene. Quando sono da solo a casa e mi cucino, non bevo vino. Le bottiglie le stappo con gli amici”.
Un aneddoto?
“Ce ne sarebbero tanti. Diciamo che io mi permetto di cucinare perché non è la mia passione: quindi, se faccio un soufflé e non mi viene, lo chiamo budino e nessuno mi può rompere i maroni, hai capito?”.

Vito ed Enrico Zoi al Teatro Puccini di Firenze
PROSSIME DATE
1° febbraio, Teatro Puccini, Firenze. Vito in L’ALTEZZA DELLE LASAGNE, di Francesco Freyrie e Andrea Zalone. Assistenza drammaturgica/regia: Daniele Sala. Assistente: Mattia Angiola. Fotografie Giovanni Bortolani. Produzione: Cronopios srl.
La tournée 2025 prosegue: 8 febbraio, Teatro Crystal, Collecchio (PR); 21 febbraio, Teatro Comunale, Comacchio (FE); 4 marzo, Teatro Borgatti, Cento (FE); 7 marzo, Teatro Dolcini, Mercato Saraceno (FC); 15 marzo, Teatro Comunale, Bagnolo in Piano (RE); 21, 22 e 23 marzo, Teatro Leonardo, Milano; 27 marzo, Teatro Celebrazioni, Bologna; 29 marzo, Teatro Nuovo, Ferrara; 5 aprile, Teatro Comunale Carlo Zampighi, Galeata (FC); 30 aprile, Teatro dei Fluttuanti, Argenta (FE)